sabato 5 marzo 2011

Tutte le frequentazioni tra Vespa e Berlusconi





La cena per farli conoscere

di Marco Travaglio
   Spero che a nessuno sfugga il dramma di Bruno Vespa. Già nervosetto per la fine prematura del “giallo di Brembate”, su cui aveva programmato un centinaio di puntate e commissionato un paio di plastici ad hoc, l’altra sera s’è ritrovato in studio il primo politico della storia che abbia osato mettere in dubbio la sua imparzialità: non, naturalmente, uno del Pd (quelli anzi lo adorano: ultima new entry il rottamatore rottamato Renzi), ma Fini. Ogni volta che il presidente della Camera criticava B., Vespa lo difendeva con tutto l’amore che solo lui (e Fede e Minzolingua e un tempo Bondi) ancora gli porta. Quando poi Fini gli ha ricordato “lei è molto informato su quello che fa Berlusconi, visto che lo frequenta”, l’altro ha ribattuto scuro in volto: “Non frequento Berlusconi”. A questo punto si apre un caso umano di dimensioni inaudite. B. pubblica i libri di Vespa tramite la Mondadori, ma Vespa non lo frequenta. B. presenta ogni libro di Vespa anche due o tre volte, ma Vespa non lo frequenta. B., negli ultimi due mesi prima dell’uscita dei libri di Vespa, smette di parlare in pubblico e dice tutto in esclusiva a Vespa che lo gira subito alle agenzie per fare pubblicità al libro che ancora non c’è, ma Vespa non lo frequenta. Sempre tramite Mondadori, B. pubblica Panorama, che ogni settimana vanta una rubrica di Vespa, si spera ben retribuita dalla famiglia B., ma Vespa non lo frequenta. Sempre tramite Mondadori, B. pubblica il femminile Grazia, che vanta una rubrica di Vespa, si spera ben retribuita dalla famiglia B., ma Vespa non lo frequenta. Sempre a Panorama lavora Stefano Vespa, fratello di Bruno, stipendiato dalla famiglia B., ma Bruno non lo frequenta. B. ha nominato i vertici Rai che hanno regalato al pensionato Vespa un contratto di collaborazione da 2 milioni di euro l’anno, ma Vespa non lo frequenta. Vespa ha allestito per B. memorabili set a Porta a Porta: tipo la scrivania in ciliegio per il “Contratto con gli italiani” e la cartina dell’Europa su cui B. tracciò a pennarello le Grandi Opere prossime venture (compresa la linea ferroviaria Roma-Mosca che “sto trattando con la Russia dell’amico Putin per aprire un corridoio negli Urali e collegarci all’Oceano Pacifico”), ma Vespa non lo frequenta. L’estate scorsa Vespa organizza a casa sua una cena col cardinal Bertone, il governatore Draghi, il finanziere Geronzi, il ciambellano Letta e i piccioncini Berlusconi e Casini per farli tornare insieme, ma Vespa non lo frequenta. Nel 1993 la gip Augusta Iannini, moglie di Bruno Vespa, si astiene sulla richiesta di arresto per Letta e Galliani, coinvolti nello scandalo delle mazzette Fininvest per la legge Mammì, perché “sono amici di famiglia”, ma Vespa non lo frequenta. Il secondo governo B. ha assunto come dirigente al ministero della Giustizia la giudice Iannini, moglie di Vespa, poi confermata dal secondo governo Prodi grazie a Mastella e dal terzo governo B. grazie ad Alfano, che l’ha addirittura promossa a capo dell’ufficio legislativo di via Arenula, ma Vespa non lo frequenta. Vespa dà del tu anche nei suoi libri all’ex avvocato di B., Cesare Previti, noto corruttore di giudici fra i quali l’ex capo dei gip Renato Squillante, amicone della signora Iannini, che ogni domenica s’intratteneva con lui in amabili colazioni al bar Tombini, ma Vespa non lo frequenta. Di recente la signora Iannini ha reso visita un paio di volte a B. a Palazzo Grazioli, al seguito del ministro Alfano, partecipando a riunioni con gli avvocati di B. sui processi a B., ma Vespa non lo frequenta. A questo punto la questione diventa umanitaria: non si può lasciare un insetto in queste condizioni. Se ci tiene tanto a conoscere B., va accontentato. Ruby ha il cellulare di B. e lui no? Chi può, per favore, organizzi un incontro fra i due: che so, una cenettina a lume di candela. Magari non si piacciono e la cosa finisce lì. O forse, chissà, scocca la scintilla e da cosa nasce cosa.





Marco Travaglio dimentica che da qualche tempo il sultano non possiede telefoni cellulari,al max se li fa prestare a rotazione,diventa difficile localizzarlo,meglio i vecchi ma senza dubbio più efficaci "pizzini",e la cena a lume di candela si potrà sviluppare....

&& S.I. &&

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