giovedì 29 aprile 2010

Uccidere al volante se ubriachi o drogati,lettera a Massimo Gramellini



Caro Gramellini,

ho sentito il bisogno di scriverle perché vorrei che dedicasse un Buongiorno a questa storia. Sabato scorso, alle 2,45, mentre viaggiavo di ritorno con altri tre amici da un concerto sull'autostrada A4 nei pressi di Desenzano, la mia auto è stata colpita da un'altra. Il tutto è stato velocissimo: la Renault Clio che mi precedeva ha sbandato a velocità funambolica e dopo avermi urtato ha colpito violentemente il muro, finendo la tragica corsa contro il guardrail.
Sia io (che guidavo), sia i miei amici, dopo aver preso coscienza di essere ancora miracolosamente vivi, ci siamo resi conto che per chi era sulla Renault non ci sarebbe stato nulla da fare. Quand’ecco sfrecciare a pochissimo dalla nostra auto una «Bmw X5», completamente distrutta e fuori controllo, che si sarebbe fermata a circa 100 metri. Accosto e ci precipitiamo su ciò che resta della Clio. La scena fa tremare le gambe: cercando di raggiungere l’auto non mi rendevo conto che facevo un passo avanti e uno indietro rimanendo nello stesso esatto posto.
Prendo coraggio e mi avvicino all'auto dove vedo un angelo con una pettorina da volontario 118. Mi chiede aiuto per estrarre un bambino che respira a stento, ma respira. L'angelo fa il possibile per il piccolo, io tornato ormai cosciente lo aiuto con più «disinvoltura». Due miei amici chiamano i soccorsi, mentre l'altro ci presta aiuto con il bambino. Dopo interminabili attimi arrivano i soccorsi, prendono il piccolo e corrono via. Tutti sperano e pregano per la sua vita. L’angelo, con la stessa gentilezza con cui era arrivato, se ne va, facendoci un grande «in bocca al lupo».
Ora resta da capire chi è il conducente della Bmw e la dinamica dell'incidente. Nel frattempo mi dicono che il ragazzo della «X5» sta bene e ha dichiarato il «mea culpa» per un colpo di sonno. Ora è tutto chiaro: la Renault che ci ha colpiti era stata precedentemente centrata, a una velocità molto elevata, dalla Bmw. Arriva la polizia, mi chiede ciò che avevo visto e mi fa fare tutti i test del caso, che risultano ovviamente negativi. Intanto l'investitore dichiara anche agli agenti che tutto è accaduto per un colpo di sonno, ma la sua rilevazione all'etilometro segna 1,47: tre volte il massimo concesso. Ci sembra il minimo pensare che l’Assassino passerà la sua vita in prigione, siccome ne ha tolte due e un’altra è attaccata a un filo, in più era ubriaco e viaggiava a una velocità da circuito.
Domenica sera il piccolo non ce l'ha fatta ed è tornato tra le braccia di mamma e papà. I morti, quindi sono tre: una famiglia intera. Poi ieri sera al telegiornale sento che il pluriomicida è stato rilasciato! Questo è «il dramma nel dramma» non credo di essere crudele con quel ragazzo trentenne che per un miracolo non ha ucciso anche me e i miei amici. Ma come si può rilasciare quella persona dopo tutto quello che ha commesso? Per di più non era la prima volta che guidava ubriaco! Mettiamoci nei panni dei familiari, hanno perso una giovane coppia con un bellissimo bambino e inoltre devono subire questo pesante schiaffo morale? Chiedo anche da parte loro giustizia.
Sono un giovane di 19 anni, è questo l'esempio che la magistratura e lo Stato italiano mi vogliono dare?

FRANCESCO DADONE



La famiglia che non esiste più grazie all'assassino ubriaco,oltre tutto già recidivo


Caro Francesco,
non avevo mai letto il racconto in presa diretta di una strage del sabato sera e mi è sembrato giusto lasciargli la prima pagina. Immagino quanti genitori avranno seguito con un brivido di angoscia il film che prendeva forma dalle tue parole. Chissà che la tua esperienza non riesca a far scivolare una goccia di consapevolezza nella zucca alterata di chi solca le strade del fine settimana come se fossero rodei e, dopo aver perso il controllo di se stesso, perde quello della vettura, finendo col far perdere la vita agli altri.
Il pirata di Desenzano non è stato rilasciato: si trova agli arresti domiciliari. Comprendo che il tuo animo indignato non colga la differenza: questo genere di delitti viene percepito come un vero e proprio omicidio, e il posto degli assassini è la galera. Ma i reati colposi non prevedono la permanenza in carcere e ogni tentativo di riconoscere il «dolo eventuale» (chi guida ubriaco a 200 l’ora si mette volontariamente nelle condizioni di uccidere) è finora fallito. Per rimediare a questa lacuna, il legislatore ha almeno aumentato le pene: nel caso in questione (omicidio colposo plurimo con guida in stato di ebbrezza) è prevista la reclusione da 5 a 15 anni. Resta incomprensibile la mancanza di prevenzione. Al tuo investitore era già stata sospesa la patente per ben due volte. Come mai si trovava di nuovo al volante di un bolide? Avrebbe meritato qualche anno di squalifica. Il minimo che possiamo augurarci è che, quando tornerà in libertà, gli consentano di salire solo sui sedili posteriori.

[ da La stampa ]

Non ci sono altre risposte che l'interpretazione della tolleranza zero,se già sono state inasprite le multe e le condanne legali,tocca su questo piano girare assai di più la vite della legalità,ovvero fare tutto per non far più nuocere chi ha di questi problemi,l'omicidio non è colposo,è volontario anche se determinato da una forma di debolezze e dunque di malattia,altrimenti la roulette russa nelle strade rimarrà molto probabile.
Pare che il ritiro della patente a vita non sia possibile,chiunque potrebbe riprendere la patente in altri stati,ma il divieto di poter guidare su tutto il territorio nazionale dovrebbe essere possibile,a costo di legiferare a riguardo.

&& S.I. &&

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