martedì 19 luglio 2011

Spider Truman e le indennità dei parlamentari in Europa,i meglio pagati sono i nostri



FACEBOOK Chi c’è dietro Spider Truman?

Il precario che fa indignare la rete

di Federico Mello

Rabbia anti-casta che schiuma online. Blogger sguinzagliati. Tenzoni a colpi di status sui social network e grandi domande che si impongono al pubblico connesso. È un caso da scuola di new-journalism la vicenda di Spider Truman, l’anonimo comparso all’improvviso su Facebook che ha sbaragliato ogni record con la sua vendetta. Dal nulla, sabato ha aperto una pagina sul social network: “I segreti della casta di Montecitorio”. Il primo giorno contava trentamila iscritti; il secondo centomila, alle 19 di ieri veleggiava quasi verso le trecentomila. Si presenta così: “Licenziato dopo 15 anni di precariato in quel palazzo, ho deciso di svelare pian piano tutti i segreti della casta”. Le notizie che pubblica sono in gran parte note: si va da “Le condizioni tariffarie esclusive della Tim per i parlamentari italiani” ai “noti ladri che si aggirano a Palazzo Marini”, ovvero l’assicurazione – già raccontata ne ‘La Casta’ - che garantisce ad ogni parlamentare che subisce un furto dentro l’emiciclo, il totale rimborso del maltolto. Questi i colpi sparati dal blogger: non certo un’operazione all’Assange. Ma il caso ha travalicato il suo stesso autore, ed è diventato un simbolo. “Ha avuto un tempismo perfetto” ci dice Dino Amenduni responsabile nuovi media dell’agenzia Proforma di Bari.
Con una classe politica bombardata da indagini e richieste d’arresto che ha votato compatta per una manovra lacrime e sangue e senza neanche simbolicamente mettere mano al proprio portafoglio, il “precario” è diventato il collettore della rabbia popolare. Inevitabilmente, però, il suo anonimato ha dato spazio a domande e illazioni – ancor di più quando ha aperto un blog con tanto di banner pubblicitari.
Chi è davvero? Non si sa. Un nome l’ha tirato fuori ieri Dagospia: dietro Spider si nasconderebbe Leonida Maria Tucci, un quarantenne romano che dopo 15 anni di precariato al Senato, è stato sbattuto fuori e completamente rovinato – fino al punto da doversi rivolgere alla Caritas per avere un pasto caldo. Lui sempre a Dago, smentisce: “Noi nelle nostre
denunce ci mettiamo
la faccia”. Qualcun’altro fa
sottovoce il nome di un giornalista del portale Linkiesta che ha scritto del blogger quando questi contava ancora pochi iscritti. Amenduni è convinto invece che si tratti “di un’operazione promozionale: o di un libro o di un evento. Comunque, geniale”. Altri sospetti sono confluiti sui partiti che si sono battuti maggiormente in questi anni contro... i propri privilegi: “Il mio sospetto – ci dice Arianna Ciccone di Valigia Blu – è che dietro ci sia un partito politico interessato a lanciare una manifestazione. Se è così è meglio che lo dica, per una questione di trasparenza”. Insomma, i blogger con nome e cognome questa volta sentono puzza di bruciato. Anche perchè ultimamente c’è stata – non solo Italia – un’esplosione di anonimi. Caso da manuale Tommaso Debenedetti che, dopo aver spacciato per dieci anni false interviste ai giornali, ha raccolto online amicizie e genuflessioni aprendo i falsi profili Facebook di Umberto Eco e Abraham Yehoshua. Di qualche giorno fa inoltre la notizia – poi sfociata in una denuncia – che alla Conad di Pomigliano D'Arco si guadagnava uno sconto del 10 per cento urlando “Viva Berlusconi” alla cassa (in realtà era l'iniziativa di un anonimo burlone su Facebook). Ma anche all’estero gli esempi non mancano: si
va dall’egiziano manager di Google, Wael Ghonim, diventato l’eroe della primavera araba dopo aver aperto la pagina Facebook che diede vita alle proteste; al caso più recente – e meno edificante – della blogger Amina che raccontava la difficile vita di una “ragazza gay a Damasco” – fino a quando non si scoprì che dietro lo schermo c’era Tom, 40enne americano con aspirazioni da scrittore.
Alla fine il nostro blogger anti-casta ieri ha “svelato” la sua identità con un post. “Spider Truman è ogni disoccupato che non trova lavoro; ogni precario che viene sfruttato, ecc”. Riecheggia un notissimo discorso del Sub Comandante Marcos: “Marcos è un gay a San Francisco, un nero in Sudafrica, un asiatico in Europa, ecc...”. E non solo: proprio alla vigilia del No B. Day l’altro anonimo, San Precario, che aveva mobilitato la piazza viola scrisse su Facebook: “Domani sarò uno qualunque tra la folla viola; l’operaio incazzato; lo studente che difende la scuola pubblica; ecc...”. Un marchio di fabbrica insomma. Ma anonimo o no, in Rete molti dicono “Chi se ne frega chi è? Ha fatto bene”. La Casta, in effetti, non è certo un’invenzione dei cittadini.



Se non saranno le persone di questa difficile penisola,nel continuare lo stretto marcamento alla peggior classe politica continentale e di riscontro la meglio pagata,considerato che guadagnano come se fossero politici di uno Stato molto ricco,con il particolare stridente delle retribuzioni pessime degli stipendi medi italiani.

Se aspettiamo che si taglino i viveri,e che riducano il numero dei parlamentari,delle auto blu con autista pagato da tutti noi, e che soprattutto dopo due mandati da parlamentari tornino a fare l'originale mestiere,altro che diventare vecchi...

Non potrà mai verificarsi nulla di tutto ciò!

&& S.I. &&

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