venerdì 17 giugno 2011

"Tutti in piedi",le riflessioni di Daniele Silvestri,ospite questa sera da Santoro

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Daniele Silvestri
“Con la Fiom, contro il mondo precario”

di Silvia Truzzi
   Ha scritto una canzone, fa parte dell’album S.C.O.T.C.H. e dice così: “Il mio lavoro è inutile, diciamo futile, essenzialmente rimovibile, sostituibile, regolarmente ricattabile”. S’intitola Precario è il mondo, Daniele Silvestri la canterà stasera a Bologna, nel parco di Villa Angeletti . La Fiom compie 110 anni, in molte città d’Italia si spengono candeline per la dignità del lavoro: il desiderio da esprimere, non c’è nemmeno bisogno di dirlo. (L’evento di Bologna, condotto da Michele Santoro, sarà in onda su Current tv – canale 130 piattaforma Sky – e in streaming sul sito del Fatto uotidiano).
   Daniele, quali brani ha scelto?
   Me ne sono stati chiesti due: ovviamente Precario è il mondo. E poi Io non mi sento italiano di Gaber. Quasi certamente ce ne sarà un terzo.
   Perché ha deciso di partecipare?
   Sono un fan di Santoro e ho un ricordo molto bello di Raiperunanotte. Questo è un evento diverso, ma ricalca quell’esperienza anche per un modo di coinvolgere le persone che a me piace. Poi c’è il motivo più importante: essere vicini alla Fiom e ai lavoratori.
   A proposito: il ministro Brunetta ha detto che i lavoratori precari sono “l’Italia peggiore”.
   Cos’ha pensato quando l’ha letto?
   Quello che penso quasi sempre quando sento parlare i membri del governo, specie i più spocchiosi, categoria cui certo Brunetta appartiene: c’è un’insopportabile distanza tra chi ci amministra e noi cittadini. Una situazione talmente evidente che dovrebbe averla compresa 
anche la classe politica più arroccata.
   Gli è bastato sentire “Rete dei precari” per scappare. Salvo poi sostenere di essere stato attaccato.
   È il ministro che dovrebbe spiegarlo, il precariato. Ammesso che si possano trovare degli argomenti, è lui che dovrebbe motivare le scelte, giustificare certe politiche che vengono rivendicate come necessarie, moderne. Invece che fa? Si mette a insultare i lavoratori, che peraltro, si erano rivolti a lui educatamente, come dimostrano i filmati. Sorvoliamo sul tentativo di mistificazione dei fatti: ancora peggio.
   La distanza tra la classe politica e i cittadini dipende anche dal fatto che questioni fondamentali, come il lavoro, sono state pressoché ignorate?
   Le amministrative e i referendum sono anche una risposta a questo. Il governo può far finta di no, ma è impegnato unicamente a ricorrere i problemi del premier. Mentre la questione è diversa, il problema è quel premier. Di fatto il Parlamento si occupa solo dei guai di Berlusconi. Il lavoro, l’economia, la cultura, l’istruzione sono questioni centrali: la gente lo sa, ma non sono mai una priorità per l’esecutivo. Allora quando le persone hanno la possibilità 
di esprimere un voto, esce fuori il desiderio di riappropriarsi delle decisioni su temi importanti come quelli dei referendum. Gli italiani hanno capito che del bene comune, a chi ci amministra, non importa nulla.
   Come è nata Precario è il mondo?
   Questo brano viene da lontano: la prima bozza l’ho scritta nove anni fa. Ma è rimasta in un cassetto, perché ci sono parole come precarietà, atipico, flessibilità che sono diventate un po’ abusate. È stato per colpa o per merito della trasmissione di Fazio e Saviano se mi è venuta voglia di riscriverla. Nel frattempo poi le cose sono cambiate. 
Perché con la precarietà abbiamo cominciato a fare i conti a tutti i livelli, non solo sul lavoro: la precarietà è diventata sociale, familiare, una precarietà delle coscienze perfino. Ormai è un abito mentale
   Non siamo più capaci di guardare al futuro?
   Sì, per questo è urgente tornare a parlare di dignità, lavoro e diritti che dovrebbero esser acquisiti e invece si stanno piano piano disgregando. Bisogna ricominciare a lottare per questi diritti. E non lo può fare solo la Fiom.






Quante serata su questo tema si dovrebbero fare,ormai il lavoro per le nuove generazioni si è trasformato in stage,precarietà,con stipendi inesistenti o da canna del gas,altro che riuscire a realizzarsi nella vita.

Se poi si è tra i privilegiati,quelli occupati stabilmente,si fa strada il metodo Marchionne,ovvero robusti giri di vite nel far lavorare all'eccesso in determinati momenti,e repentinamente stare a casa quando i flussi produttivi rallentano,poichè ormai la classe dirigente di questo paese e non solo,non riesce e non vuole organizzarsi altrimenti.

La globalizzazione per gli industriali è stata la manna arrivata dal cielo,soprattutto per i due aspetti appena descritti,la verifica di tutto ciò,è la forbice tra le retribuzioni e le ricchezze accumulate dai cosiddetti manager,una vergogna sociale insopportabile.

&& S.I. &&

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