venerdì 3 giugno 2011

Roberto Rosso,altro politico della destra indagato

Quello che promise a Fli il suo apporto sino all'ultimo giorno per poi passare nuovamente al Pdl in un batti baleno....



Rosso, “Soldi pubblici per pagarsi le elezioni”
Centoquarantamila euro erogati per la promozione del territorio sono finiti nella campagna del neosottosegretario pidiellino
Nemmeno il tempo di festeggiare la vittoria della Provincia di Vercelli, una delle poche amministrazioni del Nord dove l’asse Pdl-Lega ha tenuto, che sulla testa del pidiellino, poi passato a Fli, poi ritornato pidiellino, Roberto Rosso, che del centrodestra locale è leader indiscusso, arriva una tegola.

Il neosottosegretario all’Agricoltura del governo Berlusconi (ex vicepresidente della Regione Piemonte ed ex meteora di Futuro e libertà, di cui è stato appunto anche coordinatore regionale da novembre a febbraio) è indagato per associazione a delinquere dalla Procura di Vercelli. Al centro dell’inchiesta, la Fondazione Terre d’Acqua, di cui Rosso è stato fondatore e promotore. Una società cosiddetta in house, ossia a capitale interamente pubblico, i cui soci risultano essere la Provincia di Vercelli e il comune di Trino Vercellese, feudo del sottosegretario.

Secondo l’accusa, Terre d’Acqua sarebbe servita a gestire e utilizzare denaro pubblico (circa un milione e 400 mila euro) per fini diversi da quelli ufficiali di promozione turistica, in particolare (ma non solo) per favorire le iniziative elettorali di Roberto Rosso. L’avviso di chiusura indagini (cominciate nel settembre 2010) è stato notificato oltre che al sottosegretario, ad altre cinque persone, anch’esse accusate di associazione a delinquere. Si tratta del coordinatore del Pdl di Casale Monferrato ed ex ad di Terre d’Acqua Nicola Sirchia, del consigliere comunale del Pdl di Vercelli Tino Candeia (ex presidente dell’Associazione), del direttore generale della Provincia Gianfranco Chessa, dell’ex sindaco di Trino Giovanni Ravasenga e dell’assessore al Bilancio (e membro del cda di TdA) Alessandro Giolito. Indagati per concussione e peculato anche l’ex assessore al Lavoro della Provincia Roberto Saviolo e la libera professionista valdostana Cinzia Joris.

La Procura di Vercelli è convinta che “il prestigio e il carisma” di Roberto Rosso abbiano indotto gli amministratori della Provincia e del Comune di Trino ad erogare con una certa allegria (tra spese gonfiate o mai sostenute e omessi controlli) fondi all’associazione Terre d’Acqua usati – come detto – per fini diversi da quelli ufficiali.

In particolare si cita il caso della signora Anna Montarolo, moglie di Alessandro Gioito, assunta da Terre d’Acqua (e quindi pagata con denaro pubblico) senza aver mai lavorato per la Fondazione e i 144 mila euro erogati per un piano marketing di promozione del territorio utilizzati – secondo l’accusa – per il sostegno alla campagna elettorale di Rosso alle elezioni politiche del 2008: il contratto prevedeva la stampa e la distribuzione di 140 mila copie del periodico Newsletter e 90 mila “contatti telefonici” per promuovere il turismo nell’area vercellese. Peccato che entrambe le iniziative – periodico e telefonate – si siano rivelate organi di pubblicità delle iniziative elettorali del sottosegretario. Un po’ come i volantini che Rosso, buon amico di Fabrizio Cazzago, ex ad diPhonemedia (il colosso fallito dei call center con sede a Trino che ha lasciato per strada centinaia di lavoratori) era solito inserire nelle buste paga dei dipendenti.

È la prima volta che Roberto Rosso – che respinge con sdegno le accuse e si dice certo di provare la propria estraneità ai fatti – viene coinvolto direttamente in un’inchiesta, per quanto il suo nome sia risuonato in più occasioni: dal fallimento di Phonemedia all’arresto nel febbraio 2010 del presidente della Provincia di Vercelli Renzo Masoero, fedelissimo di Rosso pizzicato con una mazzetta da diecimila euro in tasca (ha patteggiato due anni) e dell’assessore al Lavoro Roberto Saviolo, anch’egli uomo dell’entourage politico rossiano, due mesi più tardi. Gli indagati hanno venti giorni di tempo per presentare memorie e controdeduzioni. Poi la Procura deciderà se chiedere il rinvio a giudizio.


Tutta colpa degli elettori della peggior destra mai vista nel panorama occidentale,nonostante tutto continuano a sceglierla pur sapendo che è piena zeppa di approfittatori e opportunisti della peggior specie.
Tutto sommato a maggioranza l’Italia se la merita,in un’altra realtà occidentale tutto cio’ non sarebbe possibile!
Dopo un ventennio poi,penso che un qualcosa di simile sarebbe difficile trovarlo su tutto l’universo…..

&& S.I. &&


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Uno dei tanti malavitosi...

Ivo Serenthà ha detto...

Tocca aspettare l'evolversi delle indagini e l'eventuale rinvio a giudizio.

Che sia un voltagabbana delle peggior specie,questa si è una realtà.