lunedì 31 gennaio 2011

2030:L'anno della svolta con il bando dell'energia fossile



 Nel 2030 l’energia ottenuta da combustibili fossili o da impianti atomici sarà un ricordo del passato. Pura utopia? Forse. Volendo si potrebbe fare, è solo una questione di politica economica. Lo sostiene uno studio di Mark Delucchi (Università di California Davis) e Mark Jacobson (Stanford University) pubblicato in gennaio sulla rivista specializzata Energy Policy. Gli investimenti sarebbero ingenti in quanto andrebbero installati 4 milioni di pale eoliche da 5 megawatt, 90 mila centrali solari da 300 megawatt (sia fotovoltaiche che a concentrazione) e 1,7 miliardi di pannelli solari fotovoltaici da 3 chilowatt (in pratica ogni casa del mondo dovrebbe avere il proprio impiantino sul tetto).
MIX - Per completare il mix che porterebbe al 100% di rinnovabili, spiegano Delucchi e Jacobson, la quantità globale di energia prodotta dovrebbe comprendere il 4% di idroelettrico (non molto di più dell’attuale percentuale) e il 6% complessivo da geotermico e dall’energia ricavata da onde e maree. Un punto fondamentale però è l’efficienza energetica, cioè bassi consumi e taglio netto degli sprechi. Lo studio americano volutamente ignora le energie ricavate da biomasse e dall’atomo, che invece contribuiscono rispettivamente con il 10% e il 6% all’energia mondiale oggi prodotta.
SMART GRID - Delucchi e Jacobson nel loro studio hanno ovviamente preso in considerazione la disponibilità di risorse per la costruzione dei pannelli solari, per esempio le cosiddette terre rare. Un punto chiave però è la realizzazione di una rete elettrica «intelligente» (smart grid), senza la quale diventa un problema insormontabile la connessione alla rete di grandi centrali eoliche e solari, e soprattutto il bilanciamento delle due risorse – variabili per definizione sia di giornata in giornata che durante le diverse ore del giorno.
VOLONTÀ - «Volevamo dimostrare che sole, vento e acqua sono sufficienti a soddisfare la domanda di energia», hanno dichiarato i due ricercatori californiani. «Il problema principale è solo la volontà politica». I costi oggi sarebbero proibitivi per realizzare il passaggio totale alle rinnovabili, ma secondo i due autori della ricerca entro il 2030 i costi dovrebbero scendere in modo costante, tanto da rendere entro quella data «proibitiva» – anche per i costi sociali e ambientali – l’idea di aprire nuove centrali a combustibili fossili o nucleari.



Non ho idea se le politiche economiche andranno in buona percentuale verso le energie rinnovabili,accantonando e dimenticando in buona misura l'energia fossile,il tutto dovrà risultare un business,di pari passo con l'abbattimento dei costi verso tali tecnologie.
Un segnale positivo ad esempio arriva dalla Cina,forse l'unico che arrivi da quelle parti,ovvero i massicci investimenti nel fotovoltaico e solare,stanno abbattendo anno dopo anno i costi dei pannelli,e i parchi solari in oriente si stanno moltiplicando.

E su questo fronte che si giocherà il destino dell'intero pianeta.

@ Dalida @

1 commento:

Nöe ha detto...

Os conocí hace un tiempo, porque me dejasteis un comentario en www.rojolibre.blogspot.com, pienso que es necesario que existan blogs que denuncien lo que pasa y no se cuenta; tener un espacio para manifestar lo que preocupa, lo que se siente, para que la gente lo sepa y empatice.
Salud!