lunedì 4 maggio 2009

Torture a Guantanamo,la Rice bacchettata da un piccolo studente

Avrebbe voluto esser più diretto,ma le maestre l'hanno educato alla domanda soft,invece di domandare perchè le torture,ha chiesti unicamente del waterboarding.



Condoleezza Rice con il piccolo Misha Lerner


Momenti imbarazzanti per l'ex Segretario di Stato Condoleezza Rice che, alla sua prima uscita pubblica nella capitale dall’insediamento del presidente Barack Obama, si è trovata a a dover affrontare domande "impreviste", sul waterboarding e le altre torture adottate dopo l'11 settembre dalla Cia verso sospetti terroristi. Imprevedibili perchè la Rice si trovava in una scuola elementare e l'autore della complicata "question" era uno studente della quarta classe. In realtà, ha raccontato al Washington Post la mamma del piccolo "inquisitore", originariamente la domanda del piccolo Misha doveva essere ancora più dura e solo l'intervento delle maestre lo ha convinto a formularla in modo diverso evitando, a tutti i costi, l'utilizzo della parola "tortura".

«Fatemi dire subito una cosa - ha comunque risposto, un pò spiazzata, la Rice - il presidente Bush è sempre stato molto chiaro nel dire che avrebbe fatto di tutto per proteggere il paese dopo l’11 settembre. Ma allo stesso tempo è stato sempre molto chiaro nell’affermare che non avrebbe mai fatto niente, proprio niente che fosse contrario alla legge ed i nostri obblighi internazionali e che era disposto ad autorizzare solo pratiche legali per difendere il paese». Ai bambini ha ricordato che «eravamo tutti terrorizzati dall’idea che il paese potesse essere attaccato di nuovo, l’11 settembre è stato il giorno più brutto del mio mandato di governo, costretta a vedere 3mila americani morire: ed in quelle condizioni difficili il presidente non era pronto a fare qualcosa di illegale, spero che la gente capisca che stavamo cercando di difendere il paese».

Non si tratta comunque della prima volta che la Rice è costretta a difendere in pubblico le "controverse pratiche di interrogatorio", equiparate a vere e proprie torture, adottate da Bush e che lei è stata una dei primi ad approvare. La scorsa settimana, per esempio, si era trovata sotto il fuoco di fila delle domande degli studenti della sua Stanford, l’università della California dove la Rice è tornata ad insegnare conclusa l’esperienza a Washington. Anche in quell’occasione aveva difeso la legalità delle scelte dalla passata amministrazione: «per definizione, se sono state autorizzate dal presidente non violano i nostri obblighi nei confronti della convenzione contro la tortura». Frase, hanno sottolineato commentatori americani, che riecheggia la famigerata affermazione di Richard Nixon: «se è fatto dal presidente allora non è illegale».

[ da La stampa ]

Tutti i nodi vengono al pettine,la domanda imbarazzante viene proferita da un bambino,la pietosa giustificazione che le ragioni di stato superano i diritti umani non sta in piedi.

Guantanamo rimane una vergogna indelebile nella storia degli States,organizzata dalla culla della democrazia,almeno per chi definisce così lo stato a stelle e strisce.



&& S.I. &&

1 commento:

Unknown ha detto...

Una bella arrampicata sugli specchi..!