lunedì 19 gennaio 2009

Il tormentone chiamato Kaka,a cura di Massimo Gramellini




La morale: c’è sempre un emiro più emiro di te. Se il figlio prediletto Kakà si trasferirà nell’harem dello sceicco di Manchester, Berlusconi avrà applicato a se stesso il principio sul quale ha impostato la vita: ogni uomo ha un prezzo. Anche lui.

Finora quel principio lo aveva sperimentato sugli altri: non solo nel calcio, ma soprattutto lì. Quando scippò l’atalantino Donadoni all’Avvocato raddoppiando all’ultimo la già lauta offerta della Juve. Quando rapì il granata Lentini in elicottero per mostrargli un oceano di banconote. O quando, a furor di bigliettoni, sfilò alla Lazio la sua bandiera, Nesta, dopo aver giurato al meeting di Comunione e Liberazione che Nesta mai e poi mai.

Anche nel calcio Berlusconi ha sempre mostrato le sue due facce. Tradizionalista in famiglia, dove Baresi, Maldini e Costacurta alimentavano il culto feticista per le bandiere, quei giocatori che restano legati in eterno al club degli esordi. E spregiudicato innovatore in giro per il mondo, dove utilizzava l’arma infallibile del denaro per strappare gli scalpi migliori, senza alcun riguardo per i contratti firmati e le promesse fatte ai tifosi: nient’altro che carta da far scomparire dentro altra carta, quella luccicante dei suoi dobloni.

Era come uno di quei condottieri romani che, per conservare la civiltà a casa propria, si prestavano a essere i razziatori di quelle altrui. Finché non trovarono dei barbari più barbari di loro. Il barbaro di Berlusconi si chiama Mansour e sta per dargli 150 milioni di dollari in cambio della sua verginità di seduttore non seducibile. Una proposta impossibile da respingere e il premier, uomo pratico, finirà per accettarla. Ma sono sicuro che, nell’incassare l’assegno, per la prima volta in vita sua si sentirà invecchiato.

[ da La stampa - a cura di Massimo Gramellini ]


Considero queste trattative ormai verso il viale del tramonto,il calcio in UK ha ancora successo,ma il conto alla rovescia è iniziato,la crisi economica è presente anche in oltremanica,gli emiri legati al petrolio si tolgono qualche sfizio,ma il countdown legato all'estrazione dell'oro nero è scoccato,da quelle parti avrebbero potuto investire in questi decenni in altri campi,non gli rimarrà che la sabbia del deserto.

Dopo il punto di vista sugli emiri,tocca a sua emittenza,seppur debba vendere a suon di dollari il giocatore,a parer mio non ha motivo di deprimersi più di tanto,la sua pseudo monarchia è blindata in questo paese,dopo l'ennesimo esecutivo è lanciatissimo verso il Quirinale,a malincuore devo prendere atto che è e sarà una buona fetta di storia di questa nazione,non è un Kakà ad arrestare l'apoteosi,bensì al massimo un leggero prurito...

Se poi le cifre lette sui giornali,strillate,macinate,non dovessero essere così esose,che decida il giocatore e la sua società,rammentandogli e vale quel che vale,che le proposte andrebbero vagliate con raziocinio,è un rischio accettare una società ed essere dimenticato momentaneamente,e per gli emiri consiglio con le enormi possibilità finanziarie che possiedono,le squadre di calcio,o qualsiasi cosa,vanno ponderate e organizzate bene,nella fattispecie comprare la stella senza le basi d'una squadra,equivale a costruire una casa cominciando dal tetto.

C'è un'ultima rivelazione,secondo Marcello Lippi non se ne va dal Milan,ci prenderà come con gli omossessuali nel calcio,che non è mai conosciuto uno!!!

&& S.I. &&

P.s. Il blog Freedom non si interesserà più di calcio per molto tempo,è già presente un certo senso di saturazione....

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