venerdì 29 gennaio 2010

Come vivere senza soldi per un anno e vincere la scommessa



La scommessa vinta di Mr Boyle
di Andrea Valdambrini

Londra

Vivere senza soldi è possibile? È quello che ha fatto l’inglese Mark Boyle, animatore dal 2007 un progetto di economia alternativa, la Freeconomy Community, che da più di anno sta portando avanti la sua scommessa, passando i suoi giorni in un caravan e mangiando quello che coltiva. Visto da lontano potrebbe sembrare un incrocio tra un figlio dei fiori e San Francesco d’Assisi. In realtà Boyle critica le regole del mercato e gli sprechi connessi al nostro sistema di produzione delle merci, ma non è un asceta che rifiuta la modernità. Vuole solo mostrare quanto poco sostenibile sia la vita che quotidianamente conduciamo. Provando a suggerire una via più rispettosa dell’ambiente, più solidale, e in fin dei conti più felice.
I primi dubbi che il nostro sistema economico causi qualche problema all’ambiente, sono sorti a Boyle nel 2002. Appena laureato in Economia, s’imbatte in un video sulla vita di Gandhi. Proprio osservando l’esempio del mahatma, si accorge con sorpresa che nessuno durante i corsi di economia aveva mai menzionato le tematiche ambientali. Pensa di mettere a frutto le sue conoscenze facendo l’imprenditore nel settore dell’agricoltura biologica, ma si rende ben presto conto che anche il business etico è troppo poco distante da quello classico. I difetti principali sono nell’uso eccessivo della plastica, nell’inquinamento causato dal trasporto e nella tendenza alla concentrazione in grandi imprese. Il problema sta nel sistema. “I gradi di separazione tra il consumatore e il prodotto, chiarisce Boyle nel suo blog, sono aumentati così tanto che le persone sono all’oscuro del livello di distruzione e sofferenza causato dalla produzione del cibo e degli altri prodotti che compriamo”. Responsabile di questo sarebbe proprio il denaro.
A Boyle la teoria senza la pratica non piace troppo. Non mancandogli il coraggio prova ad avventurarsi in un viaggio a piedi fino all’India, per ricercare – in povertà di mezzi, ovviamente – le radici della saggezza orientale che lo ispira. Sfortunatamente, attraversata la Manica si trova a corto di parole francesi per la sopravvivenza. Boyle non si perde d’animo, e tornato in Inghilterra, si dedica a un’impresa più domestica ma non meno ambiziosa. Quella di vivere rinunciando al denaro.
Da più di un anno ormai un Mark Boyle ha stabilito la sua dimora in un caravan abbandonato, a cui ha trovato un parcheggio gratuito alla periferia di Bath. Racconta di aver preso la sua decisione nel novembre 2008, proprio all’inizio della crisi finanziaria, quando qualche amico aveva pensato si trattasse di una necessità piuttosto che di una scelta. Da allora, per nutrirsi mangia quello che offre la natura, senza sprecare niente. Ma soprattutto coltiva frutta e verdura lui stesso, e se proprio è a corto di cibo va a raccogliere quello che i supermercati o i ristoranti buttano a fine giornata. Per cucinare ha imparato a riutilizzare, rigorosamente sempre all’aperto, due contenitori usati per la raccolta e la combustione del materiale di scarto delle olive. Unica concessione al denaro, un pannello solare pagato 360 sterline, che però provvede ecologicamente energia per il computer e il cellulare. Con qualche disagio giusto durante l’inverno. Quanto all’igiene, Boyle si lava i denti usando un osso di seppia e semi di ferula. Come carta igienica, utilizza i fogli di giornale vecchi che gli uffici accumulano in grande quantità. Con l’inconveniente di aver usato una volta proprio un articolo in cui si raccontava la sua storia.
Ma in fin dei conti provare a vivere così per Boyle vale davvero la pena. Sarà pure faticoso farsi 36 chilometri in bici tutti i giorni per risparmiare i soldi della palestra, o passare molto tempo a procurarsi il cibo e cucinarlo proprio come accadeva nelle società preindustriali, senza nemmeno rilassarsi un po’ davanti alla tv. Il guadagno è un altro: “Se i soldi una volta mi dotavano del primario senso di sicurezza, adesso lo trovo negli amici e nella comunità locale”, assicura Boyle. Parola di chi l’ha provato.



Una forma alternativa di vivere l'esistenza con diversissimi aspetti della socialità,penso che l'esperienza dell'inglese non rimanga fine a se stessa,ultimamente esistono molti aspetti per una rivoluzione nel modo di vivere.

Potrebbe risultare la fine della società capitalista,la teoria dell'aumento infinito dei consumi ormai è in agonia.

@ Dalida @

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Interessante,sia la tua esperienza che quella della donna tedesca. pensavo di avventurarmi anch'io.
sono una mamma di 40 anni con due ragazzi ad età scolare. dopo il fallimento mi sono ritrovata indebitata e in più ora che lavoro non arrivo neanche alla terza settimana del mese. leggendo le vostre esperienze ho deciso di proporre un servizio che so fare bene IMPARTIRE LEZIONI DI MATEMATICA. scambiando il servizio con questa lista dei desideri:
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Anonimo ha detto...

la mia mail è elisircastana@hotmail.it
e se volete fare la scambio con me potete contattarmi al 3921709412.
una volta si scambiava prodotti per prodotti,
forse è meglio tornare a questa vecchia maniera.
ciao

Ivo Serenthà ha detto...

Una lunga lista non c'è che dire,spero che la pubblicazione non solo tra questi commenti possa rivelarsi positiva.

Possedere una buona cultura di matematica è molto importante,poichè la materia in questione a volte diventa molto difficile recepirla,e le ripetizioni sono all'ordine del giorno.

Auguri