mercoledì 21 settembre 2011

Rossana Podestà:La compagna di Walter Bonatti impedita all'assistenza dalla legge





«Io e Walter Bonatti non eravamo sposati - eravamo entrambi reduci da matrimoni finiti, non ce n'è mai fregato niente di risposarci, era altro quello che ci ha uniti - e per l'ospedale dove Walter era ricoverato questo era un problema, così come lo è per la legge italiana. Mi hanno anche allontanata dalla rianimazione dicendo:'Tanto lei non è la moglie'. È possibile che una persona che già è schiacciata dal dolore venga trattata in questo modo?».
A parlare a Vanity Fair - che dedica a Walter Bonatti la copertina in edicola il 21 settembre - è Rossana Podestà, compagna della seconda parte della vita del grande alpinista, al suo fianco in molti avventurosi viaggi.
Rossana racconta che non c'è stato viaggio più pauroso di quello che hanno fatto negli ultimi due mesi, da quando i medici avevano diagnosticato la malattia al pancreas che l'ha ucciso.
«Quest'inverno - ricorda la compagna di Bonatti abbiamo fatto un viaggio faticosissimo: 3.800 chilometri nel grande mare di sabbia e sull'altopiano Gilf Kebir, tra Libia, Sudan ed Egitto. Lui era assente e stanco, e a me, che lo conosco bene, era sembrato strano. Poi, tre mesi fa, ha iniziato ad avere dolori molto forti e allora l'ho portato all'ospedale. Mi hanno detto subito della malattia, e che era in fase terminale, ma io ho deciso di non dirgli niente, mi sono presa la responsabilità di tacere. Sarebbe stato inutile che sapesse. E poi avevo terrore che potesse decidere la sua morte da solo».
Rossana Podestà spiega di aver vissuto malissimo questi mesi, «perché avevo la certezza della sua morte e sapevo che gli stavo alienando una verità che per ogni uomo è decisiva. Qualcuno che sapeva ha criticato la mia scelta di tacere, ma io sono orgogliosa di averlo fatto, anche se è stato difficile».
L'ultimo ricordo felice con lui risale ad una notte di questa ultima estate, «nella nostra casa al mare all'Argentario. C'era la luna e una nuvola nera che la copriva, ma da dietro la sua luce filtrava comunque e faceva brillare una striscia di mare. Abbiamo girato il mondo e assistito a tante albe e tramonti spettacolari, ma una cosa così non l'avevamo mai vista. È stato bello che sia successo fuori dalla nostra casa, e anche che a regalare questo spettacolo fosse la luna, che era il nostro astro». Non ci sono oggetti che Rossana conserva di lui: «Walter non era uomo da entrare in un negozio a comprarmi qualcosa. Ci regalavamo la nostra vita l'uno con l'altro: è questo il regalo più bello che ci siamo fatti»



In nessun altro paese occidentale sarebbe accaduto,le unioni di fatto non sono possibili,non ci si può manco registrare ufficialmente qualora la coppia lo voglia,inutile indicare il perchè di una tale scempiaggine,le volontà clericali non permettono tramite le loro influenze politiche,che una semplice unione sentimentale possa essere decisa in questo modo.

Impedire la visita della persona amata negli ultimi istanti di vita,è una bastarderia inaudita,ma non è l'unica schifezza di questo paese.

&& S.I, &&

2 commenti:

Gianna ha detto...

Senza parole...

Ivo Serenthà ha detto...

Vi sono moltissime brutte pagine nel nostro presente,senza dubbio questa è tra le più brutte.