martedì 27 luglio 2010

Legge bavaglio,a breve la pseudo dittatura in Italia

Obbligare i blog di natura amatoriale alla rettifica entro 48 ore,altrimenti si rischia fino a 12mila euro di multa,è la verifica provata dell'instaurazione della censura da parte dell'attuale esecutivo,poichè se il titolare dello spazio si assenta o non accede per qualsiasi motivo alla rete,rischia automaticamente la querela.
Una legge che non avrebbe potuto nascere su tutto il panorama democratico del pianeta,ma evidentemente le pressioni del sultano hanno fatto breccia nel coro governativo,dove le stesse voci che non vanno in sintonia rischiano d'essere buttate fuori dal sistema,si vedano le mal digerite critiche dei finiani negli ultimi mesi.




Avete un blog sul quale seguite l’attività politica della vostra città? Vi interessate di politiche ambientali e aggiornate il vostro sito con le novità che riguardano risparmio energetico e gestione dei rifiuti? Siete iscritti ad una mailing list di ricercatori precari nella quale vi confrontate sui tagli all’università? E ancora, siete tra quelli che, telecamera in spalla, vanno dai politici a chiedere conto delle loro scelte?

Se siete tra questi, o se comunque avete un vostro sito Internet, preparatevi: molto presto dovrete fare molta attenzione. Nella legge bavaglio che verrà approvata a breve in via definitiva, è contenuto un articolo che vi riguarda. E’ il comma 29 che recita: “ Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono”.

Vuol dire che ogni sito web (blog, forum, pagina Facebook, canale YouTube, wiki, ecc), dovrà sottostare all’obbligo di rettifica previsto per le testate giornalistiche. Se a qualcuno non va bene qualcosa che avete scritto, se ritiene falsa o tendenziosa una vostra frase o pensa che una vostra opinione ecceda il diritto di critica, potrà contattarvi ingiungendovi di pubblicare la sua versione dei fatti. Nel momento in cui nella vostra casella di posta arriverà una simile comunicazione, partirà un conto alla rovescia: avrete 48 ore per pubblicare la rettifica. Scaduto questo termine, non avendo rispettato la legge, rischiate una multa fino a 12mila euro.

Per la maggioranza di governo e persino per alcuni esponenti della blogosfera, il comma 29, è sacrosanto: “Sul web non si può scrivere ciò che si vuole” dicono. Per molta parte degli utenti della rete, per il Partito Democratico e Italia dei Valori, invece, il comma non tiene conto nella natura amatoriale di molti siti web e risulta perciò censorio. Da più parti viene anche sottolineato che il comma presta il fianco ad abusi: un sito web spesso non ha risorse, competenze e personale per analizzare nel merito ogni richiesta di rettifica. Juan Carlos De Martin, professore associato presso la Facoltà di Ingegneria dell’Informazione del Politecnico di Torino, contattato dal Fatto, parla a riguardo di “Chilling effect”, una definizione utilizzata negli Usa per definire leggi che sopprimono opinioni o condotte attraverso la minaccia di ritorsioni; è di certo vittima del Chilling effect un cittadino che si autocensura per timore di una penalizzazione (nel nostro caso di una multa salata).

Su Internet è in corso una campagna contro il comma 29. L’associazione Valigia Blu – la stessa che si era fatta promotrice di una raccolta di firme per chiedere al Tg1 una rettifica sull’avvocato Mills prescritto e non assolto – ha scritto una lettera aperta a Gianfranco Fini e Giulia Buongiorno: “Occorre reintrodurre il dibattito sul comma 29 dell’art. 1 del ddl nel corso dell’esame alla Camera” dicono esponenti della blogosfera, della cultura, della politica. “L’informazione in Rete – aggiungono – ha dimostrato, ovunque nel mondo, di costituire la migliore forma di attuazione di quell’antico ed immortale principio, sancito dall’art. 19 della dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo e del cittadino: ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione”.

I tempi ormai stringono: in settimana la Camera darà il via libera alla legge sulle intercettazioni. Quindi la maggioranza di governo, su esplicito diktat di Berlusconi, intende chiudere la pratica bavaglio al Senato entro le ferie estive.



Fino a quando il popolo sovrano darà credito all'attuale compagine governativa,non ci si potrà lamentare più di tanto,se la maggioranza degli italiani tollera queste politiche da regime dittatoriale,evidentemente è il segno dei tempi di questo paese.

Se ne prenda atto,si dissente e d'ora in poi si starà attenti alle critiche e alle precisazioni esterne,il blog Freedom tramite la piattaforma google-blogger da sempre offre l'opportunità di commentare qualsiasi post,anche in versione anonima,qualsiasi commento di critica o meno è sempre stato tollerato e accettato,purchè non vi siano state ingiurie e concetti che avrebbero potuto offendere gli eventuali lettori.

D'ora in poi offriremo la mail per le eventuali precisazioni e imposizioni di rettifica,anche se prendendo atto della natura amatoriale del blog,tutto ciò risulta grottesco e surreale.

mail: photosphera01@hotmail.it

[@#& blog Freedom &#@]

2 commenti:

Gianna ha detto...

Ne avevo fatto un post e qualcuno aveva vociferato che era una bufala, non capisco più niente, Ivo.

Gianna ha detto...

http://www.blogger.com/post-edit.g?blogID=6463565036209778514&postID=4977239809887297324