sabato 16 ottobre 2010

Il caso Daniele Franceschi

Sua madre si rivolge a Carla Bruni,la Premiere damme,per avere giustizia di suo figlio






Il C-130 della 46° Aerobrigata di Pisa è atterrato alle 11,15 sulla pista principale di San Giusto, l’aeroporto militare di Pisa. Cira Antignano, 61 anni, è scesa e ha aspettato dolente, ma fiera, la bara del figlio Daniele, morto il 25 agosto, in una cella del carcere francese di Grasse nell’entroterra di Cannes. Ad attenderla anche il sindaco di Viareggio, Luca Lunardini. Non è sofferente solo nell’anima, la signora Cira mercoledì, davanti al carcere di Grasse, durante una colluttazione avuta con alcuni gendarmi che le volevano strappare un cartello di protesta («Me lo avete ucciso due volte»), ha riportato lesioni a tre costole. «Mi hanno picchiata solo perché chiedevo giustizia», racconta. «Un gendarme mi ha spinto a terra, un altro mi ha presa a calci. Poi mi hanno portato in galera, come una delinquente. Meno male che è intervenuto il console italiano a Nizza e allora mi hanno rilasciato dopo tre ore». Insieme alla signora Cira anche la cognata Maria Grazia, anche lei arrestata e poi rilasciata.
Il feretro di Daniele Franceschi, arrestato in Francia per una storia di carte di credito irregolari, è stato trasferito all’ospedale Versilia di Lido di Camaiore dove è stato sottoposto a un primo accertamento autoptico. «Poi ci sarà l’autopsia vera e propria», spiega l’avvocato della famiglia Aldo Lasagna, «la seconda dopo quella francese, autorizzata dalla procura di Lucca. Speriamo che sia possibile effettuare l’esame autoptico e speriamo che le autorità francesi abbiamo mantenuto la promessa di mantenere il corpo nelle condizioni idonee, altrimenti sarebbe tutto inutile».

DECESSO - La famiglia di Daniele è convinta che la morte del giovane non sia da attribuire a «cause naturali» come sostengono le autorità francesi. «L’hanno lasciato morire solo come un cane in una cella di un carcere straniero», ricorda mamma Cira, «e a me, che sono la madre, me l’hanno detto dopo due giorni». La donna ricorda gli ultimi giorni drammatici della morte del figlio. «Dal carcere Daniele mi aveva scritto alcune lettere terribili», racconta la donna. «Aveva paura, mi raccontava che odiavano gli italiani, si sentiva minacciato. ‘Mamma ci trattano peggio delle bestie’, mi aveva scritto. E un mese fa, subito dopo l’arresto, era stato colpito dalla febbre, forse un virus. Febbre a 41, ma nessuno lo aveva curato o aiutato. Lo accusavano di non voler lavorare, con lui ce l’avevano guardie e gli altri detenuti, ma nessuno l’ha aiutato». Daniele è morto il 25 agosto.

CERTIFICATO - Nel certificato di morte, firmato dal medico del carcere alle 17,30 si parla genericamente di arresto cardiaco. Secondo il racconto dei familiari, Daniele, un verniciatore e carpentiere, separato, padre di una bambino di 9 anni, aveva accusato forti dolori al petto alle 13,30. Aveva chiesto aiuto alle guardie che lo avevano accompagnato in infermeria, ma dopo un elettrocardiogramma lo avevano chiuso nuovamente nella sua cella da solo. Una decisione ritenuta quanto meno azzardata. «Se il ragazzo aveva accusato un malore e c’era il sospetto di problemi cardiaci», denuncia l’avvocato Lasagna, «doveva essere ricoverato in infermeria o quanto meno chiuso in una cella con altri detenuti che avrebbero potuto aiutarlo e, in caso di malore, dare l’allarme».

Marco Gasperetti



Spiace dover aggiungere l'aspetto macabro,ma doveroso per raggiungere la verità semmai sarà possibile,che il corpo dell'uomo è stato svuotato di quasi tutti gli organi vitali durante l'autopsia in Francia,un dettaglio teso a depistare l'accertamento della verità,lo stesso cadavere non è stato conservato ad una temperatura idonea,infatti le condizioni sono di avanzata decomposizione.
Il successivo maltrattamento della madre da parte della gendarmeria,"responsabile" di voler portare in Italia suo figlio,lascia chiunque di noi sbigottiti e sgomenti.

Tutto ciò è stato possibile nella democratica Francia e non in un paese del terzo mondo,davvero una storia inquietante.

Ora potremo prendere atto se l'attuale dirigenza politica francese vorrà chiarire la triste e drammatica storia di Daniele Franceschi,reo d'aver usato carte di credito irregolari nel paese transalpino.

@ Dalida @

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