mercoledì 25 novembre 2009

Mario Balotelli,l'antipatico coll'aggravante d'esser di colore



di Malcom Pagani

Cristina, la sorella giornalista di Radio 24, trattiene la rabbia dietro un tono di sommessa indifferenza. “Viste le polemiche, credo che la cosa migliore che io e Mario possiamo fare in questo momento è far parlare gli altri. Quello che provo quando sento affermare che mio fratello si meriterebbe gli insulti in quanto antipatico a prescindere? E' abbastanza ovvio. Provi a immaginarlo. Buonasera”. Mario Balotelli, dunque. La sua figura che trascende gli schieramenti e catalizza gli umori deteriori di chi popola le curve. “E se saltelli, muore Balotelli” o anche “Balotelli negro di merda”, seguito l’anno scorso da un reiterato: “Non ci sono negri italiani... Balotelli sei un africano”, in cui l'accezione razziale sovrastava l'odio sportivo per incunearsi in un sentiero già battuto in precedenza. Il giudice Tosel, prima di squalificare il campo della Juventus, notò come si fosse manifestata “l'assenza di qualsiasi manifestazione dissociativa da parte di altri sostenitori ovvero di interventi dissuasivi da parte della società”. La curva freme e Mario fa una linguaccia. Lo incontrano per strada (a Roma) e gli tirano di tutto costringendolo alla fuga. Mario non china la testa, non chiede scusa, non cede terreno e posto a sedere (Non siamo a Montgomery nel ‘55 e lui non è Rosa Parks ma l’idea di due universi lontani, rimane identica) a chi vorrebbe rinchiudere il princìpio stesso che esista, respiri, corra, rischi persino di vestire la maglia Nazionale maggiore. Affrontando la situazione senza voltarsi o chiedere solidarietà come accadde a Marc Andrè Zoro a Messina (i cattivi, quella volta, gli interisti) pronto ad abbandonare campo, contesa e nazione, salvo rinsavire dopo aver ascoltato i consigli (pelosi) di Martins e Adriano: “Non darla vinta a questi idioti”. Ci sarebbero le regole, poi. Quelle regolarmente aggirate che vorrebbero l'interruzione immediata delle partite in presenza di indistinti “buu” o canzoncine tese a irridere con i peggiori strumenti fonetici una presunta diversità. Non si può, si obbietta. Rischierebbe di penalizzare chi ai cori non unisce la propria voce e, si sostiene, creerebbe grave disordine al già claudicante ordine pubblico. La storia va avanti da un po' e non sembra giovarsi della crescita tecnica di un potenziale campione. Certi migranti funzionano fino a quando rimangono invisibili. Ottimi se senza diritti, latori di una pericoloso germe se indisposti alla resa incondizionata. La sua figura lavora sulle contraddizioni e su un futuro cosmopolita che spaventa. Qualcuno propone di por-tarlo in Sudafrica (doppia lezione, nella culla della segregazione), altri di squalificare il campo, qualcuno (in minoranza) chiama alla coscienza civile i colleghi in scarpini del ragazzo nato a Palermo, incontrando un imbarazzato silenzio. Per Cannavaro non si tratta di razzismo. Non c'è un volto noto, un eroe delle domeniche che si fermi, zittisca gli incivili, assuma sulle spalle coraggio e peso di un comma scritto ma regolarmente disatteso. La giustizia sportiva rimane nel mezzo. Per i canti ingiuriosi di domenica sera (Juve-Udinese), ventimila euro di multa. Una carezza. Per il resto (squalifica del campo), niente da fare. Il 5 dicembre c'è Ferrara contro Mourinho, stravolgere il clima in anticipo e spostare il teatro in campo neutro, sarebbe suonato eccessivamente pericoloso. Così niente di fatto, in attesa del prevedibile diluvio. L'evoluzione del coro da stadio, è andata di pari passo con quella del paese. Dal “cornuto” degli anni '50, al “devi morire” dei '70, fino alle banane e ai versi della scimmia dominio della Premier League di 35 anni fa (John Barnes raccolse il frutto, finse di mangiarlo e lo gettò via) fino a oggi . E poi “madri puttane”, Vulcani che devono eruttare per seppellire i terroni, comunisti contro fascisti, squadre di “ebrei”, di “negri”, giù fino al grado ultimo dell’abiezione. L’attaccante Ronnie Rosenthal, giunse a Udine nell’estate 1989, (molto prima dell’avversato Aaron Winter laziale o del raggelante cappio esposto dai veronesi contro il fantoccio a misura naturale dell’africano Ferrier), e ripartì dopo le visite mediche. Ufficialmente per una questione di vertebre non in ordine. Stano, perchè in realtà alcune ignobili scritte sul muri della città: “Juden Raus, niente ebrei in squadra”, funzionarono da detonatore all’esclusione dalla rosa. Lo stadio, si sente ripetere come un mantra, non è diverso dalla società. Eugenio Corini, ex centrocampista che ai tempi di Palermo, usava la fascia di capitano per dialogare, abbracciare o dissentire dal pubblico, risponde al telefono e come usava fare tra le linee, ragiona: “Voglio fare una premessa. Balotelli ha 19 anni e ha conosciuto un percorso personale molto particolare. Ho una figlia della sua stessa età e conosco le difficoltà di un delicato momento di passaggio tra l'adolescenza e la maturità. Credo che i comportamenti di Balotelli nascano da una timidezza. Per nasconderla, affronta il mondo a muso duro. L'antipatia che lo investe va molto al di là del razzismo. rappresenta qualcosa di più profondo”. Sul razzismo, comunque, Corini non transige. “Mi dispiace che non vengano presi provvedimenti e che qualche mio ex collega non abbia colto la straordinaria novità che sboccerebbe nel momento in cui qualcuno , rivolgendosi alla curva, si rendesse protagonista di un gesto forte di rottura. Però capisco anche i calciatori. Oltre a giocare, correre, pensare alla concorrenza, gli si chiede di essere qualcosa d'altro. Non tutti sostengono il peso di una richiesta simile e non so neanche se sia giusto in assoluto che i calciatori recitino da capipopolo. Come afferma Claudio Ranieri, col quale concordo, il sentiero è stretto. Se vinci fai esclusivamente il tuo dovere, se perdi sei uno sporco mercenario. Il tutto, in un paese di cui conosciamo quotidianamente il degrado morale e politico. Qualcuno allora pensa ‘forse espormi è controproducente’ e così rinuncia. L'altra sera, quando lo speaker ha stigmatizzato i cori e gli stessi sono continuati mi è dispiaciuto. Interrompere la gara? Non so, squalificare la domenica successiva e multare, forse”.

Altro giro di pareri, altro concittadino acquisito di Balotelli, Gigi Cagni, allenatore. “sull'orrore del razzismo, non si discute. E' una questione di pura inciviltà. Però credo che nei confronti di Balotelli, che parla bresciano meglio di quanto non lo faccia io, si sia innescata una spirale differente. Un giorno in uno stadio, ho letto uno striscione ‘Balotelli, ti avrei fischiato anche se fossi stato bianco’. Ecco credo che avessero centrato il punto. Balotelli è un potenziale campione, spesso tradito dal suo comportamento. Credo che Mourinho abbia compreso che va sottratto a una pressione che per lui sta diventando insostenibile. Nei nostri stadi poi c'è un problema di irrespirabilità che parte dal seggiolino divelto, continua con il passamontagna calato e finisce nell'imbuto di queste domeniche maledette con l'elmetto in testa, i tornelli e le divise antisommossa”. Pausa. “Dobbiamo partire da lì. Finchè siamo in tempo”. Ne rimane?.



Esiste un sondaggio su Radio 24,in cui chiunque può scegliere o meno se Balotelli dev'essere inserito nella Nazionale maggiore,questo per reazione alla moda razzista ormai consolidata di quasi tutte le curve.

Personalmente reputo la soluzione non praticabile,come ha affermato Gianni Rivera oggi,la convocazione in Nazionale è una scelta tecnica per meriti oggettivi di qualsiasi calciatore,convocare a prescindere mi pare stupido.

Detto ciò,le curve degli stadi non possono essere diverse da molte altre realtà,siamo in un momento storico di scontro sociale a sfondo razzistico e omofobico,dove soprattutto una forza politica ne fa una bandiera,non può stupire ma dovrà essere combattuto duramente,altrimenti sarà evidente l'affermazione degli idioti,i quali in questo caso,possono si pagare un biglietto,ma il dissenso dovrà essere di altra natura,con i fischi e sfottò senza ombra di razzismo.

Sono dell'idea che qualche punto in meno in classifica,per chi si macchia di queste idiozie,alla squadra del cuore,sarà sufficiente come deterrente,almeno nel corso della partita.

&& S.I. &&

1 commento:

Людмила ha detto...

Hello Marlow, thank u very much for your comment & encourage to photoblog. I`ll hope to see u again on the pages of my blog.

Greetings from Kazakhstan

Lucy