mercoledì 9 febbraio 2011

Come viaggiare a 100 km/h nella nebbia verso la morte,di Massimo Gramellini



Due morti e decine di incidenti, tamponamenti e feriti sulle autostrade del Nord-Est fasciate dalla nebbia. E la solita domanda: perché? Perché le persone non alzano il piede dall’acceleratore quando intorno a loro la visibilità si riduce a una coperta di latte? Escludiamo che siano tutti ubriachi, o pazzi o aspiranti suicidi. Resta una sola ipotesi: è saltato il senso del limite, la percezione chiara che ogni gesto non è un arabesco nell’iperspazio virtuale, ma va a finire da qualche parte, dove produce effetti concreti e definitivi: se non bagni un fiore, il fiore appassisce; se hai l’amante, tradisci il partner; se corri in auto nella nebbia, prima o poi andrai a sbattere.

Si chiama nesso di causalità e una volta lo insegnavano alle elementari, suppongo anche adesso. E allora cos’è che non si insegna più? Le ringhiere. Nessuno ci insegna più a mettere le ringhiere. Le macchine hanno gli airbag, e noi? Le regole non sono una bizzarria concepita dai tiranni. Sono linee di confine che servono a rassicurare le persone e a renderle coscienti dei propri limiti affinché siano in grado di superarli. Come la metrica nella poesia, hanno il compito di dare ritmo e forma all’esistenza. Le ringhiere interiori proteggono dall’eccesso, dall’arbitrio, dalla perdita di contatto col proprio corpo e con tutto ciò che lo circonda. La libertà consiste nello scavalcarle. Ma senza di esse si brancola in uno spazio informe e alla fine si precipita.

La fretta Gramellini,è l'unica ragione per non far sollevare quel piedino che ha citato,insieme ad un discreto senso di onnipotenza,quando si pensa che al volante non potrà capitare mai nulla se ognuno di noi è alla guida.Per riuscire ad arginare il fenomeno dovrebbero aumentare di moltissimo i controlli,avrà fatto caso anche lei di trovare raramente una pattuglia della stradale nei nostri viaggi a quattro o due ruote!

&& S.I. &&

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