domenica 4 aprile 2010

Le accuse sempre più diffuse di pedofilia alla chiesa cattolica



Le rivelazioni del Cardinale Schoenborn.

di Marco Politi


Con chi parla Joseph Ratzinger? Chi ascolta? Nella Pasqua del quinto anno di pontificato la Chiesa sprofonda in una crisi devastante e non si intravvede ancora il cammino verso la resurrezione. Al contrario, le nubi si fanno più nere. Arrivano rivelazioni sempre più pesanti. In Inghilterra, dove il pontefice andrà in settembre, si preannunciano accese manifestazioni. Negli Usa (sondaggio Cbs) solo il 20 per cento approva il suo operato nella crisi. Mentre il Primate anglicano Williams attacca frontalmente la gerarchia cattolica per gli abusi in Irlanda. È una “passione” angosciante per la Chiesa cattolica. Non se ne esce, se non farà luce su tutti i crimini con un rigoroso esame di coscienza, che porti alla superficie omertà, errori, insabbiamenti e ritardi. Servono altri passi di Benedetto XVI. Si chiedono in America cosa faccia in queste ore l’inner circle del pontefice, la sua cerchia più stretta di collaboratori. Laggiù pensano che vi sia – come a Washington – uno staff di fidati consiglieri con cui il pontefice si consigli, analizzi la situazione, valuti le reazioni dell’opinione pubblica. Non è così. Papa Ratzinger opera in una solitudine monacale e imperiale. Gli è vicino il cardinale Bertone, segretario di Stato, gli è accanto il fedele segretario Gaenswein, ma sostiene un vecchio cardinale: “Il problema di Benedetto XVI è che non si lascia consigliare”. Soprattutto gli sembra estranea la concezione che l’opinione pubblica non sia una mera platea cui rivolgere discorsi, encicliche o ammaestramenti, bensì un interlocutore attivo che pone domande ed esige risposte.

In Vaticano regna un clima da stato d’assedio. Fra gli intimi del pontefice corre la convinzione che sulla stampa riecheggino le tirate di Goebbels contro la Chiesa cattolica, quando i nazisti cercavano di screditarla agitando le malefatte sessuali del clero. “Vogliono criminalizzarci in toto”, ha esclamato un prelato. “Vogliono distruggere la Chiesa”, insistono altri. L’Avvenire di venerdì portava otto lettere di lettori indignati per i cosiddetti attacchi al Papa: “Volontà di eliminare l’ultima voce di moralità… Campagna di stampa piena di disprezzo… Ipocrisia dei laicisti”. Per l’Osservatore Romano è in atto contro il pontefice un’ “ignobile azione diffamatoria”. In questo clima è nato l’ennesimo incidente tra Vaticano e comunità ebraica con la lettura del predicatore papale Cantalamessa di una “lettera di un amico ebreo”, che paragonava gli attacchi al pontefice alle persecuzioni antisemite dei nazisti . “Paragone ripugnante”, è stata la dura reazione degli ebrei tedeschi. Infuriato l’ebraismo internazionale. Il portavoce papale Lombardi ha dovuto smentire: “Non esprime la linea del Vaticano”.

Intanto fioriscono le attestazioni di solidarietà a Benedetto XVI, provenienti dagli episcopati e da esponenti più vari. Ma ciò non sminuisce una crisi, che scuote alle fondamenta credibilità e immagine della Chiesa cattolica, mentre la valanga delle rivelazioni è destinata a crescere. Nel palazzo apostolico non sembrano rendersi conto che di fronte alle testimonianze di centinaia e centinaia di abusi il vittimismo non è una via di uscita.

Ci sono fatti ormai accertati, che indicano la responsabilità diretta della Santa Sede nei decenni trascorsi. Lettere di denuncia a Paolo VI smarritesi chissà dove. Lentezze ed esitazioni che hanno permesso al violentatore di duecento bambini sordomuti di chiudere i suoi giorni, indossando la tonaca sacerdotale. Insabbiamenti di dossier pesanti, come quello del fondatore dei Legionari di Cristo Macial, nei cui riguardi soltanto nel 2004 il cardinale Ratzinger ha potuto aprire un procedimento d’inchiesta. Infatti all’interno della Curia di papa Wojtyla c’erano forti opposizioni. Ci vollero anni e anni, nonostante le sollecitazioni del vescovo locale, perché un prete violentatore fosse condannato alla riduzione allo stato laicale dopo il suo appello alla Congregazione per la Dottrina della fede. C’era in Vaticano, dinanzi alle notizie di abuso, chi tendeva a troncare e sopire. E’ stato il cardinale Schoenborn di Vienna a raccontare pubblicamente che quando a metà degli anni Novanta scoppiò in Austria lo scandalo dell’allora arcivescovo di Vienna cardinale Groer (accusato di pedofilia e poi costretto alle dimissioni), il cardinale Ratzinger “non riuscì” a far partire un’inchiesta per accertare gli abusi.

Abbiamo la testimonianza diretta di una conversazione di Schoenborn con Ratzinger nell’anno 1995: “Mi disse con tristezza: l’altro Partito l’ha avuta vinta”. Cioè il partito della Segreteria di Stato. Dalle parole di Schoenborn si capisce come potevano andare le cose in Vaticano.“Esponenti della Curia persuasero Giovanni Paolo II che i media avevano esagerato la questione e che un’inchiesta avrebbe soltanto creato cattiva pubblicità”.

Cattiva pubblicità… Ecco la parola chiave per spiegare decenni di omertà, inerzie, colpevoli lentezze, di cui le gerarchie ecclesiastiche in tante parti del mondo portano responsabilità. Esattamente ciò che Benedetto XVI ha stigmatizzato nella sua Lettera ai cattolici irlandesi: “Preoccupazione fuori luogo per la reputazione della Chiesa e per evitare scandali”. Ma seppure nella lettera papa Ratzinger è stato coraggioso e rigoroso nell’indicare la strategia per combattere gli abusi, ora nessuno può credere che la Chiesa cattolica possa risorgere dalla crisi senza aprire gli archivi, senza fare piena luce sulle segnalazioni pervenute in Vaticano nei passati decenni, senza confessare apertamente ciò che è stato fatto e non fatto. “Rendere conto dei misfatti senza tentennamenti e minimizzazioni”, ha sintetizzato il cardinale Scola di Venezia. E l’iniziativa tocca al pontefice. Papa Ratzinger, più lucido di molti suoi difensori, deve evitare di farsi soffocare dal professor Ratzinger. Dalla sua tendenza a considerare le questioni in astratto, dal credere che basti intervenire autorevolmente una sola volta perché tutto sia chiarito, dal suo atteggiamento di chiusura verso le domande scomode dei mass media. È stato un errore non dire una parola sugli scandali il Giovedì Santo. È stato sconsolante vedere che il cardinale Ruini alla Via crucis ha by-passato il tema della “sporcizia nella Chiesa”, che il cardinale Ratzinger aveva sollevato a voce alta nel 2005. Questa Pasqua è per la Chiesa una traversata del deserto. Ma senza un rigoroso esame di coscienza e una piena confessione dei fatti oscuri del passato, non arriverà alla pace.




Non ne ho idea di come e quando la chiesa cattolica uscirà da questo tunnel,la pedofilia e le sue mele marce con tanto di tonaca si stanno sempre più diffondendo,ivi comprese le coperture e le mancate denunce dal medesimo mondo religioso,tanto che un procuratore di Milano per aver dichiarato delle omertà palesi a riguardo,in risposta qualcuno ha sguinzagliato subito gli ispettori,ma questa è una storia recentissima legata al momento elettorale appena concluso.

Non sarà la panacea che curerà questo male,ma sino a quando i preti non diventeranno dei pastori con tanto di famiglia al seguito,i crimini di pedofilia saranno presenti a dismisura,poichè oltre essere una malattia,e quindi una vera e propria devianza,sono dell'idea che molti di loro lo diventino per l'astinenza sessuale che devono interpretare tutta la loro vita,anche se consigliare un'idea del genere al Vaticano,pare al momento impossibile,ci vorranno secoli ma dovranno riformare a riguardo,altrimenti il rischio di scomparire o ridursi ad una nicchia insignificante diventerà sempre più probabile.

&& S.I. &&

5 commenti:

Anonimo ha detto...

IL VIZIO DELLA CHIESA LATINA DA 1500 ANNI: CAVALCARE IL DISAGIO, PER CONTROLLARE LE "MASSE DI FEDELI". NON SI PUO' ESSERE INDULGENTI CON SE STESSI E SEVERI CON GLI ALTRI. LA CHIESA LATINA PER USCIRE DA QUESTA CRISI DEVE RICONOSCERE UMILMENTE UNA VERITA' FONDAMENTALE CHE I PRETI PEDOFILI SONO A LORO VOLTA VITTIME DI UN SISTEMA, SONO UN PRODOTTO UN RISULTATO DEVIATO DI UNA CHIESA APPARATO IPOCRITA E NON COERENTE CON IL VANGELO.

Ivo Serenthà ha detto...

Come ho postato all'articolo di Politi,le rivoluzionarie riforme all'interno della chiesa e il riconoscimento delle proprie responsabilità dovranno essere ufficializzate senza alcuna ritrosia,altrimento questo macigno rischia di offuscare per sempre l'importante istituzione.

Ma nutro forti dubbi che praticheranno le due vie,per uscire da un vicolo che si sta dimostrando cieco.

paoloest ha detto...

bariuSarebbe così semplice per la Chiesa uscire da questo "impasse".Basterebbe seguire gli insegnamenti del Cristo che mai si è opposto al matrimonio,e non ha imposto di andare contro natura.La Chiesa ha voluto inventarsi questo celibato ed ora ne sta pagando amaramente le conseguenze. Riconosca pubblicamente le sue omissioni,consegni i colpevoli alla giustizia e riparta conla ragionevolezza. AUGURI!

Anonimo ha detto...

mestate e rimestate sempre le stesse notizie di pochi fatti vecchi di decenni e già oggetto di condanne
pretendete con l'arroganza tipica dei comunisti che tutti vi debbano obbedire e si debbano prostrare ai vostri desideri
ma chi siete voi perchè una parsona come papa ratzinger debba obbedire ai vostri ordini?
voi non siete neanche il tacco della sua scarpa
vi piacerebbe demolire la chiesa cattolica perchè difende la morale, la famiglia naturale, il matrimonio e si oppone all'aborto ed al matrimonio gay
e non vi capacitate che la chiesa non cambi opinione nè voi nè quei cosiddetti cattolici progressisti che dall'interno vi danno man forte e non si capisce perchè non se ne vanno coi protestanti
gli abusi ci sono stati come dappertutto, pedofili sono i genitori, gli insegnanti, e ci sono in tutte le categorie e gli strati sociali
nel mondo operano oltre 400.000 quattrocentomila sacerdoti che fanno del bene e non sarà qualche centinaio di disgraziati ad offuscare i loro meriti
infatti i casi che riportate sono sempre gli stessi
papa benedetto sta conducendo un'opera immenso di rinnovamento morale e di tutela della dottrina cattolica alla faccia dei progressisti falliti
questo papa non è paolo VI che dopo l'humanae vitae tacque questo è tedesco ed ha dietro di sè l'intera chiesa, quella vera non i cattolici a forfait

Ivo Serenthà ha detto...

Chi ha a cuore la chiesa cattolica si auspica che da questo scandalo,ne abbia uno scossone da poter prendere le misure più idonee per ammodernarsi e rendere più vicina la pubblica opinione,non solo i praticanti.

Al contrario se le critiche e le aperture ai dibattiti vengono viste come forme di discredito interpretate dai soliti comunisti,e se dalla gerarchia vaticana verranno suggellati come attacchi pretestuosi,preparatevi ad un inevitabile declino,come del resto la chiesa in buona misura lo è già.

Arroccarsi nell'intoccabilità dogmatica e nella medesima intoccabilità del santo padre,equivale ad un grossolano errore,almeno strategicamente dovrete riflettere su questo bivio,sbagliare strada conservando il classico percorso,sarà indirizzarsi verso un vicolo cieco senza ritorno.

Ve lo consiglia non un comunista,ma bensì un non credente.

&& S.I. &&