mercoledì 7 aprile 2010

Legittimo impedimento,l'undicesima porcata firmata da Napolitano

Il capo dello Stato ha firmato anche la legge sul legittimo impedimento,
per salvare Berlusconi e i ministri dai processi, anche se è palesemente incostituzionale




di Marco Travaglio

Con la promulgazione del "legittimo impedimento" per Berlusconi e i suoi ministri, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha firmato l’undicesima legge vergogna in quattro anni di mandato. Le altre dieci erano: l’indulto extralarge esteso ai reati dei colletti bianchi, il decreto Mastella per distruggere i dossier della security Telecom, l’ordinamento giudiziario Mastella-Castelli, la legge salva-Pollari, il lodo Alfano, la norma della penultima finanziaria che raddoppia l’Iva a Sky, i due pacchetti sicurezza Maroni contenenti norme razziali anti-rom e anti-immigrati, lo scudo fiscale Tremonti, il decreto salva-liste del Pdl. Resta da capire il perché di quel mese di melina, che aveva suscitato speranze nelle persone perbene e timori nel partito dell’impunità: semplicemente, dopo tanto firmare, il Presidente aveva finito l’inchiostro, o aveva inceppato la penna, o magari aspettava il dopo elezioni per dare un colpo al cerchio e uno alla botte: respinto il ddl sul Welfare (che estende l’arbitrato ai rapporti di lavoro), promulgato il legittimo impedimento. Tanto Berlusconi non deve licenziare nessuno e del ddl se ne strafrega, mentre col legittimo impedimento potrà fuggire legalmente dai suoi processi, e come lui i suoi ministri, per 18 mesi, in attesa di bissare il lodo Alfano con legge costituzionale o di ripristinare l’autorizzazione a procedere, cioè l’impunità per tutti i parlamentari. Dunque Napolitano nega la sua firma a una legge che non giudica incostituzionale, ma che semplicemente non condivide (il ddl sul lavoro) e appone la sua firma su una legge incostituzionale, come ha già sancito la Consulta in due sentenze del 2001 e del 2008. La prima, a proposito degli impedimenti parlamentari accampati da Previti nei processi "toghe sporche", stabilì che "l’esigenza di celebrare i processi in tempi ragionevoli e quella di assicurare un corretto assolvimento dei compiti istituzionali hanno pari rango costituzionale" e spetta al giudice, non certo all’imputato, assicurare un giusto bilanciamento fra le due istanze. La seconda, bocciando il lodo Alfano, definiva "irragionevole e sproporzionata" la "presunzione legale assoluta di legittimo impedimento" dovuta esclusivamente dalla carica ricoperta: gli impedimenti valgono "solo per lo stretto necessario", "senza meccanismi automatici e generali", tantopiù che la deroga al principio d’eguaglianza era imposta con legge ordinaria. Inoltre, in barba al precetto costituzionale che vuole i giudici "soggetti soltanto alla legge", il legittimo impedimento li assoggetta alle circolari di un funzionario di Palazzo Chigi che comunicherà insindacabilmente ai tribunali, di sei mesi in sei mesi, l’impossibilità del premier e dei ministri a comparire in udienza. Visto che è tutto molto chiaro, sarebbe ora di smetterla con le ipocrisie e di chiamare le leggi vergogna col doppio cognome: "Berlusconi-Napolitano". E di fare in modo che le proteste non vengano soltanto dai dipietristi e dall'estrema sinistra. Ma da tutti gli italiani che hanno a cuore la Costituzione.



Altro illuminatissimo articolo di Travaglio,chi non comprende la gravità delle undici firme insieme a chi le ha proposte non può che essere intellettualmente disonesto,sono 11 porcherie salva politici e varia imprenditoria intrecciata con essa.

Napolitano e l'attuale esecutivo hanno un'intesa automatica nel portarle avanti.

A differenza di Travaglio io punto il dito verso chi vota nonostante tutto questa destra,e di pari passo chi non si reca a votare lavandosene le mani,poichè se è pur vero che votare l'altra sponda risulti difficile,perlomeno una buona parte di porcherie ce le saremmo evitate e per buona pace degli elettori di destra,poter mandare ad altre faccende chi da quindici anni si fa praticamente i cazzi suoi,promettendo l'invero simile e non mantenerlo mai,nonostante maggioranze bulgare.

&& S.I. &&

1 commento:

storico sgrz ha detto...

non è il presidente della repubblica a dovere giudicare la costituzionalità delle leggi ma la corte costituzionale. il Quirinale valuta l'opportunità costituzionalità e la non manifesta incostituzionalità
legge probabilmente in costituzionale. deciderà la Consulta

Napolitano promulga il legittimo impedimento. Attentato alla Costituzione o riconoscimento delle ragioni di Berlusconi?