venerdì 13 agosto 2010

Come vivere da cinque anni dentro l'aeroporto di Malpensa



Chi ha visto il film "the terminal" ricorderà la similitudine con la reale storia della malcapitata

di Francesca Visentin

Vive in aeroporto alla Malpensa da cinque anni. Con la speranza di riuscire a tornare a Mauritius, dove l’aspettano i figli e il marito. Cesira Ton, 71 anni, di Padova, come Tom Hanks nel film «The Terminal», è bloccata dalla burocrazia allo scalo milanese, dorme sulle panchine, passa le giornate a scrivere poesie o aiutare i passeggeri a orientarsi. E se il «Viktor Navorsky» interpretato da Hanks, in arrivo da «Cracosia» e trattenuto al Jfk di New York, si era ingegnato per sopravvivere in quel «non luogo» facendo lavoretti e costruendosi un alloggio fittizio in un’area nascosta, Cesira Ton ne ricalca le orme: mette da parte le monetine lasciate nei carrelli abbandonati e si crea giacigli di fortuna al piano arrivi del terminal numero uno.

Ma la vicenda non è chiara, il «cavillo burocratico» potrebbe nascondere altro. Forse «questioni politiche», come ha lasciato intendere il vicequestore della Polaria Giuseppina Petecca al cronista di «Libero», il quotidiano che per primo ha scoperto la storia dell’anziana veneta che staziona alla Malpensa. La polizia dice di avere provato ad aiutare Cesira rivolgendosi ad ambasciata e consolati, ma senza esito. Così chiude un occhio sul fatto che lei continui a dormire in aeroporto. Cesira Ton si sposta con un carrello stipato di valige e giornali. Le hanno offerto lavoro (vive grazie alla pensione minima) e alloggio altrove, ma non vuole muoversi dallo scalo. Oltre che il marito, originario di Treviso, a Mauritius (dove si era trasferita vent’anni fa dal Veneto con la famiglia), Cesira ha i due figli, Oscar di 45 anni e Cristiano di 41, che sente ogni giorno per telefono. Poi, incalzata sulla questione del «decreto di espulsione» che le impedisce di mettere piede a Mauritius, glissa. In Veneto Cesira dice di non avere più parenti stretti, ma forse qualche «Ton» della sua famiglia d’origine potrebbe riconoscerla dalla foto e dal video (Rcd Leiweb). La sua storia diventerà un film, un regista sta documentando la vita di Cesira all’interno di un aeroporto internazionale: il lavaggio nei bagni dello scalo, il trancio di pizza offerto dagli amici del bar, le persone che incontra ogni giorno, le poesie che scrive seduta tra i passeggeri in transito. «Spero nel lieto fine», s’illumina.



Cesira Ton



Cinque anni sono molti,come sia stato possibile che questa storia sia emersa solo ora,penso che sia un mistero,che vadano i cavilli burocratici,ma è impensabile che il nostro paese non abbia potuto trovare una soluzione,perlomeno come alloggiamento dignitoso verso la sfortunata signora.

E' il caso di affermare che la realtà a volte supera l'immaginazione!

@ Dalida @

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