venerdì 5 dicembre 2008

De Magistris e l'inchiesta stoppata al momento giusto




«Mi hanno bloccato mentre indagavo su una concreta ipotesi investigativa ed avevo già raccolto gravi indizi: una sorta di nuova P2, per essere sintetici. Posso offrire ogni eventuale, utile approfondimento che mi verrà richiesto». Il retroscena sul Mattino in edicola oggi.
Il 18 settembre scorso Luigi De Magistris, ex pm a Catanzaro, consegnava ai colleghi salernitani l’ennesima testimonianza dopo che gli avevano appena notificato un nuovo procedimento disciplinare firmato dall’ex procuratore generale della Cassazione, Delli Priscoli. «Non vorrei - dice ai pm - che adesso l’obiettivo fosse quello di liberarsi definitivamente di me quale appartenente all’ordine giudiziario».


[ articolo tratto dal messaggero ]

Sette capi di imputazione, interrogatori e deposizioni di Luigi De Magistris, di testimoni delle inchieste «Why not» e «Poseidone» e di magistrati del distretto delle Procure di Catanzaro, Crotone e Paola: questo il contenuto delle 1.700 pagine del decreto della Procura di Salerno che ha disposto la perquisizione di uffici di alcuni magistrati della Procura generale e della Procura della Repubblica di Catanzaro. Un decreto finalizzato al sequestro di atti e documenti relativi alle inchieste «Why Not» e «Poseidone» sia prima che dopo l'avocazione e la revoca della delega a De Magistris, ai criteri sulle assegnazioni, alla gestione dei procedimenti, le procedure di trasmissione di singoli segmenti, le modalità si definizione di «singole posizioni in senso favorevole agli indagati collegati ai magistrati nuovi coassegnatari delle inchieste».

Nel provvedimento vengono ripercorse le tappe principali delle due inchieste e la scansione dei tempi che hanno portato alla revoca della delega di Poseidone e all'avocazione di Why not. Le deposizioni di De Magistris arrivano sino a pochi mesi fa e nelle ultime il magistrato parla anche del vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, il cui nome afferma l'ex pm (adesso al Tribunale del riesame di Napoli dopo essere stato trasferito dalla sezione disciplinare del Csm) «è emerso nell'ambito dell'inchiesta Toghe lucane».

De Magistris, poi, parla anche del procuratore generale della Corte di Cassazione Mario Delli Priscoli, in riferimento all'ultima contestazione disciplinare mossa dalla Cassazione dopo il ricorso dell'ex ministro Clemente Mastella.

Secondo De Magistris, Delli Priscoli potrebbe essere stato in contatto con persone indagate in Why Not e Poseidone, per tramite del figlio, Francesco, docente alla Sapienza di Roma e esperto di comunicazioni Umts.

De Magistris, nel corso di una deposizione del novembre 2007 davanti ai giudici salernitani, afferma anche che Why Not gli è stata tolta quando «stavo praticamente per chiudere il procedimento» e «soprattutto stavo facendo degli atti anche molto importanti che riguardavano esponenti di spicco della politica calabrese (Minniti, Tommasi, Adamo e D'Andria)».

[ articolo tratto dal mattino ]


Dice bene il presidente Napolitano sul verminaio campano: occorre “forte capacità di autocritica e autoriflessione nel Mezzogiorno sull’impoverimento culturale e morale della politica”. Ora però, visto che l’autocritica non può ridursi a un “tua culpa, tua maxima culpa” battuto sul petto altrui, s’impone qualche parola sul Csm. Il Csm che, sotto la sua presidenza, ha cacciato in malo modo da Catanzaro un pm perbene come Luigi De Magistris che, pur con possibili e rimediabili errori, aveva scoperchiato altri letamai politico-affaristici in Calabria e Lucania. Il Csm che ha espulso a pedate da Milano una gip onesta come Clementina Forleo, colpevole di aver difeso De Magistris e sventato le scalate illegali a Bnl, Antonveneta ed Rcs facendo i nomi dei politici di destra e sinistra che proteggevano la Banda Furbetti. De Magistris e Forleo han dovuto emigrare a Napoli e a Cremona per “incompatibilità ambientale”. E mai formula si rivelò più azzeccata: per fortuna abbiamo ancora magistrati galantuomini (sempre più rari), dunque incompatibili con certi ambienti putridi. Ora, con il blitz della Procura di Salerno al palazzo di giustizia di Catanzaro per stanare i persecutori di De Magistris, comincia ad affiorare la trama che portò all’incredibile scippo delle sue indagini più scottanti. Una trama illustrata un anno fa dai pm salernitani al Csm. Che però finse di non sentire e procedette come un caterpiller contro i due reprobi. Ora urge una “forte capacità di autocritica” del Csm. E’ già tardi per cacciare da Catanzaro i magistrati inquisiti, reintegrarvi De Magistris e riabilitare la Forleo. Ma non è mai troppo tardi.

[ dal blog voglio scendere][articolo di Marco Travaglio]http://www.voglioscendere.ilcannocchiale.it/

Dopo un anno pare ci siano i primi segnali della riscossa del P.m. De Magistris,e se dovessero esser fondate le loro inchieste,saremmo ad una nuova inchiesta bomba,dentro il malaffare tra politica e criminalità organizzata,come pubblica Travaglio,lui e la Forleo,non avrebbero dovuto ficcare il naso in certi intrallazzi,i quali hanno causato l'allontanamento dalle loro sedi di lavoro,che sia fatta piena luce,comunque vada,se hanno ragione o meno,d'esser rei su pesanti infrazioni legate alle indagini o la fondatezza delle loro accuse,e se fosse accertato tutto ciò, il loro reintegro alla sede originaria.

[ post inserito da Kenzo ]

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