domenica 13 dicembre 2009

La sindrome di Stendhal alla Reggia di Venaria



La galleria di Diana,la sua rara bellezza colpisce le menti più sensibili


Bella e maestosa, fino a sconvolgere le menti più sensibili: è l’effetto che la Galleria Grande della Reggia di Venaria ha creato in alcune persone che non sopportano forti emozioni. C’è chi si sente smarrire dinanzi alla vastità e alla bellezza dell’ambiente, come capitò allo scrittore Stendhal, a fronte dei capolavori della Galleria degli Uffizi di Firenze.

Mentre le cucine sotterranee della residenza, che il regista Peter Greenaway ha rianimato con grida e le fantomatiche immagini degli antichi cuochi, hanno fatto gridare qualche bambino che fatica a distinguere la realtà dalla sua rappresentazione virtuale. Persino gli immensi giardini, quelli che sembrano avere confini solo con le montagne e il cielo, hanno suscitato qualche vertigine a chi è a disagio in spazi grandiosi.

«Sono effetti collaterali - dice Alberto Vanelli, direttore della reggia - di una magnificenza di forte impatto, ma che non vuole creare disagi. La nostra dimora deve essere per tutti, deve dare piacere a tutti, anche a chi ha problema, non solo uditivo, visivo o di mobilità, ma anche a chi ha disabilità mentali. Così abbiamo deciso di organizzarci per accogliere bene anche chi ha problemi psichici. Siamo il primo museo al mondo a farlo». All’approccio collabora il dipartimento di salute mentale della Asl 3, diretto dal dottor Enrico Zanalda: «Abbiamo formato - dice - guide museali in grado di porsi in relazione con questi particolari visitatori, per i quali si sono allestiti percorsi calibrati in base alle loro sensibilità».

Anche dinanzi alla sindrome di Stendhal sono in grado d’intervenire? «Non è proprio una sindrome clinica - spiega Zanalda - è piuttosto un disagio fugace, che colpisce persone colte come Stendhal dinanzi a opere di particolare bellezza. I disagi avuti nella Galleria Grande o nei giardini sono più attribuibili all’agorafobia, al disagio causato da grandi spazi».

[ da La stampa ]

Un particolare in più di poterla visitare,potrete mettere alla prova la vostra sensibilità o i problemi di agorafobia che adduce il professionista in materia.

Se supererete il test godrete della magnificenza di tale opera,che non ha nulla da invidiare a Versailles.

@ Dalida @

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