domenica 20 giugno 2010

Cina,finalmente i primi scioperi al lavoro



di David Barboza e Keith Bradsher

I 1.700 operai della Honda Lock scesi in sciopero nei giorni scorsi sono per lo più migranti poveri che hanno fatto a malapena la scuola media. Ma sono sorprendentemente abili con le nuove tecnologie. A poche ore dall’inizio dello sciopero già fornivano in Rete informazioni sui picchetti non solo ai compagni di lavoro, ma anche ad altri operai in agitazione in altre zone della Cina. Con gli sms invitavano i colleghi a resistere alle pressioni dei capi e, come se non bastasse, sono entrati in un sito controllato dallo Stato – workercn.cn – che sta diventando la piazza digitale del movimento operaio cinese. Poi hanno scaricato in Rete i video degli addetti alla sicurezza della Honda Lock che maltrattavano i dipendenti.

Gli operai di questa città nel sud della Cina hanno avuto l’idea da altri scioperanti di altre fabbriche della Honda, che a maggio hanno avviato un duro scontro con la fabbrica giapponese sui salari e le condizioni di lavoro utilizzando su Internet diversi blog. Ma si sono serviti anche di un gigantesca rete di comunicazioni che consente agli operai cinesi di mettere a punto piattaforme di rivendicazione e strategie di lotta. Molti dirigenti sindacali non fanno altro che setacciare la Rete per aggiornarsi sul diritto del lavoro. Nella guerra appena iniziata contro le multinazionali avide di profitti e i loro alleati locali, l’emergente movimento sindacale cinese è riuscito finora ad aggirare la censura grazie ai cellulari e ai computer. Tutto questo non sarebbe stato possibile se il governo cinese nel corso degli ultimi dieci anni non avesse drasticamente ridotto i costi dei cellulari e dei servizi Internet nel quadro di un programma di modernizzazione che ha prodotto la più grande popolazione mondiale di utenti della rete – 400 milioni – e ha consentito anche ai più poveri di usare il Web. “È una realtà di cui pochi si sono accorti: i lavoratori migranti possono organizzarsi usando le moderne tecnologie”, dice Guobin Yang, professore al Barnard College. “In genere pensiamo che queste tecnologie siano monopolio dei giovani del ceto medio e degli intellettuali”, aggiunge Guobin Yang. La Rete e la tecnologia digitale sono diventati strumenti di trasformazione sociale così come avvenne per la macchina da scrivere nel 1989 in occasione delle manifestazioni di Pechino soffocate nel sangue a piazza Tien an Men nel giugno del 1989, con il pesante bilancio di centinaia di morti. Ma se l’attuale movimento sindaca-le dovesse continuare e crescere e magari finisse per minacciare l’ordine sociale, il governo potrebbe decidere di intervenire per soffocare la protesta? Il governo ha già tentato di oscurare alcuni siti utilizzati dagli operai e ha cancellato il contenuto di molti blog che parlano degli scioperi. Il servizio di messaggeria istantanea QQ – accessibile via Internet o con il cellulare – strumento privilegiato all’inizio dai leader sindacali perché molto popolare tra i giovani – è stato infiltrato dai dirigenti della Honda Lock e dagli agenti della sicurezza, così da costringere gli scioperanti a cambiare mezzo di comunicazione. “Non usiamo più QQ”, dice un leader sindacale. “Vi accedevano spie dell’azienda. Ora usiamo di più i cellulari”. Secondo gli analisti è stata una mossa intelligente. “Il sistema QQ può essere facilmente intercettato dalle autorità cinesi ed è stato un bene averlo abbandonato”, dice Rebecca MacKinnon, sinologa e studiosa di informatica all’Università di Princeton. “QQ non è sicuro. Tanto varrebbe informare direttamente la polizia” . Ma gli attivisti fanno sapere che riescono ad aggirare alcuni di questi ostacoli spostandosi da una piattaforma all’altra (tra cui una rete telefonica online e gratuita, simile a Skype, chiamata YY Voice) e ricorrendo ad un codice per comunicare ai dimostranti dove debbono incontrarsi.

Da anni alcuni attivisti denunciano le dure condizioni di lavoro nelle fabbriche cinesi inviando video e foto realizzati con il cellulare e utilizzando la rete per far circolare documenti sulle violazioni dei diritti dei lavoratori. Il fatto nuovo è che questi attivisti, che un tempo agivano clandestinamente, ora sono usciti allo scoperto.

Strani suicidi: il mese scorso quando si sono diffuse notizie di operai morti suicidi dalla Foxconn Technology, uno dei massimi produttori mondiali di apparecchiature elettroniche, la rete è stata subito invasa da video che testimoniavano le violenze degli addetti alla sicurezza. Inoltre, in rete sono apparse le buste paga di molti operai della Foxconn ed è emerso che le ore di straordinario erano superiori a quanto consentito dalla legge. A Zhongshan, dove molti operai hanno ripreso il lavoro mentre proseguono le trattative, i dimostranti hanno seguito la stessa strategia messa a punto il mese scorso nella fabbrica Honda di Foshan. A Foshan gli organizzatori dello sciopero hanno organizzato oltre 600 operai mediante chat room su QQ. “Ne ho creata una anche io la sera prima dello sciopero e si sono immediatamente iscritti in 40”, dice Xiao Lang, uno degli organizzatori delle manifestazioni di protesta che è stato licenziato subito dopo la manifestazione . “Nella chat room abbiamo discusso tutti i dettagli”, dice Xiao Lang. “Dove incontrarci, quale percorso doveva seguire il corteo e quali erano le nostre rivendicazioni salariali”. Le autorità cinesi hanno consentito ai media statali di pubblicare e trasmettere le notizie sul primo sciopero di Foshan, ma poi hanno deciso di censurare tutte le informazioni. I giovani cinesi che non accettano le tremende condizioni di lavoro dei loro genitori, sono tutti abilissimi con le nuove tecnologie digitali. Gli operai della Honda Lock sono in attesa dell’esito della trattativa che si svolge alla presenza di esponenti del governo. Finora è stato offerto un aumento salariale dell’11%, ma gli operai sono certi di ottenere oltre il 50% - pari a 234 dollari al mese – esattamente come gli operai di Foshan. “Non ce l’avremmo fatta se non avessimo saputo quello che era avvenuto a Foshan”, dice un giovane operaio che usa il computer da quando aveva 7 anni. “Abbiamo seguito il loro esempio. Perché non dovremmo ottenere aumenti salariali uguali?”.



Anche se in quello sconfinato paese,il bacino su cui attingere di lavoratori è infinito,considerato che la maggior parte della popolazione è ancora nelle campagne,e se dovessero esserci problemi come l'articolo riporta,licenziare e inserire nuovi maestranze è molto facile in Cina.

I problemi occupazionali emersi negli ultimi anni,i quali permarranno per molto tempo ancora non solo in occidente,derivano da questa situazione.

&& S.I. &&

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