venerdì 20 novembre 2009

La mano de dios di Henry,di Massimo Gramellini




Il doppio colpo di mano con cui Henry ha spedito la Francia ai Mondiali e l’Irlanda del Trap nel girone dei defraudati introduce un paio di questioni piuttosto rilevanti.

La prima è che per un giorno o due noi italiani ci sentiremo migliori dei francesi - più onesti e sinceri.

E loro, per un giorno o due, abbasseranno lo sguardo senza sbrodolare il consueto disprezzo dalle labbra. La seconda riguarda l’ipocrisia di certi giudizi. Se Henry avesse rincorso l’arbitro e ammesso la sua colpa, non credo proprio che lo stadio - noto consesso di galantuomini - lo avrebbe salutato con un’ovazione. Più probabile che il reprobo sarebbe stato inseguito fino all’ambasciata d’Irlanda, dove si sarebbe affrettato a chiedere asilo politico. Il calcio non è pane per san Francesco, purtroppo. Semmai per Hobbes, che teorizzava «homo homini lupus» e perciò auspicava uno Stato-Leviatano che impedisse ai bipedi di sbranarsi a vicenda.

Nel calcio i princìpi della cavalleria valgono ancor meno che negli altri sport. Si va in campo per fregare gli altri e i tifosi (tranne voi e me, naturalmente) ricordano più volentieri una vittoria rubata all’ultimo minuto che una goleada. Non è bello. Ma è così. Fa parte del mistero di questo trastullo di massa, che ha un fascino perverso, essendo il tifo un profumo dell’infanzia e al tempo stesso una forma sottile di trasgressione.

Non è quindi dagli attori dello spettacolo peccaminoso - calciatori e tifosi - che dobbiamo attenderci gesti nobili: quando arrivano li salutiamo con entusiasmo, ma quell’entusiasmo è la riprova della loro straordinarietà. La regola invece è che davanti a un pallone che rotola gli esseri umani tendano a riprodurre i meccanismi della vita associata: egoismo, raggiro, sopraffazione. Da qui subentra l’esigenza del Leviatano, che da oltre un secolo ha le fattezze di un omino-parafulmine, l’arbitro, che in cambio di uno strapuntino di popolarità, ma anche in omaggio a una certa passionaccia, accetta di trascorrere le sue domeniche a farsi insultare da folle malevole. Il Leviatano però si aggiorna. Oggi, per garantire l’ordine pubblico e il rispetto delle leggi, la polizia utilizza le telecamere e le intercettazioni ambientali. Non si comprende perché solo nel calcio il poliziotto-arbitro debba continuare a fronteggiare i criminali armato di cerbottana.

Lo so anch’io che in un mondo ideale Henry avrebbe dovuto ammettere la sua colpa, invece di darsi sguaiatamente alla gioia (ecco, quella poteva risparmiarsela) e i tifosi francesi lanciare una sottoscrizione per chiedere la ripetizione della partita. Ma in attesa di un cambio radicale della natura umana (annunciato, salvo contrattempi, per il 21.12.2012), cerchiamo di sopperire almeno con la tecnologia. Tutte le telecamere, comprese quelle dei videofonini, hanno permesso a milioni di telespettatori di accorgersi in tempo reale che Henry aveva toccato il pallone con le mani. Perché allora non consentire a un collaboratore dell’arbitro, seduto davanti a un televisore, di comunicare anche a lui ciò che al resto del mondo era già così evidente? Perché il fascino del calcio sta nella sua imperfezione e continua disonestà, così simili a quelle della vita, dicono i conservatori. Ma allora la smettano di fare prediche moraliste, pretendendo da un affare che muove montagne di soldi quell’etica che sarebbe ostico rintracciare anche in una transazione fra poveracci.

[ da La stampa ]

Laconicamente"stile pravdiano",lasciate il calcio a se stesso,anche se la società non è poi così diversa dai campioni in mutande,una volta tanto lo stile italiano trionfa,figuriamoci se gli italiani e non solo avrebbero potuto confessare all'arbitro un mani del genere,e rinunciare di fatto ai campionati mondiali,finalmente la grandeur francoise e quella fastidiosa "puzza sotto il naso" sono diventate poca cosa e anche la legittimazione di far di tutta un'erba,finalmente un fascio...

&& S.I. &&

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