lunedì 19 aprile 2010
No alla caccia selvaggia,alcuni parlamentari del partito dell'amore si sfilano
No all’estensione della stagione venatoria e stralcio del comma 2 b) dell’articolo 43 della comunitaria al voto domani alla Camera, «che potrebbe creare un grave danno ecologico ad almeno sei specie di migratori, e che prefigura una deregulation della caccia, col riaccendersi del contenzioso con la Ue». Lo chiedono 19 associazioni ambientaliste (Altura, Amici della terra, Animalisti Italiani, Associazione Vittime della Caccia, Cts, Enpa, Fare Verde, Greenpeace Italia, Lac, Lav, Legambiente, Lida, Lipu - BirdLife Italia, Memento Naturae, Mountain Wilderness Italia, No alla Caccia, Oipa, Vas, Wwf Italia) che, col sostegno di Loredana De Petris della segreteria nazionale di Sinistra Ecologia Libertà (Sel), promuovono un presidio davanti a Montecitorio, oggi e domani, e hanno scritto una lettera urgente al premier e a sei ministri, in vista della votazione della legge Comunitaria, dopo il via libera in Commissione agricoltura alla norma che concede alle Regioni la facoltà di estendere la stagione di caccia oltre il 31 gennaio. E anzi, l’anticipo dello stop alla caccia è chiesto dal presidente onorario del Wwf Italia Fulco Pratesi che ha sottolineato come «l’aumento della temperatura globale dovrebbe consigliare di anticipare la chiusura della stagione venatoria, e non certo di estenderla. Infatti gli animali, anche per le variazioni climatiche, tendono sempre più ad anticipare nidificazioni e periodi migratori: colpirli in queste delicate fasi significa determinare un grave squilibrio».
Il Parlamento con un atto che ha già spaccato la maggioranza - con importanti distinguo da una trentina di deputati del Pdl che, in una lettera a Berlusconi, hanno annunciato il no al provvedimento all’esame della Camera - si appresta a votare una norma che «inserendo da parte di parlamentari ultrà della caccia un "boccone avvelenato" nell’articolo 43 - commenta il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza - consentirebbe due mesi di fucilate in più. Con evidenti ricadute negative anche per la natura negli altri Paesi europei, proprio nell’Anno dedicato dall’Onu alla biodiversità. Si renderebbe, inoltre, più difficile fermare il bracconaggio, per non parlare dei rischi per gli amanti delle escursioni». Basti pensare che nei cinque mesi di stagione venatoria 2009/10 «la caccia ha procurato in Italia 71 feriti e 24 morti, praticamente 3 vittime ogni due giorni» ha detto la presidente dell’Associazione Vittime della Caccia Daniela Casprini. L’articolo 43 della Legge Comunitaria, ricorda il presidente della Lipu-BirdLife Italia Giuliano Tallone, «serve a dare risposte alla pesante procedura di infrazione n.2131 che grava sull’Italia dal 2006 per scarsa tutela degli uccelli selvatici e cattiva caccia».
«Stralciato il comma 2 b) incongruo e dannoso, il resto della norma - aggiunge il coordinatore per i rapporti istituzionali della Lipu Danilo Selvaggi - va bene, e va fatto perchè migliora la situazione». L’estensione del periodo di caccia «è micidiale, ma per il resto ci siamo» confermano gli Amici della Terra, anche se «è incredibile - conclude la presidente Rosa Filippini - che, mentre con le politiche ambientaliste ci sono stati progressi della società e più dialogo coi cacciatori, il Parlamento e il ministro Prestigiacomo rischiano di portarci indietro di 30 anni». Un «freno alla deriva estremista» è chiesto dai deputati del Pd Ermete Realacci e Susanna Cenni. Mentre il capogruppo del Pd nella commissione Ambiente Roberto Della Seta chiede proprio l’azzeramento della legge comunitaria.
[ da La stampa ]
Se non fosse la realtà,chiunque si potrebbe domandare se viviamo in un paese di matti,legittimare la caccia tutto l'anno equivale al più grande autogol che questo paese possa fare alla natura,dove effettivamente esistono problemi con troppi animali nello stesso territorio,si possono organizzare soluzioni per spalmare la concentrazione,anche con l'abbattimento di alcuni capi o con la deportazione degli stessi in altre zone e soprattutto organizzando l'equilibrio ecologico con i predatori,e mi riferisco ai caprioli tra le provincie di Genova e Alessandria,e con il grande problema dei cinghiali che si sono diffusi troppo,quest'ultimi una vera sciagura per i coltivatori.
Ma non è come al solito non è un paese ragionevole,la lobby della caccia e gli stessi cacciatori contano molto politicamente!!
@ Dalida @
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