giovedì 29 luglio 2010

Gianfranco Fini e le domande scomode rimaste tali



[dall'inserto satirico]


di Eduardo Di Blasi

“L’onorevole Fini, ipocrita campione della legalità, deve dare spiegazioni chiare, definitive, incontrovertibili”. Parole di Francesco Storace, che con Gianfranco Fini ha un rapporto antico (dalla militanza nel Msi al ruolo di capo ufficio stampa del partito a cavallo della svolta Fiuggi e della nascita di An). Oggi, segretario de “La Destra”, ritiene che il Presidente della Camera debba chiarire sullo “scoop” de Il Giornale (ripreso con un escamotage anche da Libero) sulla presunta cessione di una casa a Montecarlo, donata anni addietro al patrimonio aennino da una anziana fascista passata a miglior vita, e di-venuta oggi dimora di Gian Carlo Tulliani, fratello della più nota Elisabetta, compagna del Presidente della Camera.

Una storia complicata, in parte smentita dagli avvocati dello stesso Tulliani, che parlano di “regolare contratto di locazione registrato presso le autorità competenti” e di un canone d’affitto legalmente corrisposto, ma che non riesce a scacciar via il sospetto di una coincidenza almeno imbarazzante tra quel pezzetto di patrimonio ex-An e chi attualmente vi risieda.

Certo, si dirà, lo “scoop” è figlio anche della battaglia politica militante che il Giornale e Libero portano avanti contro quello che è avvertito come il più forte oppositore interno del Cavaliere. Eppure da Gianfranco Fini, ancora una volta, non si è sentito un fiato. È la stessa strategia adoperata per un’altra vicenda borderline del Presidente di Montecitorio, accaduta pochi mesi fa: quella riguardante l’appalto Rai affidato ad un’altra parente della Tulliani, questa volta la mamma, alla cifra di circa un milione e mezzo di euro. La vicenda, tre mesi fa, scatenò qualche colorita polemica: nel contenitore del pomeriggio di RaiUno, condotto da Caterina Balivo, compariva una rubrica, dal titolo “Per capirti” che viale Mazzini acquistava dalla At Media per 8.120 euro a puntata. La società, nata appena nell’estate 2009 e domiciliata presso lo studio del commercialista Luciano Fasoli in viale Mazzini a Roma, è detenuta per il 51% da Francesca Frau. La polemica durò lo spazio di un paio di giorni, con Berlusconi che si scusò per l’indisciplina di Feltri. La stessa cosa che accadde pochi mesi prima quando, non una notizia, ma una sorta di “avvertimento” privo di specifiche notazioni di cronaca (“su faccende a luci rosse riguardanti personaggi di Alleanza nazionale”), turbò il Presidente della Camera al punto da affidare a Giulia Bongiorno il compito di querelare. C’è però un’ultima vicenda nella quale Fini non si è mai fatto tirare dentro. È quella che nel 2007 vide sotto i riflettori la sua ex moglie, Daniela Di Sotto, per via dell’accreditamento lampo di una società (la Panigea) al sistema sanitario del Lazio. Anche lì, dopo la fibrillazione iniziale, nessuna spiegazione. Nemmeno da Francesco Storace, che era Presidente della Regione. Certo, se si fa politica, anche sul tema della legalità, qualche risposta non guasterebbe.



Oltre cadere dal pisello un bel giorno,come non avesse mai sospettato cosa avrebbe dovuto sopportare fondendo Alleanza nazionale con Forza italia,ma a parte questa ingombrante sottigliezza,effettivamente di piccole e scomode accuse in questi anni gliene hanno rivolte,ed essendo nella fascia protetta le ha superate,ora che ha fatto il diavolo a quattro dentro al partito dell'amore,chiaramente tutti i nodi verranno al pettine.

Caro Fini,la sua politica la rispetto a confronto della cozzaglia che sta per abbandonare,o meglio che la stanno mettendo fuori dalla porta,ma un buon statista non deve avere le macchie che sono state adombrate,e il silenzio non giova!

Per eventuali rettifiche e critiche

photosphera01@hotmail.it


&& S.I. &&

1 commento:

Barabeke ha detto...

Eppure, c'è chi profetizza che Fini diventerà presidente del consiglio:
http://ilrinascimento.it/profezia-4-gianfranco-fini-presidente-del-consiglio