mercoledì 7 luglio 2010

La marcia su Roma degli Aquilani





La ‘marcia su Roma’ degli aquilani. Scontri con le forze dell’ordine, tre feriti
L’hanno ribattezzata ‘la marcia su Roma‘. E’ quella organizzata dai cittadini aquilani che questa mattina hanno manifestato e occupato gran parte di piazza Venezia e via del Corso per poi spostarsi verso piazza Colonna. Non chiedevano privilegi ma equità e diritti, “un futuro per il territorio aquilano, per il quale serve una legge organica sul dopo terremoto, per la ricostruzione che non è mai partita, una tassa di scopo e fondi certi”.

I manifestanti erano arrivati a piazza Venezia con circa 45 pullman provenienti dal “cratere” dell’Aquila, la zona piu’ colpita dal terremoto. 3000 cittadini, 20 sindaci, slogan contro il Tg1 e contro la stampa in generale, volevano protestare davanti al Parlamento perche’ dal primo luglio hanno ricominciato a pagare le tasse, ha spiegato il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, che ha subito capito quanto fosse tesa la situazione.

Inaccessibile tuttavia piazza Montecitorio, per la concomitante manifestazione dei disabili, tre blindati di carabinieri e polizia hanno chiuso ermeticamente l’accesso a via del Corso da piazza Venezia. A questo punto un gruppo, un centinaio di persone, ha cercato lo stesso di superare lo sbarramento ed e’ entrato in contatto con le forze di polizia. Da qui sono nate le tensioni maggiori: dopo i primi tafferugli e spintoni la polizia ha infine caricato i manifestanti, e almeno tre persone sono rimaste ferite. Sui tafferugli il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha convocato una riunione urgente al Viminale per capire se vi siano delle responsabilità e di chi negli scontri.

Il grosso dei manifestanti, dopo una prima apertura del blocco della polizia è rimasto a lungo bloccato in via del Corso, mentre un gruppo più piccolo è riuscito a superare le camionette della Polizia per raggiungere piazza Colonna. Tra i manifestanti anche alcuni poliziotti che mostravano cartelloni con la sagoma di un agente colpito da un coltello e una scritta: “L’Aquila pugnalata alle spalle”.

Dopo ripetute tensioni, sul posto è arrivato anche Antonio Di Pietro. Dopo un confronto con il questore il leader dell’Idv ha ottenuto l’autorizzazione perché il corteo, ormai spezzato in tre tronconi, raggiungesse Montecitorio. Un folto gruppo di manifestanti aquilani, però, è tornato verso piazza Venezia. Qui ha forzato un cordone di polizia per arrivare sotto Palazzo Grazioli dove si stava tenendo il vertice con Berlusconi del Pdl. Sotto palazzo Grazioli i manifestanti hanno gridato: ‘Vergogna, vergogna’.

Nella tarda mattinata, una delegazione del corteo – tra cui il sindaco Cialente e l’ex-presidente della Provincia, Pezzopane - era stata ricevuta dal presidente del Senato Schifani. “Dal primo luglio – ha commentato il sindaco all’uscita dall’incontro – abbiamo ripreso a pagare le tasse. Ma lo spettro più grande è un altro: dal primo gennaio ripagheremo 14 mensilità di tasse con il recupero di quelle non pagate, il che vuol dire che per ogni 1000 euro ci sono 200 euro di tasse aggiuntive. Le casse sono vuote, e dico della cassa per pagare l’emergenza come vice commissario. Per i 32 mila sfollati che ancora alloggiano negli alberghi, c’è una spesa fra i 15 e i 20 milioni al mese, che naturalmente non posso pagare. Questi sono i problemi che ho rappresentato al presidente del Senato Renato Schifani. Senza trascurare che la manovra finanziaria all’esame della Commissione Bilancio ha trascurato del tutto l’emergenza Abruzzo”. Anche il presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro, a nome dei gruppi dell’opposizione ha avuto un colloquio con esponenti del Governo per chiedere una soluzione al problema delle tasse richieste ai cittadini colpiti dal sisma. La risposta del Governo, secondo quanto si è appreso, è stata interlocutoria.



Quando un'intera popolazione,senza dubbio una buona parte arriva all'esasperazione,l'unica protesta possibile non poteva essere interpretata in altro modo,dallo stato di abbandono del centro storico dell'Aquila,dove questa primavera sono stati forzati i cancelli dalla stessa popolazione,per iniziare a rimuovere le macerie,almeno quelle possibili,all'incertezza dei prossimi mesi essendo stati dimenticati i fondi per la ovvia continuazione dell'emergenza.

La piena solidarietà del blog Freedom alla popolazione Aquilana.

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