sabato 16 gennaio 2010

Class action organizzata dal Codacons,sullo sperpero del vaccino H1N1



Il sito del Codacons CLICK CODACONS CLASS ACTION VACCINO H1N1


IL CODACONS CHIEDE AL MINISTERO UN RISARCIMENTO DI 9,3 MILIARDI
di Valentina Arcovio e Monica Raucci
Visto che la class action è legge, il Codacons non perde tempo e interviene subito con tre azioni diverse su sanità, sicurezza e scuola. Primi bersagli dell’associazione dei consumatori il ministero della Salute e dell’Economia accusati di aver sperperato i soldi dei contribuenti nell’acquisto del vaccino contro la nuova influenza. L’azione mira a far ottenere agli utenti del Sistema Sanitario Nazionale i soldi già pagati dall’Italia per l’acquisto di 24 milioni di dosi del vaccino con un contratto con la casa farmaceutica Novartis. Soldi che, secondo il Codacons, “rappresentano una spreco immane” vista la scarsa adesione alla vaccinazione e considerato che l’allarme pandemia alla fine è risultato “infondato ed esagerato”. In particolare, questa prima class action chiede il risarcimento, a nome di oltre 60 milioni di cittadini, dei 186 milioni di euro spesi per i vaccini, “corrispondente alla somma della frazione di spettanza per ciascuno degli iscritti al Ssn dell’importo di 3 euro circa, oltre a 50 euro di risarcimento per ogni iscritto, per un totale di oltre 9,3 miliardi di euro”.
IL CONTRATTO. Un risarcimento per riparare a un contratto sottoscritto dal ministero della Salute su cui da tempo co sono parecchi dubbi. Reso pubblico da tre mesi sul sito del Codacons, il contratto prevedeva il pagamento di 7, 90 euro a dose (il doppio di quanto le Regioni pagano qualsiasi vaccino antiinfluenzale). Le modalità di assegnazione si rifanno a un accordo stipulato nel 2004, senza gara d’appalto, tra governo e Novartis: 3 milioni di euro pagati dal ministero alla multinazionale solo per acquisire un diritto di prelazione sull’eventuale produzione di vaccini in caso di pandemia. Il contratto stipulato per i vaccini contro l’influenza A tende decisamente a favore della multinazionale, che viene sollevata legalmente da qualsiasi responsabilità nei confronti del governo, tranne che per difetti di fabbricazione. Solo oggi sappiamo che finora le dosi distribuite sono state 10 milioni, su 24. Se ci fosse stata la pandemia (i cui picchi in genere sono a fine dicembre) probabilmente non saremmo stati coperti. Ora le celle frigorifere delle Asl italiane e europee sono strapiene, perché i vaccinati sono stati pochissimi e la temuta pandemia è stata solo un allarme remunerativo per le aziende del farmaco.
Molti Paesi europei stanno ora cercando di porre rimedio alla situazione: la Francia per esempio, che ha stipulato contratti per la fornitura di 94 milioni di vaccini con tre multinazionali diverse, ha annullato la fornitura di 10 milioni di dosi con la Sanofi, senza pagare nessuna penale, e sta contrattando con le altre aziende per trovare un accordo. In Italia, anche se si riuscisse a trovare una scappatoia al contratto, il ministro della Salute Ferruccio Fazio fa sapere che non vuole disfarsi delle dosi in eccesso di vaccino e che bisogna proseguire la campagna di vaccinazione.
LE ALTRE AZIONI. Il secondo bersaglio della class action sono il Dipartimento della Protezione Civile, i sindaci, le province e le regioni che dovranno mettere in sicurezza, entro 90 giorni, alcune zone a rischio frana già individuate dalle pubbliche autorità (Roccaraso, Noli, Civitanova del Sannio, Erice, AciCastello, Santa Marinella, Mandatorriccio, San Lorenzo Maggiore, Gavazzana). Inoltre, l’azione prevede un risarcimento in favore degli abitanti di questi comuni a rischio, per i pericoli corsi ancora oggi a causa del dissesto del proprio territorio. La misura del risarcimento stimata dal Codacons è pari a 100.000 euro a famiglia, e i cittadini interessati sono oltre 75.000, per un totale di circa 7,5 miliardi di euro, oltre ai costi sostenuti per messa in sicurezza “fai da te” pesata sulle spalle di alcuni. Terzo e per il momento ultimo bersaglio è la scuola. L’azione collettiva, decorsi i 90 giorni dalla diffida notificata ieri, chiederà al Tar del Lazio di ordinare al ministero della Pubblica istruzione e ai 20 direttori scolastici regionali di rispettare il limite previsto dalle leggi vigenti di 25 ! alunni p er aula. Igenitori degli studenti costretti a fare lezioni in classi sovraffollate, così come i docenti, possono aderire alla class action e chiedere un risarcimento che il Codacons stima in 250 euro a studente. Nel ricorso si chiede la restituzione alle famiglie di una parte della tassa scolastica pagata in proporzione al minore spazio a disposizione di ciascun alunno, oltre al “danno connesso al rischio per la sicurezza e la diminuzione del servizio istruzione reso ridicolo da classi pollaio di 35-40 alunni a causa dei tagli agli organici del personale docente”, dice il Codacons. “Sulla base delle sole segnalazioni che ci sono perventute (oltre 150 istituti per 4.100 alunni) la somma richiesta è pari a oltre un milione di euro”, ha spiegato l’associazione.



La Novartis in Italia potrà sempre fare affari senza alcun problema,al contrario in Francia ad esempio si sono attivati nel cercare un'uscita decorosa,dal contratto con le società farmaceutiche del vaccino.
Siamo senza dubbio un paese colonizzato,su molti aspetti,alimentare gli affari soffiando su timori infondati,valgono un "tozzo di pane" per molti.

Si,timori infondati,questo blog in tempi non sospetti ha criticato la campagna del terrore su tale influenza,un'intero emisfero tra marzo e settembre "la loro stagione invernale",non ha avuto alcuna infezione di massa,e le vittime dell'influenza suina si sono rivelate minori rispetto alla solita influenza stagionale.

Dalle nostre parti hanno insistito sulla mutazione del virus,e alcune aziende hanno potuto arricchirsi,e continueranno a farlo,certi legami sono ferrei....

@ Dalida @

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