domenica 6 dicembre 2009

Il tesoro di Calisto Tanzi venuto alla luce




SEQUESTRATI DALLA GUARDIA DI FINANZA 19 CAPOLAVORI NASCOSTI NELLE SOFFITTE DI CONOSCENTI

di Caterina Perniconi

Un tesoro da 100 milioni di euro. É questo il valore dei 19 quadri di proprietà di Calisto Tanzi, patron della Parmalat, sequestrati ieri mattina dalla guardia di Finanza del nucleo tributario di Bologna. L’operazione è stata effettuata dopo le rivelazioni di un uomo della scorta di Tanzi alla trasmissione Report di Raitre. Il servizio, firmato da Sigfrido Ranucci, è andato in onda domenica scorsa e ha in questo modo impedito che le opere fossero vendute. A quanto risulta, infatti, un mediatore avrebbe dovuto consegnarle ad un imprenditore russo proprio martedì scorso: “L’affare era quasi concluso – dichiara la conduttrice Milena Gabanelli che stasera proporrà una seconda parte dell’inchiesta – se il nostro servizio fosse andato in onda con una settimana di ritardo quei quadri oggi sarebbero già all’estero, forse in Russia”. Il luogo in cui sarebbe dovuto avvenire il passaggio di mano era Forte dei Marmi, località turistica dove si registra una forte presenza di miliardari provenienti dall’est Europa.

Lunedì, dopo la rivelazione televisiva Tanzi, interrogato in tribunale nel corso del processo che lo vede coinvolto per il crac dell’azienda, aveva dichiarato di non aver mai avuto un caveau né i quadri contestati. E invece il tesoro era nascosto nelle cantine e nelle soffitte di tre appartamenti, due a Parma e uno nella vicina Pontetaro. Custodi inconsapevoli del tesoro, tre famiglie che abitano le case dove i dipinti erano stati nascosti. Consapevole, invece, Stefano Strini, genero di Tanzi, marito della figlia Laura, a cui la cura dei quadri era stata affidata proprio dal suocero. Strini adesso è indagato per ricettazione e favoreggiamento.
Il tesoro, come rivelato dal testimone, era stato trasportato, insieme ad altri oggetti di valore, su furgoni bianchi fino in Svizzera. In un secondo momento Strini si sarebbe occupato di farli rientrare in Italia e nasconderli in appartamenti di conoscenti.

A conoscenza dell’esistenza delle opere era anche Simona Pizzetti, direttore artistico della Fondazione Magnani Rocca di Parma, che ha rivelato a Report di essere entrata in casa Tanzi alla fine degli anni ‘90, per visionare un quadro di De Nittis da esporre in una mostra . “La casa era piena di dipinti – dichiara la Pizzetti – sicuramente c’era un nucleo di impressionisti, il più importante un Monet”. Questa sera Ranucci rivelerà che una di queste opere fu anche restaurata gratuitamente prima di una mostra a Treviso. Tra i capolavori ritrovati dalla guardia di Finanza ci sono il Ritratto di signora di De Nittis e La scogliera di Pourville di Monet, di cui parlava la gallerista, ma anche una natura morta di Gauguin, un tronco d’albero e una natura morta di Van Gogh, una natura morta di Picasso, un olio su tela di Manet, un ritratto di ballerina, matita su carta, di Degas, un autoritratto di Ligabue su tela, un acquerello su carta di Cezanne, un pastello di Pizarro, una matita di bergerie di Modigliani, un’illustrazione di Grosz e altro ancora





A domanda del Pubblico Ministero durante il processo disse che non esisteva alcun tesoro imboscato,ora poco alla volta sta emergendo,con grande soddisfazione della giustizia e di chi ha perso i capitali.
Negli States costui andrebbe in carcere a vita,da noi quasi sicuramente se la caverà con pochissimo o nulla.

Un paese di Pulcinella,con tutto il rispetto per i napoletani

[ Kenzo ]

1 commento:

upupa ha detto...

Hai detto bene....viviamo nel paese di Pulcinella!!!!!!!!!!