Altro che volgarità, parolacce e battute da caserma: il cinepanettone potrebbe diventare un film «di interesse culturale nazionale». A decidere in merito alla questione sarà il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che all’inizio del mese ha promosso con riserva Natale a Beverly Hills nell’esclusiva lista dei 20 film meritevoli dell’ambito riconoscimento: fanalino di coda della fantastica ventina, il cinepanettone ha strappato alla commissione il punteggio più basso per quanto riguarda storia e componenti tecniche, ottenendo però il massimo per «qualità, completezza e realizzabilità del progetto produttivo». Sfumata la possibilità di un premio in denaro, che lo Stato ha assegnato solo a 10 dei 20 film nella lista, se il Ministero sciogliesse la riserva, per il cinepanettone si aprirebbe l’accesso a tutta una serie di agevolazioni e sgravi fiscali nati per tutelare l’area protetta del cinema di qualità: «Sarebbe un precedente gravissimo – ha detto nei giorni scorsi Citto Maselli dell’Associazione degli Autori – perché si permetterebbe a un film, pur di legittimo e straordinario valore commerciale, di accedere a circuiti riservati a progetti che soffrono di una visibilità limitata».
Più che una questione di soldi, si tratterebbe di un problema di invasione di campo: infilare il cinepanettone nel circuito dei «film d’essai» sarebbe come sguinzagliare un branco di lupi in una riserva di panda. «È una questione di principio – dice ancora Maselli – il denaro non c’entra. Il problema è che quel genere di film non dovrebbe invadere quelle facilitazioni, quegli interventi e quelle possibilità ottenute, dopo anni di battaglie, per un certo cinema che ha bisogno di crescere».
Prova a sfilarsi dalla polemica il regista di Natale a Beverly Hills Neri Parenti, senza rimpianti al soldo dei cinepanettoni da quasi vent’anni: «Non mi intendo di questo genere di questioni – ha detto – quello che so è che non rubiamo soldi a nessuno. Non togliamo nulla agli altri film: se fosse una questione di denaro, che lo Stato dà a noi per levarlo agli altri, sarei il primo a gridare allo scandalo. Ma non è così. Anzi, a conti fatti il cinema italiano noi lo aiutiamo. Con i nostri incassi facciamo bene a tutti».
di Ilaria Ravarino
[ da Adnkronos ]
Tette,culi,battutacce,trame senza capo nè coda,interpretazioni ridicole,il massimo dell'affermazione del nulla,che evidentemente sta benissimo all'attuale Premier,più rincoglioniscono meglio regno...
Dovessero passare le agevolazioni a questo tipo di cinematografia,per oggettivi meriti culturali,"MA DE CHE AGGIUNGO IO"il ministro Bondi quasi l'omonimo del "grande attore Boldi" spinge verso tale situazione,il paese scenderebbe ancor più nel ridicolo agli occhi del mondo,in questo caso cinefilo.
Ve la immaginate la possibile candidatura agli Oscar o altra manifestazione del cinema con Christian De Sica & company,surreale vero!
Non sono sufficienti le sale piene e l'assalto al botteghino per un tale "spettacolo",ognuno ha i propri gusti,ma che tutto ciò passi per cultura,davvero ci possiamo domandare?
Ma che paese è mai questo!!Il ministro Bondi passerà alla storia,nel peggiore dei modi,ci sta riuscendo
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