martedì 16 novembre 2010

A Torino il testamento biologico è una realtà



Mai più casi Eluana a Torino. Un segnale chiaro e forte al Parlamento, «che approvi in fretta una legge in grado di regolamentare questo delicato tema capace di dividere le coscienze». E’ questa la sostanza del documento a cui ieri sera il Consiglio comunale di Torino ha detto sì - nonostante i malumori dei cattolici (in primis Calgaro e Olmeo dell’Api) e la netta contrarietà dell’opposizione («si tratta solo di una farsa, neanche fossimo in «Second Life») - con 21 sì, 4 no, 11 astenuti. Questo registro dei Testamenti Biologico nato grazie a una delibera popolare (primo firmatario il presidente dei Radicali italiani Silvio Viale) firmata da 2800 persone ha così concluso il suo iter amministrativo.

Torino non è la prima città italiana a intervenire sulla questione: Pisa, Firenze, Vicenza, Genova e il X Municipio di Roma hanno già approvato l’istituzione del Registro. «Condivido i contenuti della delibera e rispetto la partecipazione popolare: senza i Radicali - ha esordito il sindaco Chiamparino - che hanno promosso la legge sul divorzio, l’Italia sarebbe più povera per quanto riguarda i diritti civili». E ha aggiunto: «Oggi non è un problema di democrazia o di procedure formali. In Italia, nella contrapposizione tra laicismo e confessionalismo è stata mutilata la possibilità di accrescere il patrimonio dei diritti civili. Un primo passo verso un riconoscimento della centralità della persona, all’interno del contesto di relazioni in cui vive. E’ un invito a meditare, un segnale che manda la Città di Torino per accelerare la discussione e le decisioni del Parlamento. L’unica preoccupazione che ho è il sovraccarico burocratico che può derivare al Comune, che assume nuove funzioni senza avere ulteriori risorse».

Insieme con la delibera è stata approvata (28 sì, 4 no e 4 astenuti) una mozione di accompagnamento (primo firmatario il capogruppo Pd Andrea Giorgis) con la quale si chiede alla giunta di attivare ogni forma di comunicazione verso i cittadini perché possano esercitare la propria autodeterminazione sul trattamento sanitario di fine vita.

Dura l’opposizione: «Quello di Torino è diventato un Consiglio delle realtà virtuali» (Ghiglia, An-Pdl); «E’ una forzatura politica perché su questo tema il Comune non ha competenze» (Zanolini, Fli); «Provvedimento inutile e inopportuno» (Angeleri, Lega Nord). Spiazzante ciliegina sulla torta, la dichiarazione dell’assessore che dovrà tradurre in pratica la delibera, il super cattolico assessore Ferraris (Moderati): «Un segnale utile per il dibattito nazionale: una provocazione politica, insomma senza risvolto pratico».

Seppure la votazione comunale di ieri ha dato il via libera alla possibilità dei cittadini torinesi di avvalersi del testamento biologico,sia effettivamente un'opportunità quasi simbolica,può far riflettere l'intero paese sulla questione,poichè non si vuole obbligare chicchessia a scegliere o meno l'ultima volontà,ovvero l'accanimento terapeutico,bensì dovrà essere una libera scelta,da organizzarsi per tempo,naturalmente.

@ Dalida @

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