giovedì 8 settembre 2011

Dalla nebbia alle nuvole:L'avventura di Bernardo e Marcella dall'Appennino all'Himalaya in bicicletta

in bici verso il Tibet

Il link del loro blog

click dalla nebbia alle nuvole

Marcella Stermieri e Bernardo Moranduzzo hanno entrambi trent'anni, lui è di Firenze, lei di Modena, lui è archeologo e lei mediatrice sociale. Sono due ragazzi normali. Ma hanno avuto un'idea speciale: raggiungere il Tibet insieme con un lungo viaggio in bicicletta, partendo da Modena. Ad animarli la passione per l'avventura, il giusto per l'inesplorato, la voglia di mettersi in discussione e tentare l'impossibile. Che poi tanto impossibile non è, visto che in un anno non solo hanno raggiunto l'obiettivo facendo tesoro di un inestimabile bagaglio di esperienze, ma sono tornati a casa con l'energia giusta per raccontare tutto in un libro, "Dalla nebbia alle nuvole - in bici verso il Tibet", (Digitech, 2011, 214 pag, reperibile qui), e in un sito.

Tutto comincia nell'ottobre del 2009: i due fidanzati raccolgono i soldi messi da parte con mesi di sacrifici, si prendono entrambi un anno sabbatico dal lavoro e partono in bicicletta da Modena con destinazione altopiano tibetano. 13.923 in totale i chilometri percorsi in un anno, centinaia le persone incontrate, altrettante le difficoltà. Le prime pedalate attraversano il sud Italia passando per gli Appennini; a novembre i due incappano subito in qualche precoce nevicata sul Passo delle Forche Canapine, tra Abruzzo e Marche, ma questo non li scoraggia. A Brindisi si imbarcano per l'Albania, dove pedalano costeggiando il mare azzurro dall'alto delle tremende salite illiriche. "In Grecia c'era burrasca e spesso siamo stati costretti a schivare le onde che arrivavano a sfiorare i raggi delle bici - racconta Bernardo - ma abbiamo un ricordo splendido di questi strapiombi".

Dicembre è alle porte quando, per caso, si imbarcano sopra un traghetto che attracca a Creta. "Il viaggio d'un sol colpo era diventato docile come l'isola, ci siamo trovati "in estate" pur essendo nel bel mezzo del mese di gennaio: caldo, bagni e nottate sotto le stelle". Ma il Tibet chiama e quasi a malincuore i due ripartono da quell'isola diretti per la Turchia. Sulle coste cumuli di neve: il viaggio si complica e Marcella e Bernardo fronteggiano vento, freddo, pioggia e i terribili sali-scendi turchi. "La situazione, già dura di per sé, si era anche complicata con giorni e giorni di nevicate abbondanti e temperature al di sotto dei dieci gradi. Pedalare non era certo piacevole in quelle condizioni", spiega Bernardo. "Io proseguivo a testa bassa, Marcella aggrappata al suo i-pod". Il freddo però non impedisce ai due ragazzi di rendersi conto di quanto grande e forte sia cuore dei locali. "I turchi ci offrivano tè in continuazione, la bevanda nazionale - continua - e c'era sempre qualche stufa pronta a scaldarci...".

Ridotti in pessime condizioni, raggiungono Ankara, la capitale, dove fanno i conti con l'intricato sistema burocratico asiatico, tra permessi e visti per proseguire. "Intrappolati dentro complessi meccanismi diplomatici, l'unica arma che potevano utilizzare era la pazienza..." ricorda ironicamente Bernardo. Ad aprile è la volta della parte più remota della Turchia, il Kurdistan, e le cose cambiano di nuovo: "Bambini per strada, una bassissima istruzione e una rabbia repressa, pronta ad esplodere...tutto questo ci ha reso la vita difficile...l'Iran invece tanto temuto si è dimostrato una favola, un paese di incontri e scambi. Venivamo, immancabilmente, ospitati dalla popolazione locale". Gli iraniani danno prova di una curiosità fuori dal comune e di una gentilezza mai arrogante. Ma i problemi non tardano ad arrivare a causa degli agenti atmosferici e una notte una tempesta di sabbia investe la loro tenda, aggrappata all'unico picchetto rimasto in piedi.



Marcella Stermieri e Bernardo Moranduzzo


Complimenti,il post dedicato alla vostra avventura non poteva mancare su Freedom,essendo ciclista la vostra impresa mi affascina moltissimo,spero di trovare il libro anche a Torino.

Le foto pubblicate su La repubblica on line

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Vi auguro ancora molti chilometri!

&& S.I. &&

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