domenica 11 settembre 2011

Cozza day by cinque stelle,analisi e riflessioni sul movimento



COZZE IN PARLAMENTO

In cinquemila con Grillo alla Camera: condannati, nominati e vecchi arnesi lascino le poltrone

di Fabrizio d’Esposito

La battuta più bella arriva nel tragitto di ritorno, verso Piazza Navona, a Roma. Beppe Grillo alza un cozza al cielo, risponde alle ovazioni della folla e si fa scappare una “Supercozzola”. Con scappella-mento a Montecitorio, davanti all’obelisco. È lì che arriva la processione laica in onore del mitile noto, organizzata dal Movimento 5 Stelle. È il Cozza Day e il mitile noto può essere uno qualunque dei mille parlamentari italiani. Le loro facce sono appese a colonnine di carta al centro di piazza Navona. Deputati e senatori plurieletti o condannati che stanno aggrappati alla loro poltrona-scoglio. Facce di destra: Fabrizio Cicchitto, Roberto Castelli, Alessandra Mussolini. Facce di centro: Bruno Tabacci. Facce dell’opposizione: Piero Fassino e la moglie Anna Maria Serafini, Walter Veltroni, Livia Turco, Enrico Morando, Gianfranco Fini e pure Leoluca Orlando dell’Italia dei valori. Sopra ogni foto un marchio rosso: “Non candidabile”.
TUTTO è casta per il M5S che attende una risposta da quattro anni alle 350 mila firme raccolte per la legge di iniziativa popolare “Parlamento Pulito”. Tre punti semplici, che approvati subito, come dice Grillo, farebbero la rivoluzione nel giro di 24 ore. Sono scolpiti su altrettanti grandi striscioni che uno accanto all’altro formano il tricolore italiano: “Sì preferenza” (verde); “Sì 2 mandati” (bianco); “No condannati” (rosso). Sono una decina i gazebo. In quello dei No Tav sono esposti i resti di alcuni lacrimogeni lanciati dalle polizia contro i manifestanti della Val di Su-sa. Dice Marco Scibona: “Questo tipo è vietato dalla convenzione di Ginevra per i conflitti internazionali. Evidentemente vanno bene per quelli interni”.
Il profeta dell’anti-casta, in total white che fa risaltare l’abbronzatur, si materializza prima delle due e mezzo del pomeriggio. Quando iniziò la sua battaglia, sei anni fa, veniva sbeffeggiato e deriso, oggi tutti lo inseguono. Fa caldo, si suda, ma sono almeno cinquemila le persone in piazza Navona. Un successo. Vengono da Desenzano, Ascoli, Napoli, Firenze, da tantissime città e paesi. Sul palchetto davanti alla chiesa di Sant’Agnese, Grillo va subito al sodo e fa il cerimoniere dalla processione laica: “La prima notizia è che la Digos vota il Movimento 5 Stelle. Cari politici state attenti a farvi scortare da loro”. Risate e qualche fischio, ma la cosa è seria: “Voglio ringraziare la polizia, è la prima volta che collaboriamo insieme. Mi raccomando: tutti in fila indiana, senza bloccare il traffico, fino a Montecitorio”.
Poi l’inizio di un lungo monologo che continuerà anche dopo, quando il comico-blogger si metterà alla testa del corteo: “Neanche Pinochet, neanche il generale Franco avrebbero nascosto 350 mila firme. Noi non siamo un movimento politico. Siamo un movimento e basta, un’idea, un’intelligenza condivisa. Vogliamo riprenderci il Paese, non riformare la politica. I mille parlamentari nominati da cinque segretari politici sono mitili avaria-ti. Noi siamo dei borghesi, dei conservatori che fanno una rivoluzione disordinata. Siamo delle persone perbene che non vogliono leggi fatte dai fuorilegge”. Pausa. Segue la parodia di un grido che viene da un infausto passato : “I-ta-lia-ni”. La processione si mette in marcia, con venti minuti di anticipo sull’orario di partenza, previsto alle quindici.
GRILLO si carica sulle spalle una rete da pescatore che trattiene mille cozze: “Vengono da Livorno, ma ce ne sono due di Taranto che puzzano, prese nel golfo dell’Ilva”. La processione al mitile noto procede ordinata e silenziosa: “Mi raccomando senza urla e slogan”. Un cartello giallo con scritta rossa recita: “Circolo Montecitorio: Saga di Cozza Nostra”. In piazza delle Cinque Lune Grillo ripete: “Dobbiamo andare in fila indiana, mettiamoci sul marciapiede”. Le cozze pesano, il profeta dell’anti-casta si trasfigura nel Cireneo che porta la croce. Poco oltre l’arco di via Sant’Agostino, una donna si avvicina e con un fazzoletto bianco gli asciuga il sudore sul viso. Una famosa scena della Via Crucis di Cristo. Grillo: “Speriamo che l’epilogo sia diverso e in croce ci mettiamo questi mille balordi. Noi siamo dalla parte giusta della Storia. Per questo non c’è colloquio, non c’è dialogo, non c’è contraddittorio”. Con nessuno. Draghi e Monti fanno parte dei “banchieri e dei finti industriali che ora denunciano la crisi, ma dove sono stati in questi anni, su Saturno?”. Poi quel “vecchio professore bolognese, Prodi, che va a firmare contro il Porcellum. Cazzo, ha governato due anni e mezzo: non sapeva fare una nuova legge?”.
C’è un pensiero anche per gli indignados e il popolo viola che si stanno radunando in piazza San Giovanni, sempre a Roma: “Sono un fuoco di paglia, finanziati da Pd e Idv che vogliono recuperare spazi nella società civile”. Alle 15 e 11, Grillo arriva in piazza Montecitorio, davanti al “più grande deposito europeo di mitili avariati, un’accozzaglia di cozze che non se ne vogliono andare, la crisi sono loro, dei veri ritardati morali con gravi psicopatologie. Hanno la prostata gonfia, per due tette e un culo sfasciano la famiglia, sono pieni di viagra. Questo è un paese morto. Facciamo come in Belgio e chiudiamo il Parlamento”.
LE MILLE cozze vengono depositate in un cesto e si torna indietro. Nel cammino di ritorno, Grillo incrocia la fila lunghissima di “pellegrini” che ancora deve arrivare. In Piazza Navona entra in un bar, mangia melone e beve acqua, parla coi giornalisti. Ritorna sul palco e avverte: “Non dobbiamo diventare un movimento politico, la linea è sottilissima, se la superiamo siamo finiti. Non mi interessa prendere il dieci per cento”. Un gruppo di manifestanti va verso Palazzo Chigi, vengono fermati. Hanno un cartello a forma di bara: “Stroncati dal bunga bunga”. Riferito al grande convitato di pietra del Cozza Day, mai citato.




La politica low cost dei Cinquestelle

GLI ELETTI DEVOLVONO PARTE DEI GETTONI E L’INTERO FINANZIAMENTO AI PARTITI

di Ferruccio Sansa

La grande occasione: 32 italiani su cento si fidano di lui, di Grillo, anzi, Beppe, come lo chiamano i suoi. Tallona da vicino i leader di partito. Li supera. Ogni mese i sondaggi salgono, siamo al 3,5-4%, ma in alcune regioni del Nord si tocca il 10. Il Movimento 5 Stelle non è più un outsider, un voto soltanto di testimonianza. A quattro anni dal V-Day di Bologna, dalla raccolta di 350 mila firme per un “Parlamento pulito”, è il momento di bilanci e progetti. Di scegliere che cosa fare da grandi. Anche perché il terremoto della politica per Grillo e i suoi è un’occasione irripetibile.
MA I GRILLINI entrati nella stanza dei bottoni (o almeno nell’anticamera) hanno rispettato gli impegni? Giovanni Fa-via, consigliere regionale in Emilia Romagna per il Movimento 5 Stelle, ha deciso di chiederlo direttamente ai suoi elettori. Di farsi dare un voto: “Organizzo due incontri l’anno in ogni provincia. Chiedo agli elettori un voto sul mio lavoro. Anche a rischio di essere bocciato”. Addirittura sono gli elettori a determinare lo stipendio di Favia: “Siamo partiti da 2.500 euro al mese e me lo hanno alzato a 2.700”. Ma in concreto, che cosa avete fatto? “Dieci giorni dopo le elezioni abbiamo cominciato a batterci contro il vitalizio per i consiglieri regionali. Abbiamo martellato per mesi e adesso la questione è nell’agenda del centrosinistra, a livello locale e nazionale. L’Emilia Romagna è la prima regione che ha eliminato il vitalizio. La nostra presenza è importante per questo: anche se non vinciamo, siamo di stimolo per gli altri”.
Promesse mantenute? “Parlano le statistiche. I due consiglieri 5 Stelle hanno il record per la produttività: abbiamo protocollato 70 documenti a testa in sei mesi, tra progetti di legge, interrogazioni e altri atti. Cinque, dieci volte gli altri gruppi. È un lavoro da quindici ore al giorno, senza domeniche”.
Davide Bono, consigliere regionale in Piemonte: “È previsto uno stipendio da novemila euro al mese. Io ne prendo 2.500, gli altri seimila li destino a progetti che meritano”. Esempi? “C’è un programma per facilitare l’acquisto di pannolini lavabili (quindi non inquinanti) per le famiglie con redditi bassi. Poi sosteniamo i negozi che vendono prodotti sfusi. Siamo due consiglieri, nel complesso diamo 144 mila euro l’anno”. Poi ci sono i rimborsi elettorali: “Abbiamo rinunciato a 130 mila euro l’anno (quasi ottocentomila in tutto il mandato) che restano nelle casse pubbliche. Rifiutiamo i rimborsi perché nel 1993 gli italiani hanno votato contro il finanziamento pubblico ai partiti”.
Per Mattia Calise, consigliere comunale 5 Stelle a Milano, è il momento della scoperta del mondo della politica: “La prima comunicazione che mi è arrivata dal Consiglio riguardava i biglietti per San Siro. Poi altri privilegi: permessi di sosta e transito nelle zone a traffico limitato” . Risposta? “Ho rifiutato tutto”. Mattia, vent’anni, ha già davanti i nodi della politica milanese: “I partiti si sono già spartiti le commissioni del Consiglio”. Poi la piaga della criminalità organizzata: “Serve una commissione, che la Moratti non aveva voluto. Noi vogliamo che sia composta da esperti e non solo da consiglieri, sarebbe molto più efficace. Ma il centrosinistra è diviso”
INTANTO i sondaggi volano. Ma andrà avanti così? Favia avverte: “Anche tra noi c’è chi usa il movimento come trampolino personale. Ci sono leccapiedi e signorsì”. Resterete duri e puri? “Il movimento non è un’entità organizzata, è un’idea. Ogni eletto non risponde al Movimento 5 Stelle, ma a chi lo ha votato”. Non solo: c’è la “questione meridionale”. Se al Nord il Movimento strappa percentuali quasi da governo e straccia partiti come Udc e Idv (in grandi comuni dell’Emilia si sfiora il 15 per cento), dopo Roma si scende, con l’1,8 per cento di Napoli. Ancora meno lontano dalle città. Roberto Fico, napoletano, è uno dei volti nuovi del 5 Stelle in Campania. Il Sud è la zavorra dei grillini? “No. Noi abbiamo organizzato decine di iniziative, siamo tra i più attivi. Non solo: i metodi di decisione collettiva adottati dal Movimento sono nati spesso da noi”. Ma allora perché da Roma in giù non sfondate? “Dipende da Internet, che è il motore del 5 Stelle e che a Sud è meno diffuso. E ci sono le campagne. A Napoli poi certe periferie hanno problemi immensi, diversi da quelli di qualsiasi altra città italiana. Ma alle politiche sono certo che faremo un balzo in avanti”.
Già, le politiche del 2013. Qui il Movimento dovrà decidere davvero che fare: “Finora ci siamo concentrati sulle proposte concrete, adesso dovremo anche trovare un’identità politica. Ideale”, disse Grillo dopo il successo delle ultime amministrative. Un primo passo verso un impegno nazionale a tutto campo? C’è chi – anche lo stesso Grillo – pare cauto: “Noi dobbiamo testimoniare. Stimolare. Controllare. E proporre. Non entrare nella stanza dei bottoni”, dicono molti fedelissimi.
Però adesso le porte di quella stanza sembrano schiudersi per il 5 Stelle. Un rischio, ma anche un’occasione irripetibile. E poi c’è chi ricorda: “La politica non è una disciplina dove l’importante è partecipare. Se hai fiducia nelle tue idee, se vuoi migliorare il Paese e la città dove vivi… devi rischiare. Di perdere, ma anche di vincere e realizzare i tuoi sogni”.




Al guru Beppe Grillo pare non importi il successo del movimento a cinque stelle soprattutto a livello nazionale,evidentemente si sente solo un traghettatore,il quale vuole portare via dalla putrida palude politica l'intera nave Italia.

Dalla indifferenza da parte della casta,delle 350mila firme raccolte contro gli inquisiti in parlamento,il massimo delle due legislature di chi si candida e del ritorno al vecchio mestiere,la quale ben si guarda di rischiare un referendum del genere,di questi tempi con tutta probabilità raggiungerebbe il quorum,e non vuole "fottersi" con le proprie scelte.

Basterebbe far passare tutto ciò per creare un nuovo "humus" politico!

A chi storce il naso sul "populista" Grillo,veda bene gli intenti del movimento,poichè con tutta probabilità potrebbero risultare l'ultimo treno per la salvezza del nostro paese,dal putridume imperante.

&& S.I. &&

1 commento:

Unknown ha detto...

Di treni ce ne sono altri, ma senza dubbio quello di Grillo è roboante.
Cristiana