sabato 21 gennaio 2012

Pm10 e l'aria irrespirabile,il rapporto di Lega ambiente




di Corrado Clini

Legambiente, rapporto “Mal’aria 2012”

“Limiti superati in molte città italiane”

Maglia nera a Milano e alla Lombardia sulla qualità dell’aria. Il rapporto di Legambiente “Mal’aria 2012” non fa sconti e dà l’insufficienza in pagella a quasi tutte le città della regione più popolosa d’Italia. L’anno scorso ben otto capoluoghi lombardi (sui 12 totali) si sono posizionati tra i primi 16 posti della classifica nazionale: Monza, Brescia, Cremona, Mantova, Pavia, Bergamo e Lodi. E ovviamente il capoluogo superato a livello nazionale solo da Torino. La centralina di rilevamento istallata nella centralissima via Senato ha raggiunto ben 131 giorni di sforamento delle Pm10. Val la pena ricordare che la soglia massima consentita è di 35 giorni all’anno, superato questo limite si viene dichiarati “fuorilegge”.

Da metà classifica in poi troviamo anche Como con 76 giorni di sforamento, Varese a 69, Lecco a 64 e Sondrio con 44 giorni.

Non solo polveri sottili. Sette capoluoghi lombardi, infatti, si sono piazzati nei primi 10 posti anche tra le città che hanno registrato i peggiori valori medi di ozono. In leggero aumento, a livello nazionale, anche le città che hanno sforato i livelli di biossido di azoto.

Il quadro è desolante proprio a livello nazionale, prima ancora che a quello regionale. Secondo l’associazione del cigno, nel 2011 il 67 per cento dei capoluoghi di provincia non ha rispettato il limite consentito di superamenti, con un aumento del 12 per cento rispetto al 2010. Delle 82 città prese in esame ben 55 hanno esaurito i 35 superamenti all’anno consentiti.

Il quadro è desolante proprio a livello nazionale, prima ancora che a quello regionale. Secondo l’associazione del cigno, nel 2011 il 67 per cento dei capoluoghi di provincia non ha rispettato il limite consentito di superamenti, con un aumento del 12 per cento rispetto al 2010. Delle 82 città prese in esame ben 55 hanno esaurito i 35 superamenti all’anno consentiti.

“Il numero dei capoluoghi fuorilegge – si legge nel rapporto – è aumentato rispetto allo scorso anno (erano 47 su 86), ma quello che più preoccupa è l’entità del fenomeno e il numero impressionante di superamenti annuali del limite giornaliero di protezione della salute umana per molte di queste 55 città. Se per ipotesi le città potessero accumulare dei debiti di emissione, ovvero utilizzare in anticipo i 35 superamenti concessi ogni anno, Torino non potrebbe più andare oltre i 50 μg/m3 per almeno tre anni e mezzo, Milano e Verona per 2 anni e otto mesi, Alessandria e Monza per 2 anni e mezzo, altre 6 città per oltre due anni. Per non parlare poi delle preoccupanti variazioni da un anno all’altro. In alcune città lo smog ha tolto ai cittadini fino a due mesi di aria respirabile rispetto al 2010, come è successo a Cremona e Verona (terzo posto a livello nazionale) casualmente due città dell’area della Pianura Padana, che si conferma ancora una volta l’area più critica, un’area dove solo sei città si salvano dalle polveri fini”

Un po’ meglio invece la Capitale, dove nei primi due giorni di questa settimana sono tornate le targhe alterne: si è piazzata al trentatreesimo posto con “solo” 69 sforamenti sul Pm 10. Un dato comunque doppio rispetto al 2010 e che ha spinto gli attivisti a consegnare un cigno nero al Sindaco Alemanno.

I dati di Legambiente arrivano mentre nelle città italiane, Milano al primo posto, ci si prepara a tutta una nuova stagione di blocchi del traffico, targhe alterne, chiusure programmate. La Provincia milanese guidata dal Pdl Podestà proprio oggi ha annunciato che da lunedì 23 scatteranno le ordinanze con i provvedimenti antismog anche nei Comuni dell’hinterland. Mentre a Milano è da poco partita la nuova Area C, sostanzialmente promossa, per il momento, da Legambiente.

E se pare chiaro che gli inquinanti nelle città italiane non siano causati solo dalla automobili, per una bella fetta sono responsabili anche i riscaldamenti, dice l’associazione, meno macchine fanno comunque meglio ai polmoni. In attesa di quel Piano nazionale di risanamento della qualità dell’aria, che ancora si fa attendere nonostante le dichiarazioni del nuovo ministro dell’Ambiente



Giustissimo controllare la qualità dell'aria che respiriamo,come ogni anno gli studi fanno capire quanto sia insalubre,reperire soluzioni che possano essere efficaci è molto difficile,l'uso dell'auto è fortemente radicato,del resto una efficace organizzazione del trasporto pubblico e delle piste ciclabli è molto carente,un pò su tutta la penisola.

Il teleriscaldamento dovrebbe portare dei benefici tangibili,ma a Torino dove esiste la rete più diffusa d'Italia,i dati sono peggiori che in altre città,questo grazie alla localizzazione dell'ex capitale subalpina,essendo circondata dalle Alpi e dalla collina ad est,crea un effetto catino dove il ricambio dell'aria risulta difficile.

La panacea sarà quando si dismetteranno i motori a scoppio e sul riscaldamento si costruirà come nei paesi nordici,nei quali le abitazioni risultano studiate ad hoc nella coibentazione dei locali,ma tant'acqua sotto i ponti dovrà ancora passare!

@ Dalida @


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iserentha@yahoo.it

1 commento:

Holyriver ha detto...

A cosa servono i limiti se poi vengono regolarmente superati?