giovedì 26 gennaio 2012
Ad Adro,Oscar Lancini pretende le scuse da Napolitano
Il sindaco di Adro scrive a Napolitano
“Ci vergogniamo di averla come Presidente” Il primo cittadino del paese bresciano noto per essere stato tappezzato dal Simbolo delle Alpi, attacca pesantemente il Capo dello Stato colpevole di aver nominato Cavaliere l'imprenditore che pagò la mensa a quei bambini esclusi perché i genitori erano morosi. Oscar Lancini si ribella e manda una missiva al Quirinale: "Ci ha offeso, venga a scusarsi con la mia gente, è un suo dovere morale" “Ci vergogniamo di averla come Presidente. Venga a chiedere scusa alla mia gente, è un suo dovere morale”. Il sindaco di Adro, Oscar Lancini, torna a far parlare di sè. Se la prende con il Capo dello Stato, ritenuto colpevole di aver “insultato” i cittadini del piccolo comune bresciano noto per essere stato tappezzato dal Sole delle Alpi e per aver vietato la mensa scolastica a bambini di genitori morosi per 10mila euro complessivi. Una situazione che spinse un imprenditore locale a saldare il debito e scrivere una lettera al Corriere nella quale accostava l’azione “razzista” del sindaco a quella dei nazisti. Gesto che è valso all’imprenditore la nomina a Cavaliere della Repubblica da parte di Napolitano. Nomina che ha scatenato il sindaco: “Le onorificenze quando consegnate a cani e porci fanno divenire ingiustamente porci o cani anche quelli che le hanno meritate”. E questo è solo l’incipit della lettera, che il fattoquotidiano.it pubblica in esclusiva, inviata il 23 gennaio e che oggi alle 11 sarà presentata in una conferenza stampa appositamente convocata in Comune ad Adro.
Per esprimere il suo “punto di vista” Lancini riempie quattro pagine. Invoca le scuse di Napolitano, prende le distanze dall’imprenditore benefattore che ha “purtroppo” il suo stesso cognome (ma “non siamo parenti”), lo accusa di aver “sfruttato” i bambini per “fare pubblicità alla propria azienda” e rivendica il diritto di usare il Sole delle Alpi che, sottolinea, non è “un simbolo di partito” ma significa “appartenenza radicata della gente a un territorio dalla storia millenaria”. Quale? “La Padania”. Quella che per Giorgio Napolitano non esiste. Lo ha detto e ribadito chiaramente, il Capo dello Stato: “Il popolo padano non esiste”. E invece Oscar Lancini glielo ripete, costringendolo a doversi interessare nuovamente di qualcosa che non c’è. Il sindaco rivendica con orgoglio che il suo sia un popolo leghista.
“Ho l’onore di guidare come Sindaco dal 2004 il comune di Adro. Nel primo mandato fui eletto con la lista monocolore Lega Nord con il 44,65% dei voti, nel secondo mandato, quello tuttora in corso, sempre con lista monocolore Lega Nord, sono stato riconfermato con il 61,08% dei voti”, scrive Lancini. Insomma: avrò diritto a parlare a nome dei cittadini? L’onoreficenza, quindi, “la reputo ingiusta e offensiva per la mia gente”. Perché, spiega, “la realtà sulla vicenda della mensa di Adro non corrisponde certo a quanto riportato dalla stampa e dalle televisioni, sempre affamate di notizie da trasformare in patetici e fantasiosi scoop. Un esempio su tutti sia la puntata di Annozero di Santoro, faziosa e filo comunista”. Ce n’è per tutti. Compreso il cosiddetto “benefattore di Adro”, l’imprenditore Silvano Lancini. Scrive il sindaco: “Premiare il ricco Lancini per il gesto ‘nobile’ – nobile se fosse rimasto anonimo, poiché la generosità è una medaglia che si appunta all’anima e non al petto – di contribuire alle casse della mensa trovatasi in difficoltà a causa dei mal pagatori, sarebbe stato già eccessivo. Questo ‘signore’ ha agito così perché poteva permetterselo, ha agito come in passato molti altri cittadini hanno agito, e senza ricevere onorificenze”. Inoltre “appare chiaro che il ricco Silvano ha compiuto il suo gesto al fine di ottenere due risultati”, il secondo “deprecabilmente andato a buon fine, era fare pubblicità alla propria azienda”. Come? Lancini ha le idee chiare e spiega: “La donazione era esplicitamente subordinata alla consegna di una lettera alla stampa. Lettera che ha pesantemente offeso l’intera comunità, le nostre famiglie, l’autorità civile, e l’istituzione religiosa”.
Non poteva che reagire così un elemento del genere,la politica della Lega sull'accoglienza e sull'umanità verso chi ha delle difficoltà non esiste,queste famiglie devono lavorare in nero e non rompere gli zebedei,meglio dire,diritti zero e doveri a disposizione dei loro comodi.
Il film con Abatantuono che interpretava l'imprenditore settentrionale,il quale mandava prima voi gli extracomunitari e poi li rimpiangeva,è la diffusa fotografia della morale stracciona di una parte consistente dell'intera Italia.
&& S.I. &&
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1 commento:
Per gente come quel sindaco e i suoi sostenitori sogno una Norimberga con esecuzioni delle pene.
Buon pomeriggio Ivo
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