martedì 18 settembre 2012
Tremate,tremate,il caimano è tornato...
Love Boat
di Marco Travaglio
Lui l’aveva detto, negli ultimi giorni di Eluana, come ricorda il film di Bellocchio: “Dai miei sondaggi risulta che il 50% delle persone in coma irreversibile tornano alla piena normalità” (per questo si chiama “coma irreversibile”: per un vezzo linguistico). Infatti, grazie a speciali sondini nanogastrici, è tornato in vita persino lui, come nuovo. Vita si fa per dire: stiamo parlando della crociera del Giornale sulla nave Divina, con 500 attempati lettori (quelli che – informa il Giornale medesimo – “portano in valigia costumi, vestiti e tutto il guardaroba dialettico del pensiero liberale”), disposti persino a pagare pur di vederlo. E per giunta con lo zio Tibia, al secolo Alessandro Sallusti, nelle vesti di reggimicrofono. Ma da qualche parte bisognava pure cominciare. La festa dei giovani pidielle “Atreju”, meglio di no: poteva scapparci qualche domanda (“Ancora tu? Ma non dovevamo vederci più?”). Con Tibia vai sul sicuro: in assenza del comandante Schettino, agli inchini provvede direttamente lui. L’anziano gagà tornato alle origini, cioè alle navi da crociera (dove, per dirla con Biagi, “faceva ballare le vecchie”) con Apicella e Pascale al seguito, è apparso in ottime condizioni. Almeno al confronto di come l’avevamo lasciato nove mesi fa, faccia giallastra, occhi socchiusi, accasciato sulla Berlusmobile coi vetri abbrunati e imperlati di pioggia che lo portava a dimettersi al Quirinale fra due ali di folla festante. Ora Dagospia lo descrive “dimagrito e smaltato come una vasca da bagno”. In effetti il capino implume è di nuovo ornato dalla tradizionale calotta catramata, il volto è pittato e levigato di fresco dai maestri artigiani e piallatori di Arcore, la dentatura Pozzi Ginori brilla leccata e laccata come un sanitario di gran lusso, i tacchi sono lustri con trampolo interno e la pompetta e la carrucola di ordinanza tornano in funzione (“ora bisogna concentrarsi sulla crescita”, ha detto montando a bordo). Ma è soprattutto il repertorio vintage, con tutto il meglio dei bei tempi, a valere il prezzo del biglietto. La riduzione delle tasse (“abrogheremo subito l’Imu”, che peraltro ha inventato lui). I vari “miracoli” compiuti in vent’anni con ben “40 riforme” (dalla patente a punti alla legge sul fumo: altro sul momento non ricorda, ma gli verrà in mente). L’“avviso di garanzia a Napoli” (che poi era un invito a comparire a Roma). I brogli di Prodi (“nel 2006 trasformarono in voti tutte le schede bianche”). E poi “una lotta alla criminalità mai messa in campo” (appunto, mai: se ne occupavano Dell’Utri e Cosentino). Il prestigio internazionale riconquistato dall’Italia grazie alla sua “cordiale amicizia con i miei colleghi” (tipo Merkel e Sarkozy). Il suo fiuto da talent scout che gli ha fatto scoprire “il migliore di tutti i politici in campo, persona di grande intelligenza” che “porterà un’ondata di freschezza, di gioventù, di novità nella vita politica italiana” (cioè Alfano: infatti si ricandida lui). Ma soprattutto la missione di salvare dai comunisti gli italiani e, già che c’è, anche i francesi. Già, perché – rivela a un Sallusti estatico, rapito, praticamente in deliquio – approfittando della sua assenza “la Francia è caduta nelle mani della sinistra e Hollande sta cercando di tassare del 75% chi guadagna più di 1 milione”, per cui “moltissimi francesi stanno cercando di cambiare residenza”. Un esodo biblico. Non bastasse il pericolo rosso, che atterrisce milioni di italiani, c’è un’altra missione da compiere: “raccontare agli italiani come si deve votare”, casomai qualcuno pensasse di non votare per lui o per l’amico Renzi. O, peggio ancora, di scegliere 5Stelle: “Non ci si improvvisa capaci di gestire una città, una provincia, una regione, un Paese: guardate cosa succede a Parma, un disastro”. In effetti, per riuscire a portare al fallimento una città come Parma con 1 miliardo e mezzo di debiti, ci vuole una grande esperienza e una guida sicura: improvvisando non ce la si fa. Per questo è tornato: per finire il lavoro.
O lui o il suo discepolo,momentaneamente distratto dal comune di Firenze,dovranno,speriamo di no,prendere in mano il timone Italia.sono partiti gli investimenti mediatici,che vanno dai giornali "gioiellini di famiglia" ad addirittura alle fonti di confindustria tramite radio e stampa.
Ce la faranno? Mi auguro di no,se vent'anni non son bastati,ci mancava anche il clone...
&& S.I. &&
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