mercoledì 1 ottobre 2008

No al referendum organizzato dal comitato Dal Molin





L'ampia area verde sullo sfondo sarà l'ipotetica base americana,da notare la vicinanza della stessa al centro storico di Vicenza.


Gli attivisti del No Dal Molin, che questa sera scenderanno in piazza a Vicenza per protestare, non si arrendono, e sono intenzionati a dare ugualmente vita al referendum domenica prossima. «La campagna per il voto prosegue - spiega Francesco Pavin, uno dei portavoce del comitato - e domenica sarà comunque il giorno del voto. Una decisione ufficiale deve essere ancora presa, ma l'intenzione è di procedere lo stesso con la consultazione, con l'allestimento dei gazebo». Sulla manifestazione di questa sera Pavin sottolinea che ci sarà una «fiaccolata che si concluderà con un'assemblea davanti alla prefettura e con l'attivazione di un presidio con tende e sacchi a pelo per tutta la notte».

Agnoletto: «Atto di regime». «Siamo di fronte a un golpe con cui si cancella la democrazia»: duro il commento di Vittorio Agnoletto, eurodeputato Prc/Sinistra Unitaria Europea. Da Vicenza, dove si trova con una delegazione di eurodeputati su invito del presidio No Dal Molin, Agnoletto dichiara: «Il Consiglio di Stato rinuncia a svolgere il suo ruolo d'istituzione autonoma dall'esecutivo e si appiattisce sulla linea del governo. E anzi, ha fatto sue nelle motivazioni esattamente le stesse dichiarazioni rilasciate in questi giorni da Berlusconi e La Russa contro il referendum». «Ci troviamo di fronte a un vero e proprio atto di regime - prosegue il deputato europeo - con il quale si cancella un diritto previsto dalla Costituzione che garantisce alla popolazione di esprimere liberamente la propria opinione».

Ferrero: «Ci mobiliteremo». «La decisione di sospendere il referendum consultivo è gravissima. Con questo atto si impedisce di conoscere l'opinione e l'orientamento di una intera comunità. Dopo tanta retorica atlantista, si ha paura di sapere cosa pensano veramente i vicentini». È quanto afferma Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista. «Questa sospensione è un vulnus alla democrazia - prosegue - e considera i vicentini come sudditi e non come cittadini. Di fatto si avalla l'idea dell'extraterritorialità della base addirittura sottraendola alla discussione e al confronto democratico del popolo italiano. Siamo un Paese a sovranità limitata e le basi militari straniere sono lì proprio a ricordarcelo». «Da parte nostra continueremo la mobilitazione - prosegue Ferrero - al fianco dei comitati e del movimento pacifista non ci piegheremo certamente di fronte a questo atto antidemocratico. Il Dal Molin rientra dentro lo scenario di guerra permanente che gli Stati Uniti hanno dichiarato all'umanità. Nella manifestazione unitaria della sinistra e dei movimenti contro la politica di Berlusconi dell'11 di ottobre - conclude Ferrero - la contestazione alla base di Vicenza avrà ancora più centralità. È un motivo in più per scendere in tanti e tante a Roma per chiedere un'altra politica per un'altra Italia».

La soddisfazione di Galan. «Il Veneto del no è un Veneto minoritario, perdente e sfortunato. A questo Veneto piccolo piccolo appartiene la debolissima giunta del sindaco Variati», ha detto il presidente della Regione Veneto, Giancarlo Galan, commentando soddisfatto la bocciatura del referendum.

[ dal messaggero web ]

Siamo al delirio,bocciare il referendum sottoscritto dai vicentini è un atto assolutamente antidemocratico,ciò vorrà dire che in futuro,qualsiasi opera potrà determinarsi a prescindere dall'impatto che recherà in qualsiasi città.

I vicentini hanno tutti i diritti di continuare la protesta e indire ugualmente il referendum domenica.

Hanno la mia personale solidarietà,insieme a tutti i Freedom friends.

[ post inserito da Kenzo ]

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