lunedì 9 aprile 2018

Reddito di base o di cittadinanza? O la redistribuzione della ricchezza?











Reddito di base: la parola a Guy Standing

di Alessandro Gilioli

«L’Italia è un paese che ha il sole per 9 mesi l’anno. Con un reddito base la gente si adagerebbe e mangerebbe pasta al pomodoro».
(Elsa Fornero)

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Fino a qualche anno fa l'idea di un reddito di base universale era confinata nel pianeta delle utopie: e chi lo proponeva era considerato poco più di un ingenuo mai uscito dall'adolescenza.

Da qualche mese invece la questione - a livello mondiale, non solo italiano - viene autorevolmente sollevata con la forza pragmatica dei numeri, dei suoi effetti concreti – e anche della sua sostenibilità per i bilanci degli Stati, a confronto con il costo reale della sua non realizzazione.

Stiamo parlando - attenzione - non del “reddito minimo” nelle sue varie versioni condizionate (ad esempio, l'attuale proposta del M5S, che si rivolge solo ai disoccupati e viene meno se si rifiutano tre proposte di lavoro). Stiamo parlando proprio dell'ipotesi di riconoscere una certa somma di denaro a ogni persona residente in un Paese, ricca o povera che sia, che lavori o meno. Una somma che quindi va ad aggiungersi ad altre entrate, se la persona ha un lavoro; o al contrario costituisce uno strumento di sopravvivenza e di potenziale reingresso sociale, se non ce l'ha.

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Un'idea interessante,potrebbe essere organizzata a livello sperimentale per qualche tempo,analizzando i benefici e se emergessero delle negatività.

A me basterebbe che ci fosse una giustizia sociale,nella quale non ci siano enormi disparità tra manager e semplici lavoratori,una società non può permettere cifre da nababbo per alcuni e stipendi da fame per altri,in questo modo penso che quel reddito adombrato si ridurrebbe notevolmente.

Si è passati dalla generazione mille euro di una quindicina d'anni fa a quella delle poche centinaia,pur lavorando e sbattendosi notevolmente per buona parte della giornata.

Quanto può durare un andazzo del genere,prima che ci siano delle drammatiche ripercussioni?

I.S.

iserentha@yahoo.it

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