domenica 13 marzo 2011

E zio tibia-Sallusti attaccò ferocemente Travaglio




Olindo, non fare così
di Marco Travaglio
   Quando creò Sallusti, il Padreterno doveva avere una gran fretta. Il pupo infatti gli venne un po’ così, come dire: abborracciato, approssimativo, mancante di alcuni accessori solitamente piuttosto utili all’homo sapiens. È dunque con l’indulgenza dovuta ai bisognosi che ci occupiamo dello strano caso di questo sventurato a cui la sorte ha riservato un compito decisamente sproporzionato alle sue forze: dirigere il Giornale, che in altre epoche conobbe anche direttori veri. Ieri il pover’uomo, con tutto quel che succede in Italia e nel mondo, ha dedicato l’editoriale al sottoscritto, reo di aver preso in giro Giuliano Ferrara. Il quale, essendo abituato a darle e a prenderle piuttosto sportivamente, non ha fatto una piega. Sallusti invece (come la sua versione biondoplatino che scrive su Libero) ha preso cappello e ha vergato un elenco completo, “salvo errori ed omissioni” (ha scritto proprio così), delle mie cause civili, scoprendo che ne ho perse alcune: quasi sempre per eccesso di critica ai suoi padroni, una volta perché l’avvocato si dimenticò di difendermi, una per un caso di omonimia, alcune per eccessi di sintesi, mai per aver scritto cose false. Dev’essere questo che lo sconvolge: l’esistenza di giornalisti che scrivono del premier senza essere pagati dal premier e senza contar balle. Infatti, con grave sprezzo del ridicolo, zio Tibia tira in ballo Montanelli, che naturalmente non ha mai conosciuto, per dire che nel ’94 “ebbe la sciagurata idea di mollare la sua creatura per fondare la Voce”. Per i servi, un giornalista che lascia il suo giornale perché l’editore va in politica è “sciagurato”. Non riescono proprio a capirlo, visto che passano il tempo a parlar bene del padrone che li paga. E lo fanno con l’aria sofferente dell’eroe temerario costretto alla clandestinità, accerchiato dai “poteri forti” asserviti alle terribili “sinistre”. Quando c’era Feltri, almeno qualche notizia il Giornale la dava: tipo casa Tulliani. Sallusti contribuiva come poteva: con notizie false. Sua – ha rivelato Feltri – la maxi-balla di Boffo schedato come gay dalla polizia. Sua la gestione del dossier Marcegaglia. Ma il direttore responsabile era Feltri che, grazie a Mortimer, fu sospeso per tre mesi dall’Ordine. Così decise di lasciarlo solo, non prima di averlo ribattezzato “Olindo” per dare l’idea dei danni che fa. Da allora Sallusti non ha più beccato una notizia, nemmeno falsa. S’è ridotto a sbattere in prima pagina “gli amori segreti di Ilda la Rossa” (la Boccassini nel 1980 aveva un fidanzato e, quel che è peggio, lo baciava) e “Vendola nudo su una spiaggia di nudisti” (dove solitamente si va in giacca, cravatta e paltò). O a titolare “Cav. ottimista: Ruby era maggiorenne”, costringendo persino Ghedini a smentirlo quando si scopre che due italiani offrivano soldi per taroccare la data di nascita della piccina. Nel disperato tentativo di trattenere i lettori in fuga verso Libero, Olindo pubblica a dispense le memorie di un collega, il cameriere di Mussolini: ieri undicesima puntata ricca di croccanti scoop sul Duce terrorizzato dai badogliani. Roba da transennare le edicole. Ottimo anche il pezzo di Giordano sull’ultimo vile attentato al Giornale: una querela di Bocchino (“Bocchino ci aggredisce e tutti tacciono”). Feroce l’intervista del segugio Chiocci a Bertolaso, “il funzionario che mezzo mondo ci invidia costretto a smettere l’uniforme della Protezione civile per indossare quella di indagato”, ma sempre “calmo e serafico”. Domande urticanti: “Perché proprio lei è finito nel tritacarne?”, “che idea s’è fatto di questa inchiesta?”, “non se ne starà mica con le mani in mano?”. E risposte autocritiche: “Ho commesso un gigantesco errore: caricarmi sulle spalle problemi importanti e risolverli”. Memorabile l’analisi di Franco Battaglia sull’allarme radioattivo in Giappone: “Troppe bugie sul nucleare. I reattori sono non sicuri, ma sicurissimi nei terremoti”. Al Giornale è tutto relativo: rispetto ai danni da Sallusti, una centrale che esplode è una puzzetta.





Sa di prendersele sonoramente zio tibia-sallusti,a livello giornalistico Travaglio sta a Messi contro Gattuso,ma da buon incassatore deve giustificare il proprio stipendio,avendo pubblicato il nulla condito da qualche flop in questi ultimi mesi dalla "vedovanza" di littorio-feltri.
Gli è riuscita solo una performance degna di nota,e non fu manco un'idea stampata,bensì l'aver fatto incazzare come una biscia il "velista non per caso",con baffetti incorporati a Ballarò,il "vada a farsi fottere" a mo di fumetto lo ha inquadrato dietro la scrivania.


Tutto sommato gli è riuscito di smuovere le acque,l'acquitrino su cui era impantanato con la reazione pubblicata oggi sul Fatto quotidiano gli ha reso più dolce il fine settimana,una tantum anche per lui c'è una vetrina,da presa per i fondelli,ma sempre di ribalta si tratta!


&& S.I. &&

3 commenti:

Mr.Tambourine ha detto...

"Sta a Messi contro Gattuso". Grande.

MaiaDesnuda ha detto...

Ciao amico! finalmente riesco ad entrare sul tuo sito. Nelle precedenti settimane mi dava un avviso nel quale mi si invitava a non entrare per la presenza di un virus. Chissà cos'era.
Comunque spero tu stia bene. Un abbraccio.

Ivo Serenthà ha detto...

@ Mr.Tambourine

Averlo comparato a Gattuso,ho idea che se si sparge la voce,ringhio mi fa querela!

Si Maia,c'era una stringa che ho scovato,la quale dava questo problema,ma solo con il browser google chrome.

Tutto ok,spero bene anche per te

Un abbraccio