sabato 17 marzo 2012

Michele Serra e il twitter indigesto



L’AMACA di Serra non entra in un Tweet

All’epoca di Twitter, un’amaca di 1000 battute fa più rumore di una marea di pensieri in 140 caratteri. Ieri Mi-chele Serra ha dedicato la sua rubrica quotidiana su Repubblica a Twitter. L’editorialista ha raccontato una serata davanti alla tv in compagnia di “un amico molto interconnesso”. A colpirlo, “l’assoluta drasticità” dei Tweet pubblici con i quali gli utenti commentavano una trasmissione televisiva e il suo conduttore: “Per alcuni era un genio, per altri un coglione totale, non esisteva un territorio intermedio”. Da qui, Serra si augura che sia “altrove, rispetto a quel cicaleccio impotente, che si impara a leggere e a scrivere”. Dovessi twittare il concetto, la chiosa, “direi: Twitter mi fa schifo. Fortuna che non twitto”. Questa “amaca”, e il suo autore, naturalmente sono stati ieri l’argomento più discusso sul social network. L’attacco è frontale: si va da “sti cazzi”, alle accuse: “matusa”, “paleolitico”, “istiga un conflitto generazionale/digitale”. Ai media piace parlare di sé. E così su Twitter: quasi sempre le discussioni più calde si interrogano su chi meriti o meno di finire nelle hashtag. Gli utenti a volte si sentono una setta: come se oggi la più moderna forma di socialità possibile, sia quella dei retweet. Eppure Serra esprime un punto di vista, disconnesso, ma legittimo e profondo - oltre che vero. Gli rispondono solo con brevi insulti e non potrebbe essere altrimenti: non di tutto si può parlare in 140 caratteri.





Non ho la professionalità di Serra,anzi mi considero un microbo a confronto,come comune mortale posso dichiarare che twitter lo considero un coitus interruptus,limitarsi a 140 caratteri non è un sunto del proprio pensiero,è una castrazione mentale,ma se piace,sono felice per chi ne è soddisfatto.

&& S.I. &&


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5 commenti:

Guglielmo Rinaldini ha detto...

Per quale motivo nessuno di voi avrà mai il coraggio morale di dire: ho detto una sciocchezza! Non Beppe Grillo che anni fa disse che bisgonava distruggere i computers ed oggi è tra i primi bloggisti al mondo. Non quel magistrato di Roma che mandò in carcere Igor Marini solo perchè costui ascrisse a tale inquirente la frase: "Marini stia zitto vuol farci ammazzare tutti?". Non Umberto Eco al quale detti pubblicamente dell'imbecille negli anni 80 quando credeva di spiegare con la sua semantica il concetto archetipo di analogia (come può passare un cammello dalla cruna di un ago?) che ha per anni insegnato sciocchezze in quanto proprio internet ci ha dimostrato che gli apocalittici fallirono e la rete è esattamente quel prolungamento del sistema nervoso centrale di cui parlava Marshall Mc Luhan. Lei Serra si candida a pochi passi dal 3000 ad essere in questa compagnia.
Quel che mi chiedo è: Perchè gente come noi deve ancora continuare a subire queste sciocchezze?
Guglielmo Rinaldini.

Guglielmo Rinaldini ha detto...

...ovviamente per la velocità ho fatto due errori di battitura, è chiaro che intendevo "bisognava" ed è altrettanto chiaro che la pseudoscienza con la quale Eco (che ha dichiarato di aver scritto libri mescolando a caso paragrafi al computer) voleva spiegare lo scibile si chiama Semiotica e non semantica.

Guglielmo Rinaldini dieci minuti dopo

Ivo Serenthà ha detto...

Premetto che sono andato a leggere cosa voglia dire "semiotica",ovvero da un segno concreto trarre un significato non tangibile.

Dal suo ragionamento,per me di difficile comprensione,posso commentare e ribadire che "Twitter" è senza dubbio una realtà importante della comunicazione,ciò che a me non piace è la brevità del pensiero,infatti tempo fa l'avevo praticato ma l'ho in breve tempo accantonato.

Tocca essere molto bravi per ridurre un concetto,una riflessione,un'idea in 140 caratteri,se poi si arriva al paradosso di stemperarlo in più tweet,a me pare assurdo.

Non ho idea di quanti caratteri in più avrebbe potuto essere più interessante,e soprattutto più praticabile,magari un giorno qualcuno ci penserà e lo chiamerà diversamente.

In ogni caso la possibilità di potersi esprimere in una realtà globale come il web,a me pare una delle evoluzioni più interessanti dell'uomo,infatti molti regimi stanno praticando acrobazie censorie per stoppare la libertà d'informazione,ma dovranno inevitabilmente perdere la partita.

E che sia praticabile come ognuno di noi desidera,la frase fatidica "indietro non si torna" risulta banale ma calzante.

Grazie delle sue riflessioni Guglielmo

&& S.I. &&

Guglielmo Rinaldini ha detto...

Grazie dell'attenzione S.I. diciamo che in realtà la Semiotica nell'accezione comune riguarda il processo di significazione ed in realtà è una scienza moderna che ha poco a che vedere con la "semeiotica" e nasce dalla concezione del tutto moderna del paradigma strutturalista che ha di fatto massacrato la filosofia platonica creando delle forme-pensiero limitate e limitanti. Come può infatti una tale scienza così strettamente perimetrata spiegare e comprendere l'analogia che è un archetipo e che quindi si pone ontologicamente e che ritengo sia piu' facile percepire induttivamente che col metodo deduttivo. Ma per venire al petitum e cioè all'oggetto della discussione mi stupivo del fatto che Serra reiterava gli errori mai confessi degli apocalittici (quando non luddisti) di ieri e mi riferisco proprio ad Eco e Grillo. Hai ragione S.I. la possibilità di esprimersi col web è una evoluzione interessante dell'uomo, apocalittici e piagnoni hanno fallito.

Guglielmo Rinaldini

Ivo Serenthà ha detto...

Grazie Guglielmo dell'ulteriore commento,dovrò in un'altra vita ammesso che vi sia e che mi ricordi di questa che sto vivendo,di acculturarmi al suo livello per comprendere le sue analisi,forse un paio di lauree mi potrebbero aiutare.

Saluti

&& S.I. &&