mercoledì 17 agosto 2011

La svolta noglobal dell'Europa




L’EUROPA DIVENTA NO GLOBAL

A sorpresa Merkel e Sarkozy lanciano la Tobin Tax La Borsa boccia la manovra di B., crollano gli energetici

di Giovanna Lantini

L’argomento circolava sottotraccia da qualche settimane, ma la svolta di ieri è comunque sorprendente. L’atteso vertice franco-tedesco di Parigi, tra il presidente Nicolas Sarkozy e il cancelliere Angela Merkel, si è chiuso con l’annuncio che a settembre i due governi porteranno sul tavolo europeo la proposta congiunta di una tassazione delle transazioni finanziarie. I due pilastri moderati del vecchio continente fanno propria la Tobin Tax, icona e simbolo del movimento no global. A dimostrazione che in questa estate 2011 avvengono cambiamenti epocali a velocità crescente.
MERKEL e Sarkozy, mentre abbracciano la Tobin Tax come strumento per stabilizzare i mercati e rifinanziare gli Stati, bocciano sonoramente la proposta di Giulio Tremonti degli Eurobond (titoli di Stato emessi dall’Unione anziché dai singoli Stati), e invocano strumenti più incisivi di governo continentale dell’economia.
Per Tremonti la seconda bocciatura è arrivata dalla Borsa, che alla prima seduta dopo il varo della manovra-bis ha guadagnato ancora una volta il primato di maglia nera d’Europa, trascinata al ribasso dalle vendite sui titoli delle aziende colpite dalla Robin Tax (da non confondere con la Tobin) e ha recuperato in parte solo a fine giornata grazie all’ondata di sereno arrivata dagli Usa con i dati sulla produzione industriale migliori del previsto e la conferma del rating tripla A sul debito americano da parte di Fitch.
Benché la giornata non sia stata delle migliori per tutta l’Europa, colpita dai deludenti dati sul Pil dell’eurozona, a partire da quello tedesco che ha fatto vacillare anche Parigi e Londra, su Milano non ci sono dubbi: lo scivolone sa tutto di manovra. A mandare al tappeto la piazza italiana sono stati infatti i titoli energetici su cui grava il nuovo rialzo della tassazione sui ricavi del settore. La reazione è stata particolarmente violenta per Terna, Snam rete gas ed Enel. Per quest’ultima Jp Morgan ha ipotizzato un costo annuo di 300-325 milioni, mentre per Terna il conto potrebbe aggirarsi sui 70 milioni annui nel triennio. Una botta che secondo Goldman Sachs potrebbe essere frenata solo nel caso in cui “le tasse siano traslate sui consumatori attraverso le commissioni per la rete”. Male anche Fiat, di riflesso ai guai americani della cinquecento e alla sfiducia degli investitori sulla ripresa dell’industria. Proprio mentre le banche hanno ripreso quota sostenute dal divieto di vendite allo scoperto. Ma anche dal respiro dei Btp che dopo l’annuncio della Bce dell’acquisto record di 22 miliardi di euro di titoli di Stato, ben oltre le attese, e quelli istituzionali per 3-3,5 miliardi di ieri, hanno visto il differenziale di rendimento rispetto agli omologhi tedeschi stabilizzarsi sotto quota 270 punti.
SI VEDRANNO oggi, invece, le reazioni al vertice franco-tedesco di ieri sera che ha già scatenato una risposta negativa da parte di Wall Street davanti alla proposta di una tassazione sulle transazioni finanziarie che Francia e Germania hanno posto sul tavolo. No secco, invece, agli eurobond che in giornata sembravano essere sulla rampa di lancio e che secondo Tremonti sarebbero la panacea di tutti i mali del vecchio continente. “Le persone cercano una bacchetta magica per uscire dalla crisi. Gli eurobond sono l’ultima spiaggia. Ma non credo che ci troviamo in questa situazione”, ha detto la cancelliera Angela Merkel, mentre il presidente francese Nicolas Sarkozy spiegava che i titoli di debito comunitari “potranno eventualmente essere la fine del processo di unione totale ma non l’inizio perché si rischia di bloccare il processo di sviluppo economico”. Escluso, in ogni caso, un ampliamento della dotazione del fondo salva Stati come chiedono alcuni osservatori, sottolineando che la sua dote da 750 miliardi (di cui effettivi 440) sia insufficiente per sostenere Italia e Spagna. Vincoli e tempi sempre più stretti, poi, per il pareggio dei bilanci. “Ci deve essere un obbligo nazionale, anche se c’è un’opposizione all’interno del Paese. Dobbiamo dare il massimo di credibilità. L’estate del prossimo anno potremmo già applicarlo”, ha detto la cancelliera tedesca.
Oggi, invece, i due leader invieranno una lettera congiunta al presidente dell’Unione Herman van Rompuy per formalizzare la richiesta della creazione di un “vero governo economico dell’eurozona” da porre sotto la sua guida per i primi 30 mesi.



Possono decidere qualsiasi cosa,ormai le borse e l’economia sono alla canna del gas,l’hanno voluta la globalizzazione a tutti i costi,questi i risultati dopo una decina d’anni.
In futuro si tornerà ad una economia pseudo-rurale,prevedo tempi bui per il consumismo e il capitalismo.

bye,bye economia del benessere per pochi intimi!

&& S.I. &&

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