domenica 12 ottobre 2008

Giornata dedicata alla sicurezza sul lavoro

Vittime sul lavoro: tre morti
e ventisette invalidi al giorno





Ogni giorno, in Italia, si verificano 2.500 incidenti sul lavoro, muoiono tre persone e 27 rimangono permanentemente invalide. Nel 2007 le morti bianche, secondo i dati Inail, sono state circa 1.200. Oggi sono oltre 800 mila gli invalidi del lavoro e quasi 130 mila i superstiti di caduti sul lavoro. Sono i dati forniti dall'Anmil, l'Associazione nazionale fra i mutilati e invalidi del lavoro, in occasione della 58a Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro, che si celebra oggi.

Una giornata, sottolinea l'Anmil, per richiamare l'attenzione delle istituzioni, delle forze sociali e dei mezzi di informazione sulla questione. Ma anche occasione «per denunciare le drammatiche condizioni di vita» degli invalidi e dei superstiti delle vittime «per i quali è necessario arrestare - chiede l'Anmil - il progressivo deterioramento dei livelli di tutela indennitaria, interrompendo la deriva assistenzialistica verso cui il sistema si sta spingendo negli ultimi anni. Basti pensare che una vedova percepisce in media una rendita di appena 700 euro al mese».

Napolitano. «È doveroso tenere viva l'attenzione al fenomeno, non demordere nell'allarme sulla sua gravità sociale, applicare e migliorare le norme legislative. È, questo, un obbiettivo di civiltà che dobbiamo al sacrificio dei tanti caduti, mutilati ed invalidi sul lavoro», ha scritto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione della 58/ma Giornata per le vittime degli incidenti sul lavoro, al presidente dell'Associazione nazionale mutilati e invalidi sul lavoro, Pietro Mercandelli.

«I preoccupanti dati diffusi dall'Anmil e le stesse tragiche cronache di questi giorni - ha proseguito il capo dello Stato - confermano quanto cruciale sia la questione della prevenzione sul lavoro. Si è levato naturalmente un indignato "basta", sinceramente condiviso, di fronte a tragedie che, per la loro dimensione, suscitano il clamore dei media e il coinvolgimento dell'opinione pubblica. Ma la realtà quotidiana ci ripropone casi drammatici (persino ripetitivi nella loro dinamica), storie personali e familiari di dolore e sofferenze che la vostra Associazione, insieme a tante altre espressioni del volontariato e delle istituzioni, aiuta ad affrontare con un impegno concreto di solidarietà che è giusto riconoscere e valorizzare».

«C'è indubbiamente, anche un problema di risorse - ha concluso Napolitano -: è decisivo qualificare quelle disponibili perchè si investa in formazione ed informazione, si persegua con determinazione l'obbiettivo dell'abbattimento degli incidenti sul lavoro, si rafforzino le tutele dei lavoratori e si sostengano le famiglie delle vittime sul lavoro. Particolare significato assumono le numerose iniziative promosse in ambito scolastico per una più diretta presa di coscienza da parte dei giovani che si affacciano al mondo del lavoro».

Sacconi. «Nonostante le statistiche ci dicano che continuano a scendere gli infortuni mortali, dobbiamo mantenere alta la guardia rispetto ad un fenomeno che ha una dimensione intollerabile in un paese moderno». Lo ha affermato il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, sottolineando la necessità di intervenire sulla formazione ed informazione, ma anche di aumentare i controlli. «Mantenere alta la guardia - ha detto Sacconi - significa non solo chiedere il rispetto degli adempimenti formali ma diffondere investimenti in formazione ed informazione», che «stiamo cercando di sostenere con una grande campagna».

[ dal messaggero web ]

La statistica è agghiacciante,i numeri delle vittime e delle invalidità permanenti in un anno solare sono comparabili ad una guerra.

Tre morti al giorno in media,una qualsiasi azienda ha statisticamente un controllo ogni 15 anni,e in molte occasioni viene pure preavvisata,in tutto il panorama occidentale non esiste una situazione del genere,siamo di gran lunga il fanalino di coda nella tutela e sicurezza sul lavoro.

L'attuale esecutivo ha puntato sulla autodeterminazione e responsabilità delle aziende,ho idea che non siamo assolutamente preparati a questa condizione,sia per ciò che riguarda gli imprenditori e l'atteggiamento di molti lavoratori,i primi nel risparmio di risorse devolute alla sicurezza,i secondi per non osservare le normative della sicurezza pur avendo il necessario per proteggersi.

[ post inserito da Kenzo ]

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