sabato 1 novembre 2008
Barack Obama,american stories
Lo spot-documentario è comunque un piccolo capolavoro. A prescindere dal fatto che possa o meno spostare voti dopo una campagna comunicativamente tirata e con le sacche di indecisi che all’approssimarsi del giorno del voto si prosciugano. Lo spot-documentario è un piccolo capolavoro comunicativo. Perché “occupa” i media tradizionali con un format non convenzionale. Creando per di più un vero e proprio “evento”: diventando notiziabile in quanto prodotto e per il contenitore, oltre che in qanto messaggio e per i contenuti. Un prodotto epico e narrativo, che accoglie e personalizza stilemi comunicativi delle serie televisive, dei documentari, della cinematografia. Che sfrutta al meglio il minutaggio spropositato. La scelta di un filmato così lungo non deve stupire. È una scelta perfettamente in linea con una campagna che, proprio grazie alla testa di ponte dei video su YouTube, si è più volte mossa contro la logica televisiva dei sound bites – cui la politica americana e non solo negli ultimi decenni si è inginocchiata. Accettando la sintesi spesso impietosa di brevissimi "stralci" video o audio da montare nei pastoni dei telegiornali o negli approfondimenti giornalistici. Grazie alla disintermediazione di YouTube (cui la campagna di Obama ha dedicato ingenti risorse strategiche) e di altri social network, anche contenuti più lunghi di una battuta di pochi secondi sono sopravvissuti politicamente. Attirando interesse da coda lunga. E talvolta diventando materiale da passaparola.
Un discorso interminabile come quello ormai famoso su razza e razzismo "A more perfect union" - 38 minuti ingestibili per i media tradizionali a palinsesto rigido – ha avuto grande successo in Rete. È di gran lunga il video di Obama più visto su YouTube, più di 5 milioni di volte. Con buona pace di chi pensa che in Rete possa funzionare solo contenuto semplificato e rapidissimo. Subito dopo quel filmato, furono in molti a parlare di superamento della cultura politica “soundbite-driven”, guidata cioè dalla logica della brevissima dichiarazione ad effetto. Il co-fondatore di Salon Scott Rosemberg annotava con sorpresa come tanta gente fosse disposta a sorbirsi quasi 40 minuti di retorica vecchio stile, costruita senza pensare ai tempi televisivi. L’attentissimo Paolo Ferrandi su Paferrobyday aggiungeva: «Una volta di più l’innegabile maestria retorica di Obama è stata amplificata dalla distribuzione asincrona della rete. Senza l’aiuto di YouTube i discorsi di Obama sarebbero ridotti a “sound bites” e, visto che sono dannatamente complessi, perderebbero buona parte della loro potenza persuasiva».
[ commento tratto da ricerca google ]
5 milioni di contatti tramite la televisione d'eccellenza,ovvero YouTube,la sua vittoria alle presidenziali americane non è in discussione,dopo la presidenza Bush gli States voltano pagina,dopo l'Iraq e l'Afghanistan,con la ciliegina sulla torta dello sconquasso economico,gli elettori avrebbero scelto qualsiasi candidato democratico,l'unica incertezza nel presente e in futuro sarà la sopravvivenza del primo Presidente colored degli Stati Uniti,per una buona parte di americani è intollerabile esser rappresentati da lui.
Buon lavoro neo Presidente del più influente paese al mondo,se riuscirà a renderlo più umano per molti aspetti,come pare del resto,passerà alla storia non solo per il colore della pelle.
[ post inserito da Kenzo ]
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1 commento:
Ringrazio Kenzo per il suggerimento sul video da inserire sul mio blog, ineffetti ne cercavo uno migliore di quello messo precedentemente proprio l'altra sera.
Sono un estimatore di Obama già da quando lui faceva il senatore e nessuno da noi lo conosceva (magari nessuno ci crederà eppure io girando su internet già lo avevo "incontrato" e conosciuto) per cui il mio augurio per la sua elezione è scontato.
Meglio di Bush poteva fare chiunque ed è infatti vero che probabilmente qualsiasi candidato democratico avrebbe avuto ottime chanches di vincere. Ma Obama è un'opportunità per l'intero mondo, non perchè mi aspetti chissà quale miracolo, però lui può dare un messaggio di speranza e di educazione ricoprendo con il suo stile uno dei posti più influenti sul piano pratico e mediatico del mondo.
Stamani ho visto Shwarzeneger parlare a un comizio di McCain prendendo in giro Obama per le sue gambe "troppo magre". A che bassi livelli che è scesa la destra americana, praticamente un misto tra bullismo e populismo. Staranno forse copiando qualcuno che ha ahinoi molto successo qui da noi? Mah...
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