giovedì 9 febbraio 2012

Le democrazie finanziarie non fanno sognare





Secondo tempo

di Massimo Gramellini

Il peccato mortale della politica è l’essersi ridotta a una classe di burocrati che forse cambierà la legge elettorale, ma ha smarrito l’ambizione di cambiare la realtà. Sono i mercati a indicare gli scenari, gli obiettivi e persino le cure. La politica si adegua passivamente, come una locomotiva agganciata in coda al treno.

Ho ancora negli orecchi la voce roca di Clint Eastwood durante l’intervallo del Superbowl: quell’invito molto americano a vivere in rimonta, a non arrendersi alla sconfitta perché c’è sempre un secondo tempo da giocare. Ecco, in Europa i politici si comportano come se il secondo tempo non ci fosse più, come se la partita fosse già finita e perduta. Hanno vinto gli altri e a noi non resta che aggrapparci, rancorosi e nostalgici, agli ultimi privilegi di un mondo in frantumi. Lo chiamano realismo, ma nelle epoche di confine il realismo smette di essere un pregio e diventa un alibi per la rassegnazione lamentosa dei perdenti. Io sento il bisogno di politici rispettabili che sollevino gli occhi dai listini della Borsa e, camminando sull’esile filo che separa la passione dalla retorica, sovrastino la nenia dei depressi per indicare all’Europa e al mio Paese un traguardo, un orizzonte, un destino. Nella vita delle nazioni come in quella degli individui, la paura di perdere porta sempre alla sconfitta e vanifica i sacrifici che vengono fatti in suo nome. Lacrime e sangue, Churchill insegna, hanno un senso solo quando c’è un secondo tempo da giocare.




Sono molto belle le sue riflessioni,sarebbe piacevolissimo un potere gestito in modo cosi' virtuoso,peccato che si e' perso da parecchio tempo e in Italia pare che non esista manco piu' la memoria dei tempi di Berlinguer e di Nenni.

&& S.I. &&


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2 commenti:

giovanotta ha detto...

Gramellini ha ragione.. ma quanto è cambiato il mondo dai tempi di Clint Eastwood? e di Nenni e Berlinguer? e del resto ora penso che in un mondo globalizzato coi sogni non si mangia
mi accontento di qualche politico guardabile che non solo non ci facccia affondare, ma se possibile ci faccia un po' risalire..
ciao

Ivo Serenthà ha detto...

Direi che la tua riflessione non fa una piega,non ci resta che volare basso,ed è purtroppo solo una speranza,evidentemente il mondo degli affari ha seppellito per sempre quelle idee di un sogno di un'intera umanità.

Ciao Gio