di Beatrice Borromeo
Sarà anche la tivù del futuro, ma nel presente quella digitale non è esattamente di massa. Il calo di ascoltatori, dopo il passaggio al digitale terrestre, è ingente (come forse si poteva prevedere) e colpisce soprattutto le tv generaliste che vengono oscurate nella loro versione analogica. In questi giorni tocca alla Campania affrontare lo “switch off”, lo spegnimento del segnale: sono circa 1500 le telefonate che ogni ora i cittadini campani, confusi dalla novità tecnologica, fanno al call center (800 022 000). Un quinto rispetto a quelle registrate nel Lazio durante il passaggio al digitale a metà novembre, dove la presenza di una miriade di antenne private al posto di quelle condominiali ha complicato la situazione. Oggi il segnale si spegne a Salerno, ed entro il 15 dicembre tutte le emittenti trasmetteranno in Campania solo in digitale.
In questi giorni non c’è il tracollo di ascolti che ha accompagnato lo switch off a Roma e dintorni, dove l’Auditel aveva registrato il 20 per cento di spettatori in meno nella prima giornata digitale. Però alcuni problemi, a partire da quelli che si osservano a Napoli, restano, con un calo del 7 per cento di spettatori. Le cause: “Molte persone – spiega Cinzia, operatrice del call center – vengono prese dallo sconforto prima ancora di provare a sintonizzare il telecomando. Si tratta soprattutto di anziani”. Poi c’è chi non riesce a trovare un antennista disponibile per andare sul tetto a sistemare la ricezione: “I tecnici vengono presi d’assalto, in Campania non se ne trova uno”, racconta tra una richiesta di informazioni e uno sfogo di chi si è trovato al buio. “In Campania mancano all’appello circa 300 mila spettatori rispetto a prima dello swich off – spiega Francesco Siliato, esperto di media e comunicazione del Politecnico di Milano – ma la situazione più critica, causata dalla disorganizzazione e dalla scarsa ricezione, resta quella del Lazio”.
Quando lo share si abbassa, diminuiscono anche i ricavi delle vendite pubblicitarie, e l’impatto economico non è irrilevante. Anche se, finora, le associazioni di categoria degli inserzionisti non hanno protestato troppo per evitare di compromettere i rapporti futuri con le tivù digitali. Vediamo dove l’efficacia degli spot si è ridotta di più, ovvero in quali zone ci sono stati i maggiori cali di ascolto: in Piemonte i dati rilevati tra il 7 ottobre e il 22 novembre, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, segnano per la Rai una perdita del 4,1 per cento di spettatori, e per Mediaset del 5. Nel Lazio la Rai ha perso il 5,4 e Mediaset il 2. Stupisce il Trentino, dove la Rai segna meno 7,2 e Mediaset meno 10,2. Ancora peggiori, per l’azienda della famiglia Berlusconi, i dati che arrivano dalla Sardegna: una perdita per Mediaset dell’11,1 per cento rispetto al 2008, mentre per la Rai il decremento è solo dell’1,7. In Sardegna, oltretutto, c’è l’unico dato positivo rilevato fino a oggi: Raidue mostra un +1,6 dopo lo switch off, anche grazie ai due mesi di fase intermedia, il cosiddetto switch over, che hanno preparato il suo pubblico al passaggio (idem per Rete 4, che però non ha guadagnato share).
“Partendo dal presupposto che gli ascolti si abbassano per tutti – commenta Siliato – sono sicuramente le tv generaliste quelle che subiscono i danni maggiori. Guadagneranno TivùSat, la piattaforma satellitare di Rai e Mediaset alternativa a Sky, e i canali digitali, che erano meno fruibili prima del passaggio”.
Nel primo semestre del 2010 passerà al digitale definitivamente anche la Lombardia, ma per lo spegnimento del segnale analogico bisognerà attendere che si voti alle elezioni regionali (il prossimo 28 marzo) per evitare che la confusione crei problemi alla campagna elettorale. Poi, dopo l’estate, toccherà all’Emilia Romagna, al Friuli Venezia Giulia e alla Liguria.
Posso confermare le critiche e le perplessità espresse da Beatrice,in Piemonte sono diffuse le zone dove non si vede più la Tv,o nei migliori dei casi si vede in modo molto problematico,con delle immagini e un sonoro scadentissimo.
Dopo lo switch-off di metà ottobre,in molte zone di Torino e Moncalieri non si vede più La7,sarà un caso,ma a pensar male molte volte ci si azzecca,effettivamente i problemi sul duopolio,Raiset... pare che siano più marginali.
La qualità dell'immagine è effettivamente migliorata,qualche canale in più esiste,ma la strombazzata pluralità mediatica,con l'ingresso di altri soggetti e canali,fino ad ora come in certe giornate con le temperature delle città,non sono pervenute/i.
&& S.I. &&
4 commenti:
confermo, la situazione in provincia di Torino è come descritta: spesso non si riesce a vedere La7 e anche i 3 canali principali Rai spesso spariscono per circa mezzo minuto...
Dalle mie parti hanno proposto un dispositivo chiamato "larga banda" in questo modo la situazione migliorerà,ma con un discreto esborso a spese del condominio.
Per vedere ciò che si vedeva prima o poco più!
Saluti
Da quando è avvenuto lo switch off dell'analogico nella mia zona di Moncalieri (via S. Vincenzo, si trova a metà strada fra Borgo Navile e Borgo Mercato) non si vede più La7. Pensate che La7 era il mio canale preferito perchè lo ritenevo abbastanza sobrio ed equilibrato nei servizi d'informazione e spesso il più interessante nella selezione dei film. Certo che ci ho fatto un bel guadagno con questo tanto strombazzato Digitale Terrestre! Ma è colpa di La7 o di chi? Non si può fare niente? Ormai mi devo rassegnare ad avere perso questo canale?
Deve intervenire l'antennista con dei filtri o nell'ipotesi peggiore "finanziariamente" installare un larga banda.
Il dgt al momento,più che pluralità televisiva,è solo business e carte prepagate.
Auguri e saluti
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