mercoledì 7 dicembre 2011

Monti da Vespa,il solito teatrino


[ vignetta dall'inserto satirico ]

di Massimo Gramellini

Contrariamente alle previsioni più cupe, «Porta a porta» non è riuscita a trasformare Monti in un guitto e neanche in un plastico. È stato Monti a trasformare Vespa in colui che era prima delle infatuazioni barbariche: un giornalista democristiano. Davanti all’esordiente seduto sulla poltrona dei famosi, l’intervistatore non era in piedi né in ginocchio, ma mollemente arcuato come ai tempi di Andreotti e Forlani. Solo che stavolta davanti a lui non c’era un democristiano italiano, ma uno tedesco. Quindi cattivissimo e capace di punte di autentica crudeltà. Appena Vespa lo ha ringraziato per aver scelto la sua trasmissione, ha risposto: «Io non sono qui per far piacere a lei». E quando il frequentatore di caste romane ha alluso a se stesso con l’espressione «noi uomini della strada» (l’unica battuta della serata) e chiesto delucidazioni sulle aliquote più alte, Monti lo ha subito restituito alla sua condizione di privilegiato: «Vedo che lei è abituato a ragionare di queste cifre».

Onore alla perfidia di Monti, ma anche ai riflessi di Vespa: mentre i comici sono rimasti fermi a Berlusconi, lui è già tornato a Tribuna Politica. Simbolo di un Paese immobile che quando decide di cambiare va indietro.



Governare con i voti dei berluscones non potrebbe essere diverso,i tagli,i sacrifici li devono interpretare i soliti noti,Ici prima casa,benzina,pensioni,vanno incidere pesantemente sulla povera gente,anche perchè il ceto medio non esiste più da anni.
Mentre sul fronte dell'evasione fiscale e sulle rendite bancarie poco si fa,come del resto sui privilegi della casta politica.

Un film già visto in Italia,e che vedremo per molto tempo ancora,dipende dal popolo sovrano!

&& S.I.&&

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