martedì 5 ottobre 2010

Il golf e l'identità europea da raggiungere,di Massimo Gramellini



Il golf è una straordinaria tisana televisiva, che assunta a tarda sera concilia il sonno meglio di un dibattito fra Fli e Udc. Ma in questi giorni ha offerto agli estimatori un aroma in più: l’Europa. Quando mai qualcuno aveva fatto il tifo per l’Europa? Si tifa per il proprio campanile, al massimo per la Nazionale. Ma l’Europa resta un’entità frigida anche nello sport. Invece, grazie alla Ryder Cup che opponeva la squadra europea a quella nordamericana, gli appassionati da Oslo ad Atene hanno potuto esultare per la vittoria dei loro con-continentali (manca persino la parola per definirli). Addirittura il pubblico inglese, che seguiva la competizione dal vivo, ha trangugiato decenni di euro-freddezza per sostenere con calore insospettabile i golfisti spagnoli e italiani contrapposti a Tiger Woods.

Sembrano, e sicuramente sono, delle sciocchezze, se paragonate a una relazione del presidente della Bce. Ma è con questo genere di sciocchezze che si cementano le comunità. L’Europa è una cosa antica. Ma non sarà mai percepita come una cosa viva fin quando non avrà una lingua e un esercito in comune. Nella ricerca di un collante, lo sport sicuramente aiuta. Immagino l’attrattiva di una selezione di calcio europea che sfidasse il resto del mondo una volta l’anno. Ma in attesa di tifare per l’attacco delle meraviglie Krasic-Iniesta-Ibra-Ronaldo-Sgrigna (uno del Toro lo metteranno, no?), mi godo il miracolo dei fratelli Molinari. Chi lo avrebbe detto, ai tempi di Altiero Spinelli, che l’idea di Europa sarebbe cresciuta su un campo di golf.

L'identità europea è ben lungi d'esistere,se in Italia esistono migliaia di campanili,nel continente sono una realtà le diverse economie,i linguaggi e le tradizioni diversissime,e non sarà uno sport non più d'elite a colmare le profonde differenze esistenti.Bastasse una moneta unica per "europizzare" gli europei!Sarà un processo lungo e faticoso.

&& S.I. &&

Nessun commento: