venerdì 30 ottobre 2009
Vivere e morire nel mezzogiorno,di Massimo Gramellini
Da qui è facile pontificare. Ma cosa farei io, se mi trovassi a passare davanti a un bar del rione Sanità mentre un uomo giace sul marciapiede con il sangue che esce dalla testa? Resterei pietrificato, scapperei, chiamerei la polizia. Una di queste cose o magari tutte e tre, non so in che ordine. Nel filmato diffuso dalla questura di Napoli si vede invece come l’assassinio di camorra rientri in un contesto che Saviano ha definito di «tragica serenità»: l’anziana gioca a Gratta e Vinci, il venditore abusivo smonta il banchetto, la signora con le borse della spesa passeggia senza scomporsi. Ciascuno obbedisce a un riflesso automatico, inculcato fin dall’infanzia: fatti i fatti tuoi.
Poi sulla scena arriva un’altra donna. Scavalca il cadavere a testa alta per non vederlo, in omaggio al codice di cui sopra. Ma qualcosa la risveglia dall’assuefazione. Mi piace pensare sia una voce dal fondo del cuore che le urla: comportati da essere umano. Allora torna indietro, si abbassa, lo guarda in faccia, chiama aiuto. E d’incanto il suo gesto mi restituisce un po’ della speranza che avevo perduto.
[ da La stampa ]
L'omicidio in video pubblicato in rete,fotografa molto bene una diffusa realtà del mezzogiorno,dove la malavita,la criminalità organizzata influenza in ogni momento la vita di chi vive in quelle zone,la paura,o forse meglio dire il terrore d'essere coinvolti.
Perlomeno una telefonata alla polizia ed una ambulanza potevano essere considerati normalità,invece a parte la donna e il suo dietro-front,esiste solo il solito teatrino,per altro non compreso nel video inserito,evidentemente la donna è apparsa qualche secondo dopo.
&& S.I. &&
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