E le impossibili frequentazioni della Boccassini,intenta a baciarsi per strada alcuni decenni fa........"Il tutto reperito dai super professionisti del giornale",il quotidiano gioiello di famiglia!
Clouseau alla Farnesina
Grande giornata, ieri, per l’informazione senza se e senza ma. In un memorabile duetto col senatore Compagna, ansioso di “dare un contributo al giornalismo investigativo”, Frattini Dry ha finalmente dimostrato la propria utilità sociale, di cui fino all’altroieri non pochi dubitavano, ritenendolo il pelo superfluo del governo: il ministro degli Esteri non serve a migliorare l’immagine e il peso dell’Italia nel mondo, dove contiamo meno dello Zambia, ma a investigare sul celebre appartamento occupato da Giancarlo Tulliani a Montecarlo. Il Clouseau della Farnesina, dopo mesi di indagini e appostamenti, è giunto finalmente alla conclusione che l’alloggio è di Tulliani, citando le carte che l’autorevole governo di Saint Lucia gli ha inviato il 10 dicembre e lui ha tenuto nel cassetto per un mese e mezzo, per estrarle dalla feluca in pieno scandalo Berlusruby. Ma senza mostrarle. Il perché lo svela il nostro sito web: le “nuove” carte sono quelle vecchie, già uscite sul Giornale. Di nuovo c’è solo la lettera di accompagnamento del premier del paradiso caraibico, in cui si definisce autentica la missiva del ministro Francis che collega Tulliani alle società acquirenti: ma “autentica” vuol dire soltanto che la missiva è di Francis, non che il contenuto è vero. E ora chi lo dice a Minzolingua, che l’altra sera ha dedicato all’affaire monegasco e al delitto Cesaroni l’apertura del Tg1, con tanto di intervista al vicino di casa di Tulliani? A proposito di vicini di casa: Libero e Il Giornale hanno un filo diretto con quelli di Fini. Così i loro segugi, in ossequio alla legge sulla privacy, ci informano minuto per minuto su quel che accade nell’appartamento romano del presidente della Camera. Libero titola a tutta prima pagina: “Lite in casa Fini. Le nuove carte sulla proprietà del pied-à-terre scatenano una discussione in famiglia”. Alla fine, udite udite, “il cognato sbatte la porta e se ne va di casa”. Il Giornale in stereofonia: “La casa di Montecarlo sfascia casa Fini. Scontro col cognato. I vicini raccontano di aver sentito urla e strepiti per 20 minuti”. Già ci pare di vederli, segugi e vicini, appostati giorno e notte nella tromba delle scale di casa Fini o appesi nel vano ascensore, armati di bicchiere e stetoscopio da muro per captare parole, urli, sospiri, rumori ed eventuali puzze sospette. Una vita d’inferno. Il Giornale però relega la notiziona a pagina 8. Anche perché in apertura sfodera uno scoop ancor più appetitoso: “Verità nascoste. Gli amori privati della Boccassini”. Sommario: “La pm finì sotto processo al Csm perché sorpresa in atteggiamenti sconvenienti con un giornalista di sinistra. Si difese invocando la privacy”. Uno scandalo mondiale: la pm che indaga il premier per concussione e prostituzione minorile si rivela come o peggio di lui. Seguono due-pagine-due di rivelazioni sconvolgenti: nel 1980 un “addetto alle pulizie” della Procura di Milano, che i segugi di Sallusti definiscono “il superteste”, scopre che la Ilda è fidanzata con un giornalista di Lotta continua e giura di averla vista seduta sulle sue ginocchia. A riprova della recidiva, un poliziotto segnala un altro “fattaccio”: “Il giorno 15.10.1981 alle ore 18.30, lungo via Battisti angolo corso di Porta Vittoria, veniva attirata la mia attenzione da una coppia di giovani che, abbracciati in atteggiamento amoroso, si baciavano mentre camminavano. Mi colpiva in modo particolare lo sguardo cattivo che mi veniva lanciato dalla dottoressa...”. Un Pg bacchettone mandò il tutto al Csm, che naturalmente assolse la Boccassini, non essendo illecito disciplinare fidanzarsi con un ragazzo di sinistra e, di tanto in tanto, baciarlo. Ma lo scoop ci sta tutto. Anziché fare il bunga-bunga, ingaggiare gigolò minorenni a pagamento e telefonare in questura per farli rilasciare quando venivano arrestati per furto, che faceva la sporcacciona? Baciava mentre camminava. E, se incontrava un guardone, gli lanciava uno “sguardo cattivo”. Ce n’è abbastanza per una nuova indagine dell’ispettore Frattini.
Non è da oggi che l'impressione dell'attuale esecutivo dia l'idea di marionette mosse dal solito regista,l'uomo aziendalista per eccellenza che ha trasformato la politica in una società per azioni,dove i dipendenti seppur siano pagati dalla collettività sono a pieno servizio del manovratore,si spera almeno che i soldi elargiti alle graziose signorine del bunga,bunga,siano effettivamente suoi.
Pazienza pagare i lacchè,ma gli altri servizi sono affari suoi,sempre che non siano provate e giudicate prestazioni da parte di minorenni.
[ Kenzo ]
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