sabato 21 marzo 2009

Sarkozy e consorte,a cura di Massimo Gramellini






Da quando Sarkozy ha detto che si può governare la Francia anche senza aver letto «La principessa di Clèves», il romanzo storico e lievemente palloso di madame de La Fayette è assurto a simbolo della resistenza al nuovo potere, andando esaurito in tutte le librerie, così come la spilla «Io leggo La principessa di Clèves» che gli oppositori del presidente si appuntano sulla giacca, forse per potersi esimere dal fastidio di leggerlo.

Da noi la vita dell’oppositore è decisamente più comoda. Intanto il nostro padrone non ha mai stroncato un romanzo in vita sua: un po’ perché li pubblica e un po’ perché non li legge. Immaginate se per manifestare il dissenso nei suoi confronti dovessimo prendere in mano l’opera omnia dello scrittore sovietico Michail Aleksandrovic Solochov, compresi «Terre dissodate» e «Essi combatterono per la patria» in lingua originale e caratteri cirillici; basterebbe la spilla a farci venire il mal di testa. Qui per sentirci eroi della Resistenza è sufficiente fischiare un cross di Pirlo o sintonizzare la tv su Santoro: attività che richiedono un dispendio minimo di energie cerebrali.

Tornando agli sfortunati cugini francesi, resta da capire perché Sarkò ce l’abbia tanto con «La principessa di Clèves». Sfogliando la trama alla ricerca di indizi, si scopre che è la storia di una donna di corte dalla moralità così adamantina che, pur non amando suo marito, si rifiuta di tradirlo con l’uomo che ama persino dopo che lui è morto. Ma il Presidente può stare tranquillo. Non solo non ha letto «La principessa». Non l’ha neppure sposata.

[ da la Stampa ]


L'ultima frecciatina a Sarkozy e consorte è un dato di fatto,anche se tra le nobili storie di corte del tempo che fu,esistono alcuni virtuosismi,ma sono molto più evidenti le efferatezze e l'ingiustizia,qui da noi al contrario abbiamo una premiere damme che nonostante tutto è felice della sua condizione,anche se di recente è stato inserito il reato di stalking dovesse richiedere il divorzio,risulta un altro mistero italiano,o forse una fiaba di dubbio gusto nostrana.

&& S.I. &&

3 commenti:

Andrea De Luca ha detto...

questi due non li sopporto più
buona domenica

Anonimo ha detto...

Io mi risparmio dal commentare va...
Buona domenica!:)

Ivo Serenthà ha detto...

Ho toccato l'argomento,per sottolineare che non c'è limite al peggio.

In ogni caso magari avessimo una destra francese in Italia,sarebbe un buon salto di qualità,e sia chiaro non voterei manco quella.

Un saluto a voi

&& S.I. &&