Nel 2030 l’energia ottenuta da combustibili fossili o da impianti atomici sarà un ricordo del passato. Pura utopia? Forse. Volendo si potrebbe fare, è solo una questione di politica economica. Lo sostiene uno studio di Mark Delucchi (Università di California Davis) e Mark Jacobson (Stanford University) pubblicato in gennaio sulla rivista specializzata Energy Policy. Gli investimenti sarebbero ingenti in quanto andrebbero installati 4 milioni di pale eoliche da 5 megawatt, 90 mila centrali solari da 300 megawatt (sia fotovoltaiche che a concentrazione) e 1,7 miliardi di pannelli solari fotovoltaici da 3 chilowatt (in pratica ogni casa del mondo dovrebbe avere il proprio impiantino sul tetto).
MIX - Per completare il mix che porterebbe al 100% di rinnovabili, spiegano Delucchi e Jacobson, la quantità globale di energia prodotta dovrebbe comprendere il 4% di idroelettrico (non molto di più dell’attuale percentuale) e il 6% complessivo da geotermico e dall’energia ricavata da onde e maree. Un punto fondamentale però è l’efficienza energetica, cioè bassi consumi e taglio netto degli sprechi. Lo studio americano volutamente ignora le energie ricavate da biomasse e dall’atomo, che invece contribuiscono rispettivamente con il 10% e il 6% all’energia mondiale oggi prodotta.
SMART GRID - Delucchi e Jacobson nel loro studio hanno ovviamente preso in considerazione la disponibilità di risorse per la costruzione dei pannelli solari, per esempio le cosiddette terre rare. Un punto chiave però è la realizzazione di una rete elettrica «intelligente» (smart grid), senza la quale diventa un problema insormontabile la connessione alla rete di grandi centrali eoliche e solari, e soprattutto il bilanciamento delle due risorse – variabili per definizione sia di giornata in giornata che durante le diverse ore del giorno.
VOLONTÀ - «Volevamo dimostrare che sole, vento e acqua sono sufficienti a soddisfare la domanda di energia», hanno dichiarato i due ricercatori californiani. «Il problema principale è solo la volontà politica». I costi oggi sarebbero proibitivi per realizzare il passaggio totale alle rinnovabili, ma secondo i due autori della ricerca entro il 2030 i costi dovrebbero scendere in modo costante, tanto da rendere entro quella data «proibitiva» – anche per i costi sociali e ambientali – l’idea di aprire nuove centrali a combustibili fossili o nucleari.
Non ho idea se le politiche economiche andranno in buona percentuale verso le energie rinnovabili,accantonando e dimenticando in buona misura l'energia fossile,il tutto dovrà risultare un business,di pari passo con l'abbattimento dei costi verso tali tecnologie.
E su questo fronte che si giocherà il destino dell'intero pianeta.
@ Dalida @
1 commento:
Os conocí hace un tiempo, porque me dejasteis un comentario en www.rojolibre.blogspot.com, pienso que es necesario que existan blogs que denuncien lo que pasa y no se cuenta; tener un espacio para manifestar lo que preocupa, lo que se siente, para que la gente lo sepa y empatice.
Salud!
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