mercoledì 28 ottobre 2009

L'influenza suina è arrivata a Torino in modo massiccio,senza particolari problemi

L'influenza A dimezza
la scuola: classi deserte,ma non è pericolosa



[ dall'inserto satirico ]

Alla fine l’influenza A/H1N1 è arrivata. E il primo ambiente in cui si è manifestata in modo aggressivo è stata la scuola. Anche se le scuole in modo ufficiale non lo sanno: nessun dirigente, tra quelli interpellati da La Stampa, ha avuto conferma di casi da famiglie o asl. Eppure che si tratti proprio di A, in anticipo sulle previsioni (confuse dall’inizio), alla fine l’ha detto la Regione. Il virus è arrivato in anticipo anche sulle auspicate vaccinazioni del personale docente e non docente, per le quali i dirigenti avevano ricevuto una lettera dal ministero con la richiesta di inviare, entro il 24 ottobre, il numero dei volontari.

Molte scuole hanno indicato la metà della settimana scorsa come inizio delle assenze in massa. Il fenomeno, però, si presenta a macchia di leopardo, con grandi differenze tra scuola e scuola e addirittura tra zona e zona del medesimo piano. «Ieri avevamo classi con 2-5 bambini presenti su 25 e altre, girato l’angolo del corridoio, al completo», dice Lorenza Patriarca, dirigente dell’istituto comprensivo Tommaseo. L’IC Tommaseo ha più sedi oltre a quella storica di via dei Mille. «La media di via Sant’Ottavio - prosegue - per ora è indenne, mentre per l’elementare D’Assisi di via Giulia di Barolo ieri abbiamo ordinato 140 pasti su 260 alunni iscritti. È evidente che il contagio è piuttosto aggressivo. Ma abbiamo telefonato alla Asl e il servizio di pediatria ha detto che non si tratta dell’influenza A. Le scuole cosa devono fare?».

Gli stessi dubbi si ritrovano altrove. Ugo Mander, dirigente dell’Istituto Comprensivo Cairoli, nei pressi di piazza Bengasi, spiega che «alle elementari gli assenti sono una decina per classe, mentre alle medie sono 5-6. Anche alcune insegnanti sono a casa, in permesso, per curare i figli malati. I sintomi? Febbre alta, tosse». A Mirafiori, direzione didattica Duca degli Abruzzi, anche la dirigente Maria Grazia Mammana racconta di avere un certo numero di classi decimate: «Si sono create delle concentrazioni di assenti. Comunque, i rientri sono veloci, in cinque giorni i bambini tornano. Noi, però, non abbiamo modo di sapere di che cosa si siano ammalati».

In Barriera di Milano, alla Gabelli, la dirigente Nunzia Del Vento spiega che «tra i bambini ci sono influenze con febbre e tosse, ma anche altre forme con mal di pancia e mal di stomaco. In una classe ieri erano presenti 12 su 24. Ci sono insegnanti che si preoccupano, da noi ha accettato la vaccinazione il 70% del personale. La realtà è che non abbiamo nessuna direttiva attraverso il servizio di pediatria, nessuno ci ha detto che ci sia un’influenza A accertata».

Nulla di diverso dal solito, invece, all’Istituto comprensivo Cena di strada San Mauro come al Pacinotti di San Donato e al Vivaldi di via Casteldelfino. La mappa dell’assenza per malattia si intensifica nuovamente a Trofarello. Il dirigente dell’Istituto comprensivo, Antonio Palmas, elenca le assenze di ieri: «Alla materna mancavano 52 bambini su 320, alle elementari 3-4 per classe, alle medie 32 su 250». Situazione anche più seria alla media Alighieri di Pozzo Strada: «Su 937 alunni ieri mancavano in 180, il 20%. Il fenomeno è scoppiato venerdì. Sto monitorando, in particolare quando sento voci allarmistiche: telefono ai genitori. Però di influenza A nessuno parla».

Anche alle superiori, in particolare nei primi anni, l’epidemia si fa sentire. Se al Primo Artistico di corso Cadore proprio ieri si è cominciato a notare un incremento di assenti e al D’Azeglio ci sono state classi assottigliate nei giorni scorsi, al liceo classico Alfieri il preside Riccardo Gallarà spiega che «in ogni classe registriamo alcune assenze legate all’influenza, in totale circa il 10%: da una settimana aumentano di giorno in giorno. Arrivano gli insegnanti a dire “Volevo fare il compito in classe ma gli assenti sono troppi...!”. In Facebook, poi, sono tanti i ragazzi che si lamentano della febbre».

[ da La stampa ]

La vignetta chiarisce molto bene il momento,l'allarmismo da qualche mese è in atto,poichè se è del tutto lecito informare sui comportamenti da interpretare,tipo le norme igieniche da osservare,il tam,tam mediatico ha aiutato il proliferare di paure che si stanno rivelando del tutto infondate,l'esempio della conclamata diffusione nelle scuole torinesi prova la inconsistenza del terrorismo psicologico creato,ovvero dopo alcune linee di febbre e in pochi giorni termina il malessere.

Purtroppo sono stati presi d'assalto i pronto soccorsi di alcuni ospedali,al sopraggiungere di alcune linee di febbre.

Speriamo che l'immaginario collettivo si metta finalmente il cuore in pace,la febbre suina si sta dimostrando davvero un dettaglio superabile in poco tempo.

&& S.I: &&

4 commenti:

Gianna ha detto...

Hanno allarmato fin troppo ed ecco i risultati!

Ivo Serenthà ha detto...

Quando esistono interessi economici legati alle multinazionali dei farmaci,tutto è possibile e non solo su questo campo.

Ciao Stella,

&& S.I. &&

Anonimo ha detto...

Se è vero che ci sono stati molti ragazzini infettati, non si ha conferma però che si tratti di a1hn1. Anzi..se leggete cosa è successo nei mesi scorsi in Argentina mi permetto di allarmarmi

Ivo Serenthà ha detto...

Troppo allarmismo,l'influenza suina è meno pericolosa rispetto alla solita stagionale,ormai si devono mettere il cuore in pace anche le case farmaceutiche,con il loro surplus di dosi di vaccino