E' di mezza età, abita al Nord, ha un livello culturale piuttosto elevato e un reddito medio-alto. E' questo l'identikit di chi devolve il 5 per mille attraverso la dichiarazione dei redditi, secondo una ricerca del servizio studi Consodata, società del gruppo Seat Pagine Gialle, condotta su un campione di 255 mila italiani e rappresentativo della totalità dei contribuenti.
IL RECORD DELLA LIGURIA - La destinazione del 5 per mille non è obbligatoria e solo il 55% di coloro che ogni anno presenta la propria dichiarazione al Fisco decide di destinare questa parte delle proprie imposte ad associazioni non profit ed enti di vario genere. Tra coloro che invece operano una scelta, il 58% è concentrato nell'Italia settentrionale mentre al centro e al sud la percentuale di coloro che devolvono la propria quota scende rispettivamente al 20 e al 22. I più «generosi» (ma la scelta di destinare la quota ha costo zero), da questo punto di vista, sono i cittadini della Liguria: nella regione la quota di chi sceglie a chi destinare il proprio 5 per mille sale al 69%, il miglior risultato davanti a Friuli Venezia Giulia (66%), Emilia Romagna e Trentino Alto Adige (entrambe al 63%). Fanalino di coda nelle scelte la Campania, dove solo il 39% ha destinato il proprio 5 per mille. Risultati di poco superiori in Calabria (40%) e Sicilia (42%).
GIOVANI MENO ATTENTI - Dal punto di vista anagrafico i contribuenti più attenti al terzo settore, principale beneficiario dei contributi, sono i più anziani, probabilmente quelli che hanno più a che fare - per necessità personali o per il maggiore tempo da dedicare loro con attività di volontariato - con associazioni e organizzazioni onlus. I più attivi sono gli ultraottantenni: il 78% di loro devolve il 5 per mille dell'Irpef mentre tra quanti hanno fra i 75 e gli 80 anni la percentuale è del 64%; diametralmente opposta la situazione tra i giovani: fra coloro che hanno tra i 18 e i 24 anni, solo il 34% ha firmato la casella della destinazione del contributo.
DIVORZIATI IN PRIMA LINEA - Rilevante anche lo status familiare: il record appartiene ai divorziati, tra cui la percentuale di sottoscrizioni raggiunge quota 64%; tra i contribuenti non coniugati, invece, coloro che destinano il proprio 5 per mille sono solo il 47% (mentre per i coniugati la quota è del 59%). Uno sguardo al reddito dei contribuenti evidenzia poi che tra chi percepisce tra i 35 mila e i 50 mila euro annui il tasso di firmatari è del 70%; dato sale poi al 73% tra coloro che guadagnano più di 50 mila euro. Infine, sembra avere una certa influenza anche la formazione culturale: tra i laureati devolvono il proprio 5 per mille 70 contribuenti su cento, mentre tra coloro che hanno la licenza media o la licenza elementare il tasso scende rispettivamente al 52 e al 46%, segno questo che forse deve ancora essere compreso appieno, da chi ha un livello di istruzione più basso, il meccanismo che sta alla base del contributo e la sua effettiva portata.
Due opportunità sul tema sostenute dal blog Freedom & Travel
Curioso prendere atto della generosità e attenzione della popolazione ligure a riguardo di questa donazione,seppur i denari devoluti siano costantemente in ritardo,tantissime associazioni italiane ed estere,almeno negli intenti, possono trarre un minimo d'ossigeno nella cura del prossimo.
Mi auguro che le regioni vadano in competizione,una vera e propria gara della solidarietà.
@@ post inserito da Dalida @@
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